Con la mappa in mano puntate il dito su Trieste, superate il confine italiano e muovetevi ad est per una cinquantina di chilometri. Il vostro dito a questo punto con molta probabilità si ritroverà nel bel mezzo di una foresta, accanto ad un orso, con un castello fiabesco di fronte sospeso tra i monti e una grotta millenaria sotto i piedi. Il Carso Verde, detto anche Carso Sloveno, una zona nel sud-est della Slovenia. L’intero paese conta 20.300 km² (pari alla Puglia), per cui questa piccola area risulta perfetta per essere esplorata in bici lungo strade secondarie e sentieri sterrati in sella ad una bici gravel o una mountain bike. Bastano una manciata di giorni e due ruote per godersi le meraviglie di questo angolo di mondo poco conosciuto che consente di pedalare in sicurezza tra prati e paeselli dove i servizi ricettivi sono di buona qualità e all’insegna del turismo sostenibile.
L’itinerario in bicicletta nel Carso Sloveno è di tre giorni e prevede una cinquantina di chilometri al giorno. Può essere stuzzicante per i polpaccetti più allenati ma si può anche affrontare comodamente con una e-bike da affittare in loco.
“Il solo vero viaggio, il solo bagno di giovinezza, non sarebbe quello di andare verso nuovi paesaggi, ma di avere occhi diversi, di vedere l’universo con gli occhi di un altro, di cento altri, di vedere i cento universi che ciascuno di essi vede, che ciascuno di essi è.” Marcel Proust
All’arrivo in Slovenia, ci immergiamo nella natura incontaminata trascorrendo la prima notte in un posto speciale, dove i vicini di casa sono orsi e volpi. Siamo in un paesino che conta meno di cento abitanti e prende il nome di Podcerkev, nella valle Loška Dolina, a 62 km da Lubiana. Qui dal 2009 è aperto l’Ostello della Gioventù Ars Viva che si presenta come un vero e proprio centro culturale la cui anima è Benjamin Žnidaršič. Cercate “Beno” quando arrivate, chiedete di lui…non vedrà l’ora di raccontarvi la sua storia e mostrarvi gli spazi recuperati di questa antica fattoria dove oggi troviamo una grande sala conferenze, una galleria per opere d’arte, una sala lettura e uno splendido anfiteatro all’aperto che vanta come fondale le montagne verdeggianti e in lontananza la cima bianca dello Sneznik.
L’Ars Viva è il primo ostello della gioventù sloveno completamente accessibile alle persone in carrozzella. «Se va bene per me» racconta Beno «va bene per tutti! Questo è un mio progetto di vita in continua evoluzione, ogni mese nascono nuove idee da sviluppare. Questo luogo è così grazie al supporto di molte persone. Ci sono circa 80 volontari che collaborano e mi aiutano, sono sia persone del posto che persone che arrivano qui magari solo una volta all’anno. Anche le facoltà universitarie di turismo, architettura, scienze e biologia lavorano con noi».
All’Ars Viva hanno delle handbike da affittare oltre alla possibilità di fare equitazione e partecipare a vari tipi di workshop, come ad esempio quello sulla lavorazione della creta e del legno o il workshop di pittura e scultura. Beno è un formidabile “pittore a bocca” e nel tempo libero si diletta componendo poemi e incentivando l’uso delle nuove tecnologie per supportare le persone che come lui sono paraplegiche. E’ garantito, con lui chiacchierando farete tardi e allora, prima di coricarvi, chiedetegli di farvi assaggiare la grappa di patate.
GIORNO 1 – Le Grotte di Križna Jama, il lago Bloke, il lago di Cerknica, Rakov Škocjan
“Si viaggia per contemplare: ogni viaggio è una contemplazione in movimento”. Marguerite Yourcenar
Il carso sloveno viene giustamente descritto come un affascinante mondo a due facce, costituito dalla faccia verdeggiante che si sviluppa in superficie e da quella sotterranea, oscura, segnata dagli spettacolari fenomeni carsici. Per i viaggiatori il binomio è attraente perché offre la possibilità di fare escursioni di diverso tipo. Possiamo spalancare finestre su paesaggi incantevoli, dove lo sguardo corre fra colline, pascoli e foreste ma possiamo anche infilarci in cunicoli oscuri e freddi, per addentrarci in una grotta e andare in profondità ad esplorare la arterie della terra. Si tratta di due esperienze complementari che restituiscono sensazioni diverse ma che hanno però un punto di contatto non indifferente: la dimensione temporale in cui ci portano. Il tempo si dilata e noi diventiamo parte minima di un abbraccio sconfinato. Di fronte ad alberi secolari o in una cattedrale di stalattiti, il tempo disegna davanti ai nostri occhi la sua forza. E se le foreste arrivano a ricoprire circa il 60% del territorio sloveno, le grotte ammontano addirittura a 8 mila (di cui solo 22 aperte al pubblico).
