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Dalle Cronache di Narnia alle Gole del Nera in bicicletta

L’antica Narnia: molti di voi ricorderanno “Le Cronache di Narnia”, la serie di romanzi resi celebri dal grande schermo a partire dal 2005. Quello che forse non tutti sanno però, è che il magico mondo immaginario raccontato nella saga di Lewis esiste davvero e la sua porta di accesso è a meno di 100 chilometri a Nord della Capitale.

«Quando Walter Hooper chiese a C.S. Lewis dove aveva trovato la parola Narnia, Lewis gli mostrò il suo atlante Murray’s Small Classical Atlas, ed. G.B. Grundy (1904), che aveva comprato quando stava leggendo i classici con il suo istitutore Kirkpatrick presso Great Bookham (1914-1917). A pagina 8 di questo atlante c’è una mappa dell’Italia con le iscrizioni in lingua latina. Lewis aveva sottolineato il nome di una piccola città chiamata Narnia, semplicemente perché amava il suono di questa parola. Narnia – o “Narni” in italiano – si trova in Umbria, a metà strada tra Roma ed Assisi».
(Roger Lancelyn Green and Walter Hooper, C.S. Lewis: A Biography)

Ovviamente, da queste poche righe, sembrerebbe che Lewis abbia preso in prestito solo l’antico nome dell’attuale Narni, mentre i luoghi in cui sono ambientati i racconti high fantasy sarebbero solo il frutto della sua immaginazione, eppure basta fare una piccola “evasione” lasciandosi trasportare da un po’ di fantasia per scoprire che effettivamente c’è un mondo quasi surreale intorno a quella “piccola città” dell’Umbria.

Narni è una cittadina con poco meno di 20 mila abitanti, la cui parte più antica ancora oggi conserva un aspetto medioevale che evoca tempi lontani, quando cavalieri, eroi , donne guerriere e creature mitiche animavano leggende straordinarie creando un’atmosfera quasi onirica una parvenza della quale, ancora oggi, è possibile rivivere soprattutto durante i giorni della “corsa all’anello” ma non solo. Narni si trova in provincia di Terni in una posizione facilmente raggiungibile da chi percorre, con l’auto, il raccordo tra il casello dell’A1 presso Orte, e Terni, raccordo al quale è connessa anche la E45 che collega l’Umbria alla Romagna passando per Perugia. Chi invece scegliesse il treno, può prendere uno dei tanti regionali dalle principali stazioni del centro Italia: Roma termini/tiburtina, Ancona, Perugia, Spoleto e Terni.

Quello che vorrei suggerire è un percorso che, insieme ad un numeroso gruppo di partecipanti, ho fatto durante una delle ultime uscite stagionali previste dal calendario dell’Associazione Thyrus cycling team di Terni che, durante l’estate 2019, ha organizzato diverse escursioni, soprattutto in mtb: La vecchia ferrovia Spoleto Norcia – tour del lago di Piediluco e della Cascata delle Marmore – Giro del Terminillo – Giro del centro Italia e Gole del Nera.

Il percorso inizia da Narni scalo, nel nostro caso, per essere più precisi dagli impianti sportivi, da cui si arriva al “Ponte di Augusto” o meglio, ciò che rimane di un antico ponte romano utilizzato per attraversare il fiume Nera i cui ruderi, comunque, sono ancora in grado di suscitare un fascino speciale, come testimoniano i tanti dipinti realizzati dai numerosi artisti del cosiddetto “grand tour”.

Da qui si raggiunge facilmente la provinciale 1 che si percorre fino ad arrivare alla statale 3 lungo la quale si scende per un breve tratto, verso Terni, fino a svoltare a destra sulla Provinciale 64. Dopo meno di un chilometro, sulla sinistra si vede un piccolo laghetto artificiale detto di Recentino o dell’Aia dal nome del torrente che lo alimenta, congiuntamente ad un canale proveniente da una deviazione del fiume Nera.

Come detto, si tratta di un invaso artificiale, di circa 2 milioni di metri cubi di acqua che alimenta una centrale idroelettrica posta proprio sulle Gole del Nera e a cui il bacino è collegato attraverso gallerie sotterranee che passano sotto il centro storico di Narni. Sulle sue acque, ricche di pesci, trovano un habitat ideale non solo le folaghe, gli svassi e diverse specie di anatre selvatiche ma anche molti gabbiani e cormorani, soprattutto nel periodo invernale. Appena superato il lago si svolta a destra su una strada bianca ed inizia uno sterrato lungo il quale si continua a pedalare fra gli ulivi e campi coltivati fino a raggiungere il convento dei cappuccini vecchi che appare improvvisamente su una radura, appena usciti dal folto bosco di lecci. Imboccata la Provinciale 20 si procede per un breve tratto verso Narni prima di svoltare a sinistra per rientrare sotto la fitta vegetazione del bosco e da qui si comincia a pedalare lungo il tracciato di un antico acquedotto romano, fino a raggiungere ponte Cardona, presso il quale è stato individuato il centro geografico d’Italia.

Centro d’Italia – Nel 2006, Giuseppe Angeletti, geografo perugino, calcolò in base ai dati dell’Istituto Geografico Militare il Centro d’Italia peninsulare, escluse cioè le isole, e quindi la Sicilia e Lampedusa, che sono le estensioni più meridionali di tutto il territorio nazionale. Il luogo individuato risultò essere presso Narni, non lontano da ponte Cardona dove, già dagli anni ’90, la proloco aveva scelto di collocare un cippo che simbolicamente rappresenta il centro geografico d’Italia.

