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Perché i ciclisti pedalano in senso vietato

Perché i ciclisti pedalano in senso vietato

In questi giorni si fa un gran parlare delle proposte di modifica al codice della strada.

Tra tutte, la proposta di consentire il “controsenso ciclabile” o “senso unico eccetto bici”  ha creato animate discussioni tra chi lo ritiene uno strumento necessario per governare la mobilità di una città e chi invece ritiene che sia solo una concessione a una categoria indisciplinata per natura e desiderosa solamente di generare il caos sulle strade.

In caso di dubio tra due alternative in materia di gestione dello spazio, la cosa migliore in genere è fermarsi un attimo per studiare il fenomeno di cui si parla. Si possono leggere tomi e articoli scritti da esperti , frequentare conferenze e seminari e si può andare in strada per vedere cosa avviene realmente, senza farsi trascinare da pregiudizi.

Per farmi un’idea ho portato una videocamera in strada dove ho registrato i comportamenti dei ciclisti che vanno in controsenso su via Quadrio a Milano, unica via di collegamento tra il quartiere Isola e via Farini. Ho riassunto il tutto in un video di poco più di un minuto:

Ciò che emerge è che in via Quadrio i ciclisti vanno in senso contrario perché non hanno altra scelta possibile se non un marciapiedi affollato di bambini, vecchi, cani, etc. E se ci fate caso, questo avviene ogni volta in cui un ciclista va in controsenso (non contromano, ché si procede sempre sulla destra).

Ci sono migliaia di persone che ogni giorno sono costrette a percorrere via Quadrio (e migliaia di altre strade in Italia) in condizioni di assoluta precarietà perché l’opinione comune ritiene troppo pericoloso restringere la strada e fare spazio a una corsia ciclabile che proceda in senso contrario.

Permettere il controsenso ciclabile non è un privilegio per i ciclisti, ma è uno strumento tecnico da mettere nelle mani dei sindaci delle nostre città affinché lo usino quando serve per gestire la mobilità dei propri cittadini. E se non vi piace l’idea che i ciclisti possano andare in contro senso, perché non cambiamo prospettiva? Perché non lo chiamiamo “doppio senso eccetto auto”?

Commenti

  1. Serena D'angelo ha detto:

    Forse più che concedere il controsenso ai ciclisti si potrebbero mettere segnaletiche per indicare strade ciclabili vicine o percorribili nel doppio senso di marcia.

  2. Theo ha detto:

    Penso che il titolo non copre l’argomento. Anche qui in Italia ci sono gia’ tanti tratti stradali dove c’e’ la pista ciclabile a lato in senso opposto (anche qui a Bologna). In Olanda e Belgio spesso (quasi sempre) in quei casi c’e’ il divieto di parcheggiare macchine da quel lato.
    Quindi si deve andare avanti con questa pratica ma ovviamente in modo che tutti si sentono sicuri ad andare.

  3. Marco ha detto:

    Bambini, anziani in bici controsenso……. ma di cosa stiamo parlando. Ci vogliono grandi cervelli per proporre queste cose, iil colmo essere anche d’accordo.

  4. Alessandro Vianello ha detto:

    Non sono d’accordo!
    Lo ritengo pericoloso e inutile. Sono anche io un ciclista convinto, e autorizzare il transito controsenso lo trovo francamente stupido!
    Per cosa poi? Guadagnare un minuto? Faccio il giro più largo, in bici non ho problemi. Vado ovunque, rispettando il senso di marcia e gli altri utenti della strada (e del marciapiede!).
    Già adesso se ne vedono di tutti i colori, con imbecilli che sfrecciano sui marciapiedi in mezzo alla folla, o tra le auto, incuranti degli altri…
    No grazie! Siamo italiani e quindi cialtroni per definizione! Servirebbero più regole, altro che libertà ulteriori!

    1. italo ha detto:

      Io vivo in Belgio/Olanda ormai da anni e li quasi tutti i sensi vietati sono permessi alle biciclette. Non mi risulta ci siano incidenti e tantomeno ingorghi causati dalle biciclette. Considerate che le strade cittadini sono strette anche qui ed il numero di ciclisti e’di almeno dieci volte superiore a quello italiano. E’ solo questione di educazione e di buon senso da entrambe le parti.
      P.S. i ciclomotori sono equiparati ai ciclisti e molto spesso dove siste poco spazio questo e’ dedicato alle biccilette e non ai pedoni. Qui praticamente nessun pedone si ferma in strada sul marciapiede a fare roccolo e chiacchierare. Esistono posti proposti per questo.

  5. Brenno ha detto:

    Sono d’accordo. Non è così difficile abituarsi a guardare da entrambi lati. Come non è difficile al ciclista guardare i pedoni. È tutto questione di buon senso e democrazia. La macchina sta perdendo suo status, per svariati motivi, e è ora che impari a condividere spazi e, soprattutto, che sia consapevole della sua pericolosità a tutti quelli che non sono coperti da una scatola di metallo. Buon senso e democrazia.

  6. Massimiliano ha detto:

    Le macchine parcheggiate sulla sinistra nel video come fanno ad uscire senza rischiare un incidente? E di chi sarebbe la colpa?

    1. adriano ha detto:

      Le macchine parcheggiate sul lato sinistro, che occupano uno spazio riservato al parcheggio, porranno la giusta attenzione prima di uscire. Se pretendete il rispetto da parte degli altri utenti della strada, dovete rispettare le loro stesse regole.

  7. Tocco ha detto:

    Articolo scritto da un ciclista quindi palesemente di parte… Ma anche io lo sono.
    Personalmente non vado praticamente mai controsenso ma spesso lo vedo fare e serve spesso a risparmiare pochi minuti se non meno ancora sul un tragitto, mettendo a repentaglio la propria e altrui sicurezza, passi per le auto che arrivando di fronte a te facilmente ti vedono ma spesso i pedoni attraversano guardando solo dal lato del senso giusto e a quel punto basta un attimo per finire sotto una bici

  8. Bruno ha detto:

    Io vado in bicicletta da 40 anni e mai signori di andare in contromano su una strada trafficata per fare prima o risparmiare strada come fanno i coloni del filmato. Inoltre nessuno indossa il regolare giubbino catarifrangente e qualcuno e senza luci o campanello come dice il codice della strada. Siamo indisciplinati in generale e dovrebbe esserci più severità e più multe. Inoltre chi è più indisciplinato è lo scooterista che ti sfreccia sua a dx che a sx e ti taglia la strada

    1. Marietto ha detto:

      Regolare giubbino catarifrangente? Di cosa stai parlando? Da come lo dici, sembra quasi che ci sia un obbligo di giubbino in orario diurno e magari pure in centro urbano!

    2. Ciclista Sdraiato ha detto:

      Solo un piccolo appunto: il giubbino o le bretelle catarifrangenti sono obbligatori solo fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e nelle gallerie, quindi a complemento delle luci che in quegli orari e in tutte le occasioni in cui la visibilità è ridotta devono essere comunque accese
      Per il resto, insisto che bisognerebbe pensare a reintrodurre l’educazione civica e stradale nelle scuole e fuori. Vedo troppa gente che scambia la libertà per un’autorizzazione a prevaricare
      Che chi ha buon senso lo usi! Vale anche (o soprattutto?) per gli urbanisti

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