Adesso ammazzateci tutti
Il 22 Aprile 2017 Michele Scarponi ci lasciava per sempre, ammazzato come vengono ammazzati i ciclisti, sulla strada, da qualcuno che non li ha visti.

Oggi, 22 Maggio 2017, a distanza di un mese esatto, è stata la volta di Nicky Hayden e di Julia Viellehner deceduti a pochi minuti l’uno dall’altra, in un letto di ospedale, dopo aver lottato come leoni fino all’ultimo [dal momento della scrittura dell’articolo, la notizia della morte di Julia Viellehner è stata smentita. N.d.r.].


Trovare qualcosa da dire in questo momento è estremamente difficile, ma ritengo che chiudersi nel solito e ipocrita minuto di silenzio di commemorazione sia la cosa peggiore da fare perché significherebbe ammettere che le cose non possono andare diversamente e che tutto deve andare avanti come se nulla fosse negando le responsabilità dei omicidi.
Io non ce la faccio a prendermela per quanto avvenuto coi tre sventurati conducenti che adesso porteranno un enorme macigno sulla loro coscienza per il resto dei loro giorni, tutto per un attimo di stupida distrazione o per un piede un po’ pesante sull’acceleratore. Non ce la faccio.

Non ce la faccio perché so che i responsabili di quanto avvenuto sono altrove. Se ne stanno tranquilli e paciosi seduti su una comoda poltrona di velluto, con il nodo della cravatta mai abbastanza stretto attorno al collo, a fare calcoli sulla legge elettorale per non perderla quella poltrona e a leggere gli ultimi sondaggi per essere sicuri di dire la cosa giusta al momento giusto e piangere la giusta dose di lacrime di coccodrillo.
I responsabili hanno un nome e un cognome e stanno seduti nel Senato della Repubblica e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Stanno seduti in quel Senato che da due anni e mezzo si rifiuta di calendarizzare la riforma del codice della strada, una riforma che prevede molti punti che permetterebbero di salvare molte vite, salvo poi inventarsi roboanti cazzate come la leggina “salvaciclisti”.
Stanno seduti al Ministero dei Trasporti, dispensano pareri tecnici che impediscono qualsivoglia modifica sulle strade, impediscono l’impiego diffuso degli autovelox perché sono impopolari, ma poi sversano 300 milioni di euro per lo sviluppo del cicloturismo nel nostro paese (venite anche voi a morire in Italia!).
E più che rabbia per la morte di tre grandi campioni (o degli altri 247 perfetti sconosciuti in bicicletta che ogni anno vengono sacrificati sulle strade del nostro paese), provo vergogna per la pochezza dei nostri rappresentanti nelle istituzioni, un’oscena congregazione di omuncoli incapaci di fare qualsivoglia cosa che non sia aspettare la prossima tornata elettorale e piangere i morti indossando la faccia delle grandi occasioni, come stanno facendo oggi a 25 anni di distanza dall’assassinio di Giovanni Falcone.
E allora ammazzateci tutti, ché tanto noi a voi non serviamo, perché il nostro voto non lo vedrete più.
Noi, dal canto nostro, continueremo a pedalare ancora più forte perché sappiamo che la nostra sicurezza dipende solo da noi.
speriamo che ora, dopo tutto quello che è successo questo mese, si diano una mossa..
Sig. Paolo Pinzuti sono consapevole che la rabbia ed il dispiacere causate dalle tragedie accadute agli eroi sportivi ed alle altre 247 persone (chiamarli sconosciuti è leggermente offensivo) che hanno perso la vita mentre stavano pedalando strabordi da tutti i pori della pelle ma accanirsi contro il nemico “pubblico N°1” “politici e politicanti” a me pare banale e senza una sana e costruttiva proposta. Montare l’odio contro questa o quella categoria, poco importa se le tragedie dei tre sportivi sono avvenute per cause e aimè colpe diverse, serve solo a creare ancor più confusione e rimanere nella totale immobilità che ha caratterizzato l’ultimo quarto di secolo della nostra Repubblica.
