A noi piacerebbe parlare solo della bellezza della bici, del vento in faccia, della libertà, ma la cronaca locale ci riporta costantemente a una realtà diversa. Questa volta ad essere coinvolto è un ragazzino di 12 anni, investito in bici a Bologna, in via Toscana. Al momento lotta fra la vita e la morte in ospedale.
Come ricorda il comunicato stampa di Salvaiciclisti Bologna, questo incidente, ed altri simili, non devono essere visti come fatalità inevitabili, bensì come logiche conseguenze di una “sciagurata gestione della sicurezza stradale”.
Sì, perché le soluzioni ai problemi della mobilità nelle città italiane esistono, si conoscono bene, vengono già adottate in alcuni casi. “A un anno dalla sua presentazione, non ci sono ancora tempi e certezze sulla realizzazione del Biciplan, il quale prevede ciclabili nelle strade più trafficate e usate dai ciclisti (tra le quali, chiaramente, anche via Toscana). Avremmo potuto salvare la vita di un bambino se ad oggi la ciclabile fosse in cantiere?” puntualizza e si chiede l’associazione Salvaiciclisti
Proprio le proposte di modifica alla viabilità di via Toscana avevano incontrato alcune proteste. “Si dà ascolto a chi vuole superare i limiti di velocità e non si pensa alla sicurezza.
È così che vediamo rassicurare chi protesta per due autovelox che non ne verranno installati altri, anziché considerarli una necessaria tutela per tutti, automobilisti compresi; rassicurare le mamme sul fatto che potranno scorrazzare liberamente dove c’erano preferenziali, con discutibili categorizzazioni degli utenti.”
Infine, anche le regole che già esistono spesso vengono disattese e il j’accuse di Salvaiciclisti è perentorio: “Le forze dell’ordine non agiscono in modo efficace sul controllo della velocità, della doppia fila e della fermata abusiva”.
Il comunicato stampa di Salvaiciclisti si chiude con l’invito a firmare una petizione per la realizzazione della ciclabile su via Toscana.
Ma, al di là della presenza o meno della ciclabile, resta un grande interrogativo: come è possibile che sulla stessa strada circolino in contemporanea autoarticolati e bambini in bicicletta? Uno di due di questi soggetti è palesemente di troppo e l’ultimo fatto di cronaca non fa che evidenziare questo aspetto.
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