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La Sardegna approva il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica

Come riportato da FIAB, la Giunta della Regione Sardegna ha approvato pochi giorni fa il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica.

sardegna in bici

Tutte le regioni italiane, in seguito alla approvazione della Legge Quadro sulla Mobilità Ciclistica, sono tenute a preparare dei Piani che coordinino la progettazione dei percorsi ciclabili provinciali e comunali, armonizzandosi anche con i 10 percorsi di interesse nazionale individuati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.

Con un Piano Regionale ben definito è anche possibile avere maggiore successo nel richiedere finanziamenti a livello europeo, oltre che nazionale, come sottolineato da Edoardo Balzarini, assessore ai Lavori Pubblici della Regione Sardegna.

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica in Sardegna comprende 52 itinerari, per una lunghezza totale di 2649km. I percorsi sono stati studiati per rispondere alle necessità di residenti e cicloturisti.

Come sottolineato il responsabile del Coordinamento Regionale FIAB nella regione, Virgilio Scanu, è ora necessario sfruttare i 15 milioni di euro già stanziati per alcuni percorsi, e trovare nuovi fondi per la realizzazione dell’intera rete.

La Sardegna ha già una fitta rete di strade a scarsissimo traffico, nel suo interno, lungo le quali è già oggi possibile fare cicloturismo, adattandosi un po’ (due esempi qui: uno e due). La messa in sicurezza dei tratti più critici, la realizzazione di una segnaletica dedicata, e la nascita di servizi dedicati ai cicloturisti potranno far sviluppare enormemente questo settore in una regione ad altissima attrattività.

Il cicloturismo permette di destagionalizzare l’offerta, e far scoprire anche l’interno di questa magnifica terra. Se milioni di cicloturisti pedalano lungo le grigie pianure centro-europee, quanti vorranno venire a scoprire la Sardegna, così come le altre regioni italiane? Basta creare l’offerta in maniera professionale.

Come farlo? Lo spieghiamo nel corso Bikeitalia su “Cicloturismo: progettazione e promozione” – clicca per saperne di più.

Commenti

  1. Avatar Barbara ha detto:

    Lascio un mio commento con la mia esperienza fatta nel 2017-18 in bici intorno al mondo per 17 mesi, all’età di 51 anni e senza grandi allenamenti. C’è tanto da imparare da altri paesi perché come spesso accade abbiamo posti incredibili ma servizi è strutture rimaste indietro, inesistenti o addirittura non mirate al cicloturismo. Diciamo la verità alla parola “bicicletta” si associa prevalentemente il mondo maschile con bici da corsa vestiti in lycra sponsorizzata pedalando in doppia fila e chiacchierando. Certo l’Italia si sta organizzando ma è necessario per le persone che stanno organizzando che montino in sella e che facciamo esperienza, soprattutto all’estero. I paesi che hanno da insegnare in fatto di servizi mirati ai ciclo-turisti sono (secondo la mia esperienza): Francia (rete percorsi-segnaletica), Svizzera (segnaletica) Taiwan (servizi) Giappone (servizi) USA (percorsi-campeggi). Prossima esperienza sarà ad ottobre in Sardegna. Nel 2017 l’esperienza italiana è stata pessima confido nella accoglienza sarda. Barbara

  2. Avatar Stefano Zanghellini ha detto:

    Nei percorsi ciclabili nelle “grigie pianure centroeuropee” , dagli altopiani della Baviera alle coste del Baltico, dai boschi della Slesia ai laghi polacchi, lungo tutti i fiumi europei, dall’Ebro alla Sava, ho sempre trovato ciclabili ben segnate e curate, ristorazione, alloggio, servizi dedicati, assistenza, disponibilità verso il ciclo turista,; e oltre a Storia, cura e amore per il paesaggio.!E anche tanto sole.

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