La prima grotta in cui ci rechiamo è quella di Križna Jama, che dista 10 chilometri dall’Ars Viva e che si raggiunge facilmente in bici attraverso strade secondarie e un sentiero finale sterrato che porta davanti all’ingresso. Non c’è coda, siamo le sole turiste e dobbiamo aspettare la guida perché gli ingressi sono limitati: si può entrare solo se accompagnati e in piccoli gruppi. Le visite vanno da un’ora a 5 ore; alcuni punti sono visitabili da un massimo di 100 persone l’anno. Tutto questo per impattare il meno possibile sull’ambiente delicatissimo e ancora “selvatico”. Gasper – la nostra guida – prima di entrare ci invita ad indossare una giacca a vento e ci fornisce stivali e torce elettriche. Ci spiega gli aspetti peculiari di questa grotta acquatica che è la più protetta in Slovenia e vanta di essere la quarta al mondo per ricchezza in biodiversità.
È famosa per i 22 laghi sotterranei che si susseguono in 9 chilometri e per il ritrovamento delle ossa dell’orso delle caverne che ha abitato qui per circa 10.000 anni. Entriamo da una scalinata scolpita nella roccia e dopo un centinaio di metri ci troviamo già in profondità, nel buio totale. Non c’è illuminazione artificiale né ci sono passerelle in cemento. Puntando la luce delle torce intorno a noi, oltre alle sculture naturali in calcare create dall’erosione scopriamo di essere circondate da piccoli pipistrelli che qui svernano; vediamo incise nelle rocce le unghiate degli orsi che sono passati facendosi strada nelle tenebre guidati dall’olfatto e di cui si possono ammirare i resti in una teca (un cranio di orso delle caverne è davvero enorme!). Su una parete troviamo le firme di chi nel tempo ha esplorato questo spazio. Percorriamo così la galleria principale dove via via sale il fragore dell’acqua che scorre, fino ad arrivare al primo lago che si può attraversare con un gommone. L’esperienza è davvero suggestiva, arrivate al centro del lago dalle acque color smeraldo spegniamo le torce per qualche secondo. Silenzio. La faccenda è chiara: siamo sospese in un luogo decisamente inospitale per l’essere umano, dentro ad una dimensione lontana dalla quotidianità…sono pochi secondi di grande suggestione.
Dopo questa prima visita rimontiamo in sella per dirigerci verso il lago di Cerknica. Per pranzo ci fermiamo in un posto delizioso: il piccolo lago di Bloke dove tra l’altro è possibile sfoggiare il costume e farsi un tuffo in acqua. Per il pranzo consigliatissimo è il chiosco Hisa Nasprot Sonca, che è il bar-ristorante del Hija Camping, dove potete gustare un tipico pranzo sloveno all’aperto lungo la riva.
Nel pomeriggio arriviamo al lago di Cerniknica, il più grande lago stagionale d’Europa, frutto anche questo del fenomeno carsico. Pedaliamo attraversando uno splendido paesaggio dove il cielo si specchia nella distesa d’acqua. Durante i periodi piovosi il lago appare per poi scomparire in estate lasciando al suo posto una distesa di prati. L’ambiente offre un quadro molto interessante per flora e fauna e fa parte di un parco naturale dove si contano ben 200 specie diverse di uccelli.
Merita una visita il museo Jederski Hram che è un piccolo museo etnografico a conduzione familiare. Qui ci accoglie Natasha che spiega il discorso dell’intermittenza del lago attraverso un modello plastico animato costruito da suo padre e ci illustra il legame della popolazione locale con il lago, l’eredità culturale che ha lasciato soprattutto nella vita dei pescatori, di cui sono conservati ed esposti gli arnesi da lavoro. Salutiamo Natascha che ci ha accolto con gentilezza per ripartire verso un altro luogo imperdibile di questo itinerario: Rakov Skocjan, il più antico parco paesaggistico della Slovenia.
Un posto che lascia a bocca aperta per la natura che offre è sicuramente Rakov Škocjan, una dolina carsica formatasi in seguito al crollo del soffitto di una grotta. Lasciamo le bici nel mezzo di un bosco per scendere lungo il fiume Rak ed arrivare a piedi ai due spettacolori ponti chiamati Veliki e Mali most, il grande ponte e il piccolo ponte. In una quindicina di minuti, con un piccolo trekking lungo un sentiero tra le rocce, ci ritroviamo di fronte ad immense architetture naturali formatesi per via delle rocce calcaree erose dall’acqua. Passaggi, ponti, grotte e fiumi…ecco il cuore del carso verde.
Ripartiamo alla volta di Postojna, dove soggiorniamo nell’ostello della gioventù Proteus, che offre una sistemazione spartana ed economica. Risparmiamo sul dormire ma ci concediamo una cena coi fiocchi al ristorante Proteus, uno dei più chic della città. Ce ne andiamo a letto con la pancia piena e con una domanda: Proteus, chi era costui? La risposta arriva l’indomani.
