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“La strada è di tutti, a partire dal più fragile”: che cosa farà la politica?

Abbiamo un enorme problema di condivisione degli spazi pubblici e le utenze fragili della strada sono in pericolo anche quando attraversano sulle strisce o pedalano sulla destra ai margini della carreggiata: perché per decenni, in una società plasmata a misura di quattroruote, è mancata la giusta attenzione per pedoni e ciclisti o, meglio, per le persone. Perché in fondo, quando scendiamo da un mezzo a motore, siamo tutti persone che camminano o pedalano: ci spostiamo in modo sano e consapevole senza creare traffico e smog. Siamo tutti cittadini e abbiamo pari dignità e uguali diritti: ma è necessaria una tutela maggiore, perché nella giungla d’asfalto siamo le vittime predestinate immolate sull’altare della velocità, della distrazione alla guida e del menefreghismo.

In questo difficile contesto, c’è chi non gira la testa dall’altra parte ma s’impegna ogni giorno per esigere il rispetto della vita sulla strada, in nome di chi quella vita se l’è vista strappare via: l’iniziativa della Fondazione Michele Scarponi “La strada è di tutti, a partire dal più fragile” è stata lanciata in occasione del Giro d’Italia sui social da Marco Scarponi, fratello di Michele e segretario generale della Fondazione, ma in pochi giorni si è riversata sulle strade attraversate dalla carovana rosa.

Tifosi, cicloamatori, ciclisti urbani e attivisti per la sicurezza stradale hanno fatto proprio il messaggio veicolato con l’hashtag #lastradaèditutti confezionando striscioni da esporre durante il passaggio dei corridori tappa dopo tappa, oppure dipingendolo direttamente sull’asfalto posato di fresco come ha fatto la Brigata Preneste alla salita del Monte Tuscolo, in un luogo-simbolo per omaggiare lo scalatore Michele – l’Aquila di Filottrano – che è anche metafora della fatica che ancora dobbiamo fare per arrivare a questo importante risultato. E proprio in questi giorni di metà maggio in Italia, che a causa dei cambiamenti climatici in atto sembra novembre, il Parlamento sta per approvare la riforma del Codice della Strada con importanti novità che riguardano gli utenti vulnerabili: sarà la volta buona?

Il testo unificato delle proposte di legge recanti modifiche al Codice della Strada è stato presentato il 14 maggio 2019 e contiene importanti novità che, se approvate, potrebbero dare un nuovo corso alla mobilità nelle nostre città perché finalmente vanno nella giusta direzione: come la denominazione di “strada scolastica” con limite di velocità a 30 km/h e possibilità di installare appositi rallentatori; come l’introduzione della “casa avanzata”, cioè la linea di arresto per biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli; o come anche l’introduzione della distanza minima laterale di un metro e mezzo da lasciare quando si supera una bicicletta (un segnale importante, anche se la sua effettiva applicazione sarà comunque difficile da garantire, ndr).

distanza-sicurezza-ciclisti-auto

La tutela delle utenze vulnerabili sarà garantita per legge anche se “si accingono ad attraversare la strada” e non più solo se “hanno iniziato l’attraversamento”; gli attraversamenti pedonali potranno essere dotati di elementi di segnalazione luminosa e quelli non semaforizzati da sensori per attivare segnali luminosi di pericolo in caso di attraversamento di pedoni. Sarà possibile prevedere anche elementi fisici di rallentamento su strade a più corsie, come “innalzamento della pavimentazione, disassamento dell’asse stradale, chicane e restringimenti di carreggiata”. Una road diet che, se approvata, farà bene a tutti.

Per questo, visto che “La strada è di tutti, a partire dal più fragile”, ritengo che la politica abbia il dovere di rendere effettive queste proposte di modifica che, dopo tanti anni, potrebbero disegnare nuove strade, finalmente a misura di persona: cambiare si deve, cambiare si può.

Commenti

  1. Avatar Antonio Colombo ha detto:

    Forse la politica farà qualcosa ma sicuramente non verrà applicato .

  2. Avatar stefano ha detto:

    questo film me lo voglio proprio vedere tutto, mi piazzo in prima fila coi popcorn e assisterò allo spettacolo di ogni stop ridisegnato con la casa avanzata, automobilisti che mi passeranno rispettosissimi e guarderanno sempre prima di aprire la portiera, ciclabili con la riga per terra senza nessun motorino che ci sfreccia sopra…percorsi raccordati e pensati per chi usa la bici tutti i dì….
    Battute a parte, sono appena tornato dal giro dei 4 stati (100 km lungo la ciclovia del Reno, Svizzera, Liechtenstein, Austria e Germania) e le attenzioni alla ciclabilità che esistono ad appena un passo da noi ce le sogniamo…

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