“Parigi capitale mondiale della bici”: lanciata la sfida a Copenaghen

Anne Hidalgo, sindaco della capitale francese dal 2014, ha le idee chiare in termini di mobilità.

Il suo sogno è che Parigi diventi “una capitale mondiale della bici”. In una intervista concessa al Journal du Dimanche ha ribadito, nonostante le critiche, di voler continuare con il Plan Vélo 2020.

Entro l’anno prossimo infatti saliranno a 1000 i km di piste ciclabili presenti in città, un aumento del 50% rispetto all’inizio del suo mandato.

Il tutto è incentrato sul cosiddetto REVe, Reseau Express Vélo (Rete ciclistica veloce). La parola gioca sia sulla più famosa RER (la rete di treni locali), che sulla parola omofona rève, sogno. Il sogno, in gran parte realizzato, è quello di avere assi di spostamento veloce in bici da nord a sud, da est a ovest, e lungo la Senna. Un po’ come accade a Londra con le Super Cycle Highway, le “superciclabili” veloci per le lunghe percorrenze urbane.

Fra le strade interessate dai lavori, anche il famoso Quai d’Orsay, lungo la riva della Senna, rue de Rivoli e gli Champs-Elysées: le ciclabili non vengono fatte dove danno meno fastidio possibile alle automobili, bensì lungo gli assi principali di spostamento della città. Molti cantieri che attualmente occupano le strade di Parigi saranno portati a termine entro l’estate. A settembre quindi, al rientro nelle scuole o al lavoro, sarà più facile scegliere di usare la bici.

A 9 mesi dalle prossime elezioni, la Hidalgo punta ancora sulla bici per ottenere il rinnovo del suo mandato. E non si limita a espandere l’infrastruttura ciclabile. Il Plan Vélo comprende infatti incentivi all’acquisto di bici per un totale di 10 milioni di euro. In totale durante questo mandato sono stati stanziati 150 milioni di euro sulla ciclabilità, dei quali 63 milioni per le piste ciclabili. Altri fondi sono stati destinati alla creazione di 17mila posteggi per bici (dalle semplici rastrellierie alle velostazioni dentro le stazioni ferroviarie) entro il 2020. È grazie a questa serie di misure che l’uso della bici nel primo trimestre del 2019 è aumentato del 34%.

Più difficile si è rivelata la gestione di Vélib 2, il sistema di bike sharing di Parigi, che ha sofferto di disfunzioni che sembrano però rientrate. Alle attuali 12mila bici ne dovrebbero essere affiancate altre 6mila entro la fine dell’anno.

“La nostra ambizione è quella di rendere Parigi una capitale mondiale della bici. Per fare ciò sono necessari dei cantieri. Alcuni parigini possono essere irritati da questi cantieri, ma sanno perché lo facciamo. Sarebbe peggio non farlo. ”

È obbligatorio trasformare la città per adattarla ai cambiamenti climatici. Inoltre, bisogna agire – velocemente – contro l’inquinamento dell’aria. Chi sceglie di lasciare l’auto e usare la bici si rende conto dei vantaggi in termini di qualità di vita, se i percorsi sono sicuri. Ci si sposta più velocemente in bici (15 km/h) che in auto (14 km/h).” Le parole della Hidalgo rivelano una grande chiarezza di pensiero.

Il successo di Parigi nel promuovere l’uso della bici è sancito anche dagli esperti di Copenaghenize, che hanno innalzato la posizione della capitale francese nella top 20 delle città più amiche della bici, dal 17esimo posto del 2015 all’ottavo del 2019 (nella lista non si trova alcuna città italiana).

Riuscirà Parigi a raggiungere l’obiettivo di avere il 15% di spostamenti in bici sul totale entro il 2020? Vedremo, ma la strada segnata sembra essere quella giusta.

Commenti

  1. Avatar GIOVANNI SANDONA ha detto:

    Viva la bicicletta sempre avanti.

  2. Avatar Giovanni ha detto:

    Profondissima invidia…speriamo nell’effetto emulazione per l’Italia?

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