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Il 76% degli italiani vuole più bici sulle strade

Gli italiani hanno fame di mobilità attiva. È l’aspetto che emerge con maggiore forza dal 15° Rapporto sulla mobilità degli italiani presentato da ISFORT pochi giorni fa.

Il rapporto dipinge un quadro moderatamente positivo, con un chiaro, benché modesto, aumento nell’uso di bici, piedi o trasporto pubblico locale (TPL) da parte degli italiani negli ultimi anni.

Ma gli italiani vogliono che si faccia di più. Alla domanda “quali mezzi si dovrebbero incentivare con investimenti pubblici e politiche di sostegno?” il 76% degli intervistati risponde “la bici”.

Anche vedendo il problema dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico, è chiaro a quasi tutti gli intervistati (88%) che una fra le soluzioni più efficaci è la bicicletta.

Un aspetto interessante è che a voler effettivamente usare di più la bici è il 38,8% degli intervistati, circa la metà di chi vorrebbe che le due ruote a pedali fossero incentivate. Questo dimostra una chiara consapevolezza del fatto che chi si muove in bici fa bene a tutti, non solo a sé stesso: meno auto in strada e mezzi pubblici meno congestionati sono il servizio che i ciclisti offrono a tutti i cittadini.

È il contesto stesso degli spostamenti degli italiani che rende la bici la scelta vincente: il 76,5% degli spostamenti infatti avviene in un raggio inferiore ai 10km, distanza sotto la quale la bici è quasi sempre il mezzo più veloce.

È chiaro quindi che la prospettiva futura riguardo l’uso della bici (o della mobilità attiva in generale) è positiva. Manca però un tassello decisivo: la risposta di chi amministra le nostre città, che troppo raramente coglie questa richiesta di mobilità.

Lo si vede chiaramente dal prossimo grafico: il tasso di motorizzazione continua ad aumentare.

Che gli italiani mentano quando dicono di volere più bici sulle strade? O magari sono spinti a usare l’automobile da forze più grandi di loro (sprawling urbano, percezione errata di sicurezza…)?

C’è un gap fra ciò che vogliono gli italiani e la situazione reale. In una democrazia, sta ai decisori politici colmare questo gap. Gli italiani sono pronti.

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