GIORNO 2- Le grotte di Postumia – Il parco della storia militare di Pivka – Il castello di Prem
“Ogni cento metri il mondo cambia” (Roberto Bolaño)
Ad un passo dal centro città si trovano le famosissime grotte di Postumia, le più grandi e più gettonate d’Europa che annoverano oltre 38 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un’importante meta turistica con un’atmosfera completamente diversa da quella che si respira nelle grotte di Križna Jama. Se là ci siamo sentite delle esploratrici, qui è parso a tutte di stare in una specie di lunapark. L’illuminazione artificiale è studiata per mettere in risalto la bellezza di questi 24 chilometri di gallerie, sale, corridoi con stalattiti e stalagmiti, che si attraversano nella prima e nell’ultima parte salendo su un trenino. Luci e passerelle agevolano la visita a quello che di fatto è uno spettacolare museo sotterraneo attraversato da corsi d’acqua e dal fiume Pivka. Queste grotte sono l’habitat naturale di 150 specie animali ma una per fascino spicca fra tutte: il Proteus, il più grande animale di grotta del mondo, che tanto assomiglia ad un cucciolo di drago e che si può ammirare all’interno di una vasca. Misura circa una spanna ed essendo un animale cavernicolo è cieco e depigmentato. Può rimanere senza cibarsi per anche dodici anni e può vivere fino a cent’anni. E’ una creatura ancora molto misteriosa per gli studiosi ed è stata eletta a simbolo della città insieme al drago.
Lasciamo Postumia e attraversando la campagna pedaliamo fino al parco della storia militare di Pivka che consigliamo anche alle anime pacifiste: visitarlo con una guida permette di approfondire la storia recente di questo paese, il processo di indipendenza della repubblica slovena ed in particolare la guerra d’indipendenza del 1991. L’allestimento è moderno e ben fatto. Oltre alla mostra permanente ‘Strada verso l’autonomia’ si possono visitare diversi padiglioni dove sono in mostra elicotteri, aerei, carri armati, mezzi corazzati e un sottomarino in cui non esitiamo ad entrare. Può forse intimorire o lasciare perplessi l’esposizione di tutte queste armi che però qui vogliono rappresentare i tasselli di una storia complessa. Come ci spiega la nostra guida, è un luogo questo dove si cerca di fare memoria.
Dopo la natura e la storia, chiudiamo la giornata con un tocco romantico andando al castello medioevale di Prem, che sorge in cima alla collina Brkini da cui si gode di una bella vista, ottimo punto panoramico per l’ora del tramonto. E’ un castello di piccole dimensioni avvolto da un fascino antico, si può visitare in meno di un’ora e merita attenzione anche solo per la suggestiva sala centrale dove le pareti scure sono affrescate con i segni zodiacali.
Pernottiamo in un luogo non lontano dal castello, immerso nel silenzio e nel verde, da non perdere per la sua genuinità. É l’agriturismo Jenezinovi, gestito da una coppia di signori gentili appassionati del loro lavoro e della loro terra. A tavola siamo circondati da specialità, bevande e squisiti dolci fatti in casa secondo la tradizione. Ci dicono i coniugi Česnik: «Voi li chiamate bio, eco ed organic, noi diciamo semplicemente cibo». E come dargli torto?
GIORNO 3- Il castello di Predjama
“Tutto è magia, o niente.” (Novalis)
L’ultima tappa è al castello di Predjama che dista una decina di chilometri dalle grotte di Postumia. Arrivando rimaniamo stupefatte dalla costruzione suggestiva e imponente che nel libro dei guinness dei primati risulta come il più grande castello al mondo costruito al riparo di una grotta, misurando 123 metri in altezza. L’ambiente all’interno è freddo e misterioso, la visita con le audio guide illustra i vari spazi, dalle cucine alla sala delle torture, dall’armeria medioevale alle stanze da letto. Ci immergiamo in un’altra epoca immaginando la vita aspra ai tempi del cavaliere Erasmo che qui abitò circondato da leggende. Scendiamo e saliamo scale, attraversiamo porte e passaggi finché io e le mie compagne di viaggio ci ritroviamo su una balconata.
Rimaniamo a guardare dall’alto l’orizzonte che abbiamo attraversato in bicicletta fino a qui, pedalando insieme. Dalle colline lontane, lo sguardo avanza e arriva tra tavoli del bar sottostante dove in lontananza notiamo una mano che si muove in aria: è la ragazza di Tomaz, la nostra guida, che ci è venuta a salutare e ci aspetta fuori. Rispondiamo alla bella sorpresa sventolando le nostre mani. Siamo ancora nel quadro, dentro al viaggio ma di fronte abbiamo il momento dell’arrivederci. E allora prima di uscire suoniamo la piccola campana incastonata nella finestra esprimendo un desiderio, come vuole l’usanza…che un nuovo viaggio da raccontare inizi presto, in bici!
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