Se è vero che tutti possono dire la loro i cronisti/giornalisti/blogger come lei, o tutti quelli che hanno un numero elevato di “follower ” dovrebbero avere la sana responsabilità di quello che viene scritto e detto. Le leggi sono importanti ma sono nulla rispetto ad una sana educazione civica e rispetto del prossimo. Solamente queste potrebbero evitare il 90 % delle morti. Morti che avvengono per incidenti nel ciclo urbano dove la velocità media delle auto è inferiore ai 25 km/H. Non penso che lei non sia a conoscenza di questi dati. Non sono un ciclista ma un motociclista. Le assicuro che questa categoria è ancora più martoriata dalle disattenzioni di noi stessi e quelle degli altri utenti della strada. Anche noi abbiamo pianto e piangiamo i nostri morti su strada ma siamo consapevoli che nessuna legge potrà mai evitare quello che la stupidità, l’incoscienza e la disattenzione altrui può causare.
Le chiedo di non fomentare un odio che non può che portare altro odio, mai soluzioni.
Abbiamo responsabilità delle nostre azioni e parole, sono le uniche cose che possono realmente cambiare questo mondo.
Con rispetto.
Andrea
Caro Andrea,
Non ritengo che “sconosciuti” sia offensivo. È una constatazione oggettiva del loro grado di notorietà. Io gli altri 247 non li conoscevo, per lo meno.
L’accento sull’educazione civica è fondamentale, come tu indichi e l’educazione civica (del cittadino) spetta innanzitutto allo stato che, invece latita perché le istituzioni sono intente a fare altro.
Ti faccio un esempio: la mia generazione si è sorbita così tanta pubblicità progresso sull’AIDS che il preservativo è diventato poi un compagno imprescindibile della vita sentimentale di quasi tutti. Il risultato è che l’allarme AIDS è di fatto rientrato.
In Italia è invece ancora costume bere e poi guidare, i limiti di velocità sono considerati alla stregua di semplici consigli, così come altre regole della strada che riguardano la sosta, o la precedenza data ai pedoni sulle strisce pedonali (che poi ringraziano per il favore concesso).
Lo stato che ha il compito di scoraggiare e reprimere i comportamenti antisociali con iniziative legislative e di comunicazione non fa nulla, se ne disinteressa. L’ultima riforma del codice della strada risale al 1992, quella che prevede l’obbligo di cintura di sicurezza, anche per il passeggero sui sedili posteriori (quella che non mette veramente mai nessuno). Sono passati 25 anni.
Campagne di sensibilizzazione di RILIEVO su questi temi non ne ricordo.
Se non me la prendo con chi fa le leggi, con chi le deve fare applicare, con chi me la devo prendere? Con la sfiga? Un morto ogni 2 ore sulle strade non è sfiga.
Ciao
P.s.
Nel tempo che hai dedicato a leggere questo mio commento, almeno due persone sono rimaste ferite in un incidente stradale in Italia.
purtroppo i politici sono esatta espressione dell’inciviltà italiana
e non potrebbe essere diversamente
o pensiamo che siano una razza alena venuta da chissà dove ?
ma va a …….
E uno schifo non quando si esce non si sa se si rientra a casa
…però non dimentichiamo che il primo atto di responsabilità DEVE essere fatto da noi ciclisti
E’ sempre il solito discorso, ma, ed Hayden ne è purtroppo un esempio, se da ciclista non rispettiamo il codice della strada , non ci fermiamo ad uno stop, non ci fermiamo col rosso, andiamo in senso vietato, scartiamo di lato senza preoccuparci delle macchine o moto che sopravvengono da dietro, viaggiamo in strade di montagna strette e con poca visibilità affiancati, sicuramente aumentiamo e di molto le possibilità di essere coinvolti in incidenti, dove poi saremo la parte più debole e ci rimetteremo le penne…
Ma secondo voi ,come MAI tanti automobilisti così distratti, non danno precedenza , non vedono i ciclisti, i motociclisti, e non ultimo i pedoni SULLE STRISTE.Vigili che si girano dall’altra parte mentre automobilisti sono al cellulare. Se non ci sono le regole …….a puttane.
Hai ragione Stefano.
Le regole devono essere rispettate da tutti.
Le regole devono anche essere giuste e devono essere fatte applicare.
In Italia ci sono mille vincoli all’installazione degli autovelox, ad esempio.
E questo non va bene.
Grande Stefano, unico commento intelligente e realistico.
È stato lui in primis a non rispettare le regole, l’avesse fatto ora sarebbe ancora vivo.
