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10 falsi miti sulle piste ciclabili, secondo il Guardian

Il Regno Unito non è certo in ottime condizioni, fra la Brexit e il caos al governo. Anche l’informazione britannica non è sempre sinonimo di qualità: pochi giorni fa su Channel 5 è andato in onda un “documentario” volto a dimostrare quanto i ciclisti siano brutti e cattivi. Lo scontro fa audience.

Però, c’è un però.

C’è un quotidiano, il Guardian, che è da tempo attento ai problemi della mobilità urbana, e del ciclismo urbano in particolare. E lo fa con competenza, toni pacati, atteggiamento scientifico. Uno degli ultimi articoli sul tema, che vi invitiamo a leggere in versione originale sul sito del quotidiano, risponde punto per punto a 10 false convizioni che molti hanno riguardo alle piste ciclabili. Si tratta di un testo utile non solo oltremanica, ma anche da noi, per questo abbiamo deciso di proporvene una sintesi.

1: Le piste ciclabili causano traffico e quindi inquinamento

A parte il fatto che spesso le ciclabili possono essere ricavate semplicemente riducendo la larghezza delle corsie (e non eliminandone una), ridurre l’offerta di spazio per le automobili serve a ridurre anche la domanda di spazio.

2: Nessuno le usa

Questo mito è legato strettamente al precedente: ciò di cui non ci si rende conto è che una pista ciclabile è molto più efficiente di una normale strada occupata da automobili. È più efficiente nel senso che trasporta più persone a parità di spazio. Bastano 10 auto per far sembrare una strada intasata. 10 ciclisti occupano molto meno spazio, e la ciclabile sembra vuota.

3: Sono usate solo da persone bianche e benestanti

Questo falso mito è più diffuso nel mondo anglosassone che da noi. Anzi, da noi c’è spesso l’idea opposta. In ogni caso, una eventuale mancanza di diversità nella popolazione che usa una infrastruttura segnala la necessità di migliorare l’infrastruttura, non di eliminarla.

4: Ostacolano il commercio

Questo mito invece è ben diffuso anche da noi. È fra i più vecchi e i più facili da confutare: sono ormai decine gli studi che dimostrano che strade a misura di persone favoriscono le vendite.

5: Sono pericolose per i pedoni

È vero solo se sono fatte male. Le ciclabili devono essere realizzate togliendo spazio alle auto, non ai pedoni. Non accettiamo la logica della guerra fra poveri.

6: I ciclisti non rispettano la legge, quindi non dovrebbero avere ciclabili

E se dicessimo “gli automobilisti non rispettano la legge, quindi blocchiamo la circolazione delle auto”? I ciclisti non rispettano la legge così come non la rispettano gli automobilisti, i pedoni o i guidatori di mongolfiere.

7: In bici è impossibile trasportare oggetti pesanti o ingombranti

A parte il fatto che è possibile noleggiare cargo bike elettriche con capacità di carico sorprendenti, non è che tutti devono sempre obbligatoriamente spostarsi in bici. Non c’è niente di male, quella volta all’anno che può servire, a noleggiare un furgone per trasportare un divano.

8: Non siamo in Olanda, né in Danimarca

Neanche l’Olanda era l’Olanda prima di essere l’Olanda. Spieghiamo: anche in Olanda dagli anni ’50 ai ’70 lo spazio pubblico era quasi totalmente dedicato alle auto. Poi hanno deciso di cambiare; nonostante la pioggia e il vento.
E poi basta con Olanda e Danimarca, ormai stanno puntando sulla bici anche Londra, Parigi, Madrid, la Germania…

9: Fare ciclabili costa troppo

A Manchester stanno considerando la possibilità di fare 1800 miglia di percorsi ciclabili, con una spesa di 1,5 miliardi di sterline. La stessa cifra è stata stanziata per rifare una singola rotatoria nel Bedfordshire. Rispetto all’infrastruttura per le automobili, le ciclabili costano pochissimo, sia per la realizzazione che per la manutenzione.

10: non servono

E allora che cosa facciamo per ridurre traffico, inquinamento, sedentarietà? Non c’è nulla di più efficiente né di più semplice della bici.

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