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Retromarcia del Comune di Milano: cancellata la giornata senz’auto

Retromarcia del Comune di Milano: cancellata la giornata senz’auto

Contrordine, compagni: dopo l’adesione del Comune di Milano al Car Free Day (Giornata mondiale senz’auto) previsto per il 22 settembre, è arrivato il dietrofront da parte del Comune che ha rivisto la propria strategia rispetto alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.

L’annuncio è arrivato in occasione della conferenza stampa di Milano Bike City, la rassegna di eventi che anche quest’anno animerà il capoluogo lombardo proprio in concomitanza con la SEMS: dopo un lungo intervento da parte del sindaco, Beppe Sala, in cui ha cantato le lodi della bicicletta come strumento per la mobilità e il benessere, è arrivata la secca domanda da parte dei giornalisti che hanno chiesto conto del Car Free Day.


La foto di rito alla conferenza stampa di Milano Bike City

La risposta è stata affidata all’assessore alla mobilità, Marco Granelli, che con un lungo giro di parole ha fatto capire che l’idea iniziale di chiudere al traffico e aprire alle persone l’intera Area C era naufragata a causa della concomitanza con la settimana della moda. “Faremo delle iniziative spot”, ha dichiarato.

È stato quindi compito dell’assessore alla mobilità togliere le castagne dal fuoco, dopo che lui stesso si era impegnato per l’adesione alla giornata mondiale senz’auto, suggellando l’accordo con una foto in cui stringeva la mano alla presidente di FIAB Ciclobby Milano, Guia Biscaro, e alla coordinatrice internazionale della Fancy Women Bike Ride, la “nostra” Pinar Pinzuti.


La stretta di Mano tra Granelli, Biscaro e Pinzuti per l’adesione di Milano al Car Free Day

L’incontro tra l’assessore e le due attiviste milanesi arrivò dopo un confronto tra lo stesso Granelli e Sala durante il quale il sindaco avrebbe garantito pieno supporto politico all’iniziativa.

Come se non bastasse, il 22 luglio, la giunta meneghina, aveva espresso parere favorevole all’adesione sposando una mozione del gruppo consiliare “Milano Progressista”.

Il retromarcia del Comune ha generato molti mal di pancia, soprattutto tra i biciclettari e gli ambientalisti e non è mancato chi ha deciso, in segno di protesta, di cancellare la propria adesione agli eventi della Milano Bike City.

Tra i politici meneghini il silenzio regna sovrano, rotto solo dal consigliere di maggioranza Carlo Monguzzi, che ha dichiarato: “L’industria della moda è, dopo quella petrolifera, la seconda industria più inquinante al mondo. Pensate che messaggio straordinario le modelle/i che viaggiano e sfilano in tram magari con in mano non la bottiglietta di plastica ma la borraccia del sindaco.
Le domeniche senza auto non risolvono ovviamente tutti i problemi ma sono uno strumento formidabile per indicare una direzione.
Siamo in emergenza climatica e ogni atto dell’istituzione deve essere conseguente.”

E proprio il riferimento all’emergenza climatica offre uno spunto di riflessione: lo scorso 20 maggio il Comune di Milano ha approvato (alla vigilia del secondo sciopero globale per il clima e delle elezioni europee) la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale, un documento che impegna le istituzioni milanesi a impegnarsi per il contenimento delle emissioni di gas climalteranti e aumentare le misure di mitigazione per contenere gli effetti del cambiamento climatico.

A distanza di oltre 3 mesi arriva invece la doccia fredda: il traffico automobilistico (il principale responsabile delle emissioni di CO2 in ambito urbano) non può essere limitato neppure per un giorno, neppure per una domenica, perché, nonostante le dichiarazioni, le priorità sono altre.

Tra la tutela dell’ambiente e la moda, il Comune ha scelto la moda e le istituzioni saranno probabilmente in prima fila proprio la sera del 22 settembre alla Scala per le premiazioni del Green Carpet Fashion Award.

A noi non resta che esprimere la nostra solidarietà all’assessore Granelli che ha dovuto mettere la faccia su una clamorosa retromarcia che dimostra che a Milano c’è un potere più grande del suo e di tutta la giunta.

E qui la domanda che resta aperta: chi comanda veramente a Milano se la Giunta comunale non può decidere di chiudere per un giorno la città alle auto?

Commenti

  1. Fabio ha detto:

    Impedire l’utilizzo delle auto, anche un solo giorno, nel 2019 non è un discorso plausibile, ragionando un attimo capiremmo tutti il perché. Avrebbe invece più senso limitarlo, magari mettendo restrizioni più rigide l’area C o anche alla B. Impedire di circolare a Milano in macchina può voler dire negare l’accesso magari a chi sta tornando dalle ferie, il che sarebbe totalmente ingiusto, o anche solo negare a chi vuole trascorrere un week end fuori porta di farlo.. Insomma è solo un’iniziativa insensata frutto di un ragionamento egoistico, le iniziative serie sono altra cosa

    1. Paolo Pinzuti Paolo Pinzuti ha detto:

      Viceversa non farlo significa negare il diritto ai cittadini di godere della propria strada anche solo un giorno all’anno. La coperta è corta, amico mio.

  2. Federico ha detto:

    Incredibile, ha ragione Franceso come al solito il cambiamento deve arrivare dai cittadini.
    Propongo di organizzare una Critical Mass la domenica, partenza di giorno con varie tappe in giro per Milano. Invadiamo le strade.

  3. Francesco ha detto:

    Che tristezza. Ulteriore conferma che il cambiamento può arrivare SOLO dai cittadini direttamente coinvolti. Chi “traffica” (doppio senso intenzionale), non fa altro che seguire l’interesse più grande e immediato. La capitale della moda non può voltare la faccia a milioni di euro per una “stupida e infruttuosa iniziativa ambientalista”. Macché…

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