News di bici

Perché per fermare il riscaldamento globale dobbiamo lavorare su mobilità e trasporti

Perché per fermare il riscaldamento globale dobbiamo lavorare su mobilità e trasporti

Il cambiamento climatico è una realtà ormai indiscussa e gli scienziati sono concordi che la causa principale è la concentrazione di CO2 in atmosfera generata, in particolare, dall’utilizzo di combustibili fossili.

Le richieste che i movimenti ambientalisti stanno rivolgendo alla politica riguardano principalmente la transizione dalle energie fossili alle energie rinnovabili, ma troppo poco viene detto su quali debbano essere gli ambiti di intervento specifici.

Eppure gli studi non mancano: l’Unione Europea, ad esempio, ha dipinto un quadro dettagliato di come siano distribuite le emissioni di gas climalteranti per settore. Il 40% delle emissioni è generato dalla produzione di energia e questo è noto.

traffico roma

Quello che troppo spesso viene taciuto è che il secondo maggior responsabile delle emissioni di gas climalteranti è il settore dei trasporti che impatta per un quarto delle emissioni totali.

La cosa che desta maggiore preoccupazione è che mentre tutti i comparti industriali stanno progressivamente diminuendo il proprio impatto sull’ambiente, quello dei trasporti è cresciuto incessantemente dal 1990 fino al momento dell’inizio della crisi economica del 2008 quando si è registrata una timida riduzione non certo imputabile a politiche dedicate.

grafico emissioni europa
Terminata la crisi in gran parte dell’Europa, dal 2013 in poi, le emissioni di CO2 provenienti dal settore dei trasporti hanno infatti ricominciato a crescere.
E se andiamo a vedere come si compone l’impatto totale del settore dei trasporti, si scopre facilmente che il 72% del totale delle emissioni di CO2 generate proviene dal trasporto su gomma e su strada.

grafico emissioni trasporti
Il motivo è facilmente immaginabile: il tasso di motorizzazione è in costante aumento e ci sono politiche troppo deboli e troppo poco efficaci per stimolare l’uso di veicoli a basso impatto ambientale.

A questo punto del discorso, gli ambientalisti da discount entrano a gamba tesa suggerendo la sostituzione di tutto il parco auto circolante con veicoli elettrici, come se fosse una cosa che potremmo fare dalla sera alla mattina, senza considerare che, se anche da oggi vietassimo la vendita di auto con motore endotermico, ci vorrebbero la bellezza di 28 anni per sostituire tutti i veicoli in circolazione (per approfondimenti, vedi qui: click).

L’unica soluzione plausibile è quindi iniziare a ridurre gli spostamenti in auto inutili: il 50% degli spostamenti in auto all’interno delle città italiane hanno una percorrenza inferiore a 2,5 km, ovvero una distanza che sarebbe percorribile in bicicletta in meno di 10 minuti.

Di quanto ridurremmo l’impatto dei trasporti se convincessimo questi cittadini a usare la bicicletta invece che l’auto?

Il problema è che i cittadini sono disponibili a muoversi in bicicletta solamente in condizioni di sicurezza, ma fino ad oggi le scelte politiche delle amministrazioni locali, nazionali ed europee sono andate in tutt’altra direzione stimolando l’utilizzo dell’automobile invece che i mezzi a basso impatto ambientale.

L’IPCC (la più alta autorità delle Nazioni Unite sul clima) ci ha detto chiaramente che se non invertiamo la rotta entro il 2030 sul tema delle emissioni di CO2, raggiungeremo il punto di non ritorno e la Terra si trasformerà in un luogo inospitale per il genere umano.

Continuare con le politiche dei piccoli passi renderà impossibile risolvere il problema: oggi servono scelte radicali che costringano gli amministratori a prendere decisioni, magari impopolari, ma necessarie.

I commenti non vanno online in automatico ma vengono prima letti e moderati dalla redazione: la loro pubblicazione di norma avviene nei giorni feriali tra le 9 e le 18.
I commenti che non rispettano queste linee guida potranno non essere pubblicati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *