Il terzo e ultimo appuntamento con i video documentari dedicati da ARTE.TV al mondo della bici.
La bici come lotta politica: per la libertà di appropriarsi degli spazi, per il diritto di sopravvivere nelle metropoli trafficate, per il rispetto dell’ambiente. La bici è anche strumento per le rivendicazioni dei movimenti femministi, strumento di lavoro di fattorini sottopagati, è un simbolo che unisce gli attivisti delle masse critiche – critical mass – delle città europee e americane. Nel terzo e ultimo episodio di “Biking Boom” su ARTE in italiano, trovate una splendida panoramica dei risvolti politici della cultura ciclistica.
Tra i protagonisti dell’episodio c’è Nick Swindon, corriere a Londra, che combatte ogni giorno per i diritti dei più deboli della strada. Per anni ha protestato contro la pericolosa pianificazione stradale, e contro i salari in calo e gli spietati orari di lavoro nel settore dei rider. Andi Xoch viene invece dall’EastSide di Los Angeles, un quartiere dimenticato, in cui soprattutto le donne di origine latinoamericana lottano contro la discriminazione. Lo fanno con le loro biciclette: per la libertà e l’indipendenza, per le strade dove poter muoversi in sicurezza. In Iran, nel 2016, è stata proclamata una fatwa contro il ciclismo femminile. Ma le donne iraniane non si sono scoraggiate e anche a Teheran la bici è diventata un’arma politica
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