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Rendere prescrivibile la bici ne aumenterebbe l’uso?

Si parla molto del tema della prescrivibilità dell’attività fisica e della bici come strumento per la cura e la terapia delle malattie della sedentarietà (diabete, cardiopatie, ipertensione). In altri paesi, come Inghilterra, Canada e Scozia, questa pratica è già realtà. Ma la sola prescrizione da parte del medico di base, incrementerebbe davvero l’uso della bici nella popolazione adulta?

L’analisi della letteratura scientifica e delle campagne effettuate in giro per il mondo racconta di un valore sicuramente positivo della prescrizione dell’attività fisica ai malati da parte del medico di base ma solo se vengono soddisfatte tre condizioni essenziali:

  1. Il medico deve essere motivato alla prescrizione dell’attività fisica al posto della classica terapia farmacologica. Spesso l’attività fisica non è compresa né conosciuta dal medico, poiché non fa parte della sua formazione accademica. Se il medico non conosce ciò che sta per prescrivere, allora sarà portato a non prescriverla del tutto;
  2. La prescrizione non deve essere generica bensì mirata sulle esigenze del paziente. Non si potranno effettuare prescrizioni mediche di attività fisica generiche ma dovranno essere il più individuali possibili. Il medico dovrebbe valutare il paziente, la situazione patologica e la volontà (o l’esperienza) all’attività fisica e solo allora prescrivere un percorso di terapia tramite il movimento. Il Ministero della Salute Canadese ha creato un protocollo in nove passi per permettere ai medici di consigliare la giusta terapia ai pazienti. Prescrivere a chiunque la bici avrebbe un effetto boomerang, portando alla possibilità di vedere annullato l’effetto della prescrizione stessa;
  3. Presenza di un laureato in movimento umano e sport che supporti il paziente nel percorso di avvicinamento alla bici. La sola prescrizione, senza un adeguato aiuto tecnico, non basta per modificare le abitudini di una persona sedentaria. E’ necessario che vi sia un supporto continuo da parte dell’esperto che segua la persona fino a quando questa non sia diventata autonoma.

Si apre quindi una questione: se vogliamo davvero che la possibilità della prescrizione della bici come terapia abbia successo, si devono prima creare gli esperti che possano supportare al meglio i malati che vorranno iniziare un percorso terapeutico con la bici stessa.

Servono dei bike wellness manager, dei laureati in scienze motorie opportunamente formati.

Altrimenti, come raccontano le campagne, anche la prescrivibilità dell’attività fisica potrebbe essere un buco nell’acqua.

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