Auto a guida autonoma, airbag esterni, telecamere e sensori di emergenza, ci raccontano questo le pubblicità di auto che vediamo o sentiamo più volte al giorno: macchine sempre più sicure e più intelligenti. Peccato però, che i dati riguardo all’incidentalità stradale non accennano a migliorare tanto quanto ci si aspetterebbe da tutta questa nuova tecnologia.
Ce lo racconta il nuovo report annuale rilasciato dall’Nhtsa (National Highway Traffic Safety Administration), l’ente federale americano che si occupa di sicurezza stradale. I dati si riferiscono allo scorso anno, il 2018, quando solo negli Stati Uniti sono morte 36.560 persone in incidenti stradali (come se una piccola cittadina italiana sparisse da un anno all’altro!), un dato in calo rispetto al 2017, ma comunque considerevole.
Analizzando questi dati, ciò che sorprende è che nel 2018 solo negli Usa sono morti 6.283 pedoni, un numero in crescita del 3,4% rispetto al 2017 ma soprattutto il dato più alto dal 1990. Un ulteriore preoccupante aumento si registra anche per chi sceglie di muoversi in bici, con 857 morti (+6,3%).
Sembra dunque che per pedoni e ciclisti, che le strade americane ospitino un parco auto di Chevrolet anni ’90 o recentissime Jeep Cherokee all’ultimo grido non cambi poi molto in termini di sicurezza.
A peggiorare il report di Nhtsa si aggiungono i test condotti dall’Aaa (American Automobile Association). L’associazione americana che corrisponde al nostro ACI, ha effettuato delle prove utilizzando manichini e auto con sensori per il rilevamento della presenza di pedoni, dimostrando che il passante viene colpito con il 60% di probabilità, che diventa quasi il 90% nel caso in cui si tratti di un bambino.
I test sono stati effettuati prevalentemente di giorno, a una velocità di 30 km/h. Replicando le prove di notte, quando la visibilità si riduce, l’investimento del pedone è praticamente assicurato. Non a caso il 76% di tutti i pedoni uccisi nel 2018 in America è stato coinvolto in incidenti dopo il tramonto, quando i sensori anti-collisione sono praticamente inutili.
Quanto riguarda la pericolosità delle strade per i ciclisti, le statistiche mostrano che gli USA sono secondi solo a un altro paese… l’Italia, che si attesta al primo posto al mondo come nazione più pericolosa per chi sceglie di muoversi in bicicletta, con 51 vittime ogni miliardo di chilometri percorsi, rispetto alle 49 morti negli Stati Uniti.
NHTSA > 2018 Fatal Motor Vehicle Crashes: Overview
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Tecnologia pagata a caro prezzo che sembra non essere sufficiente a migliorare le condizioni delle strade, soprattutto per chi non è all’interno dell’abitacolo. Ma è importante considerare un fatto: la popolazione di una nazione, che siano gli USA, l’Italia o un altro paese, è costituita solo in parte da automobilisti, mentre tutta la popolazione di una nazione può definirsi “pedone“, perché tutti, chi più e chi meno, ci muoviamo per le nostre città senza una scatola di metallo che ci protegge 24 ore su 24.
È evidente quindi che la sicurezza delle strade non possa dipendere esclusivamente dalla tecnologia ma sia indispensabile aggiungere tanto buon senso e spazi pensati per tutti gli utenti della strada e non solo per le auto.
Non so su cosa si basino per funzionare i famosi sensori anticollisione che vengono pubblicizzati come la panacea di tutti i mali nelle pubblicità delle case automobilistiche, ma se sono così inefficienti non fanno altro che portare i conducenti delle auto a un falso senso di sicurezza e nei casi limite a un disinteresse per chi sta loro intorno: chi glielo fa fare di stare attenti, quando “la macchina frena da sola”? Salvo poi interrogarsi sul perché col muretto la macchina ha frenato e col pedone/ciclista no
La sicurezza stradale è una cosa troppo importante per essere demandata a una centralina, quindi non posso che concordare al 100% con le conclusioni di questo articolo e ricordare a tutti di guidare, pedalare e camminare con la testa, anche per chi non ne ha