Egregi. io faccio il rappresentante quindi il sederino nella macchina lo metto per tantissimi chilometri in tante citta della mia regione Emilia Romagna, se non avesi ritorsioni legali avrei tirato giu dalla macchina molte persone, perchè fermarsi per far passare un pedone sulle strisce per molti automobilisti è una perdita di tempo, ma dove devi andare 50 secondi cosa ti cambiano. e cosi dappertutto, il mio sederino poi lo metto per altri kilometri sul sellino della bici. e li rabbrividisco della mancanza di educazione stradale . ESISTE ANCHE LA SEGNALETICA ORIZZONTALE ………. e per parlare di Hayden dal distorsione del tetto dell macchina ……….valuta tu l’impatto…… in quella strada ci sono i 50.
Quello che ritengo inopportuno è inserire la pubblicità all’interno di queste notizie, sfruttandole per il proprio ritorno economico. Inoltre prima si accusare sarebbe bene avere una contezza dei fatti basata su fatti oggettivi. Nessumo di quelli che scrivono erano presenti al momento dell’incidente.
Caro Max,
Questa non è una notizia, questo è un commento.
La pubblicità c’è affinché tu possa leggere gratuitamente non solo la singola notizia, ma tutto il sito perché Bikeitalia non riceve finanziamenti dallo stato.
Saluti.
Senza voler essere l’avvocato difensore (neppure richiesto) di nessuno, mi sembra che qualcuno non abbia capito il senso dell’articolo. Senza entrare nel merito dei singoli casi, credo che l’autore abbia voluto far emergere che la velocità, nella maggior parte dei casi, è una concausa che aggrava gli esiti di un incidente che, se fosse avvenuto a velocità ridotte, magari si sarebbe risolto con qualche contusione/frattura ma senza decessi e/o gravi invalidità. A Stefano vorrei dire che, quando parla di ciclisti che non rispettano lo stop, passano con il rosso e vanno contromano, non credo tu stia parlando di aspiranti suicidi. Pedalare contromano lungo il margine sinistro (per chi viene dalla parte opposta) ritengo sia molto più sicuro che percorrere la stessa strada nella speranza che nessuno ti tamponi, ti prenda di striscio (sorpasso radente) oppure svolti a destra 5-10 metri dopo averti superato. Senza contare le aperture della portiera del conducente. Queste sono le mie considerazioni e, posso dirti che, pedalando quotidianamente a Roma, ritengo sia più sicuro per un ciclista svoltare a destra ad un semaforo rosso (sempre prestando attenzione che non sopraggiunga nessuno) piuttosto che ripartire da un semaforo con le auto che ti sfrecciano vicine in quanto magari a loro volta vengono sorpassate da altre auto. Sarei curioso di vedere se il comportamento di alcuni automobilisti, invece di incrociare/sorpassare pedoni/ciclisti/motociclisti, si trovassero ad affiancare mezzi più “prestanti” della loro tipo camion/tir e via dicendo, sarebbe lo stesso.
Comunque sia, il mio augurio è per un futuro migliore per tutti.
Cari saluti.
Per chi già la butta addosso, nel caso del povero ma disattento Nicky, all’automobilista partendo dal presupposto che non stesse viaggiando nel limiti di velocità, vorrei suggerire di fare un salto su YouTube e cercare video dei crash test euro ncap. Quei test sono effettuati a 50km/h ed i risultati sono visibili.
Io sono automobilista e motociclista. Per entrambi ho fatto un corso di guida in strada. Tanto quanto lo fanno i ragazzini per il motorino.
I ciclisti… No.
Semplice.
Per inciso i ciclisti professionisti già dalle prime squadre giovanili vengono, che io sappia, proprio istruiti alla circolazione stradale a traffico aperto per gli allenamenti.
Andiamo piano a demonizzare politici, automobilisti ed altri.
I primi responsabili della nostra sicurezza siamo noi stessi.
Compreso chi é famoso ed una bravissima persona, che decide di allenarsi in bici, non rispetta uno stop d avendo la musica in cuffiette magari non sente neanche la macchina arrivare.
Credo, e qui sostengo in pieno il ragionamento di Paolo, che la ricalibratura di molte corsie inutilmente larghe (e che potrebbero così lasciare lo spazio alle corsie ciclabili) sarebbe utilissima per aiutare a far percepire i limiti di velocità. E su questa materia la responsabilità è tutta del legislatore.