Si trova nel mezzo di un bosco meraviglioso dove una fitta vegetazione di lecci e querce secolari, ha custodito per millenni un antico acquedotto romano ancora ben visibile, un’opera idraulica lunga circa 13 chilometri che ha rifornito di acqua Narni ed altre località limitrofe, fino al 1923. Ponte Cardona è un’ opera architettonica ben conservata che era parte di quell’acquedotto e lo si attraversa percorrendo il sentiero sottobosco, realizzato seguendo il tracciato del canale sotterraneo, dove scorrevano le acque, un cunicolo, per altro, ispezionabile dalla superficie attraverso alcune delle 139 bocchette di cui era dotato.

Vi erano, inoltre, 55 pozzi e tre trafori, il tutto per raccogliere l’acqua da sette sorgenti e trasportarla all’interno delle mura, dove finiva nelle cisterne cittadine ed, in parte, alimentava tre fontane pubbliche. L’escursione continua proseguendo oltre il ponte, lungo un sentiero all’ombra della macchia mediterranea, fino a giungere presso una radura dove lo scenario cambia repentinamente e ci si trova di nuovo alla luce del sole.

Dal Ponte d’Augusto Al Centro d’Italia – scarica la traccia gpx

All’improvviso, da dietro una distesa di ulivi, appare la rocca dell’Albornoz che emerge in tutta la sua maestosità con cui dal 1367, anno della sua costruzione, sovrasta, come una sentinella, la valle del fiume Nera e la strada Flaminia che dà l’accesso a Narni dal lato sud, mentre, verso est controlla la conca Ternana con la strada che scende da Perugia. La Rocca, che ricorda quella di Spoleto, ha forma quadrangolare con quattro torri ai suoi angoli collegate tra loro dalla cinta muraria a racchiudere il cortile interno ed era collegata per via sotterranea ad un avamposto militare posto presso il centro abitato.

Scesi dal colle della Rocca, attraverso le stradine che si snodano sotto gli edifici medievali di Narni, si raggiunge la centrale Piazza Garibaldi che è attraversata dalla strada Flaminia e dalla quale, passando sotto la cattedrale di San Giovenale, si può continuare il tour all’interno del centro cittadino per visitare chiese, palazzi medioevali e luoghi interessanti e suggestivi come la “Narni sotterranea”. Tornando in piazza Garibaldi e procedendo in direzione Roma, dopo una breve salita, sulla destra c’è un ampio marciapiede che arriva fino a margine del della rupe da cui si può osservare un panorama bellissimo con la sottostante vallata del fiume Nera che, in questo punto, forma delle gole sovrastate dai fitti boschi che ricoprono le montagne circostanti.

Le Gole del Nera – Da un po’ di tempo con questo nome ci si riferisce ad un percorso ciclopedonale inaugurato nel 2016 dopo una riuscita operazione di recupero della vecchia tratta ferroviaria, dismessa in seguito all’apertura di una nuova galleria. Ovviamente le Gole esistevano già da prima ed altro non sono che una valle solcata dal fiume Nera che scorre ai piedi di montagne dalle pareti piuttosto ripide e rocciose, dove si scorgono delle caverne che in altri tempi erano la dimora di anacoreti, forse provenienti dalla vicina abbazia benedettina di San Cassiano edificata sullo stesso versante. Ci sono dunque tutti gli elementi paesaggistici, storici, spirituali e naturalistici che rendono le gole del Nera un luogo davvero unico e magico.

Dal centro storico di Narni si possono raggiungere scendendo, dal suddetto marciapiede-belvedere, attraverso delle scalette che portano fino ad un arco da cui si esce dalla cinta muraria, per poi proseguire lungo una stradina che scende dal versante occidentale del colle in cui sorge la città, fino a raggiungere la via Tiberina. Giunti a questo punto, si attraversa la strada e si continua a scendere per un breve tratto, lungo uno sterrato fino ad immettersi sulla strada Statale 3 e si continua in direzione Nera Montoro, sulla sinistra, fino a raggiungere il ponte che attraversa il fiume.

Superato il passaggio, si continua su di una stradina e dopo una breve salita si arriva alla ciclabile delle Gole del nera. Pochi chilometri più avanti, il fiume, dopo aver raccolto le acque della centrale idroelettrica di Recentino, forma una sorta di laghetto ai piedi del piccolo borgo di Stifone le cui case vi si riflettono mescolando i loro colori con quelli delle infiltrazioni sulfuree e della vegetazione circostante così da creare un’atmosfera davvero suggestiva. A vedere l’acqua cristallina dalla cui superficie si scorge benissimo il fondale viene voglia di tuffarsi, ma le Mole, così si chiama questo posto incantato, sono piuttosto pericolose sia per il fatto che la temperatura dell’acqua é molto bassa, 10-15 °C, sia per gli improvvisi rilasci della centrale, non sempre segnalati dalla sirena, e che fanno salire il livello del fiume in maniera piuttosto consistente e repentina.

Gole del Nera – scarica la traccia gpx

Autunno stagione ideale – Per un’escursione in bici, l’autunno è forse il periodo ideale, poiché il tratto di strada corrispondente al tracciato della vecchia ferrovia, non è ombreggiato ma anche perché in questo periodo i boschi circostanti danno il massimo, sia in termini paesaggistici, con i colori degli arbusti come la quercia e l’ornello che iniziano a tingersi di tonalità calde o di piante sempreverdi come il corbezzolo che tuttavia arrossisce per la maturazione dei suoi frutti, sia in termini naturalistici per la grande varietà di funghi che offrono questi boschi e la cui raccolta è consentita nel rispetto della normativa regionale dell’Umbria. Giunti al termine del percorso, si torna indietro verso quel Ponte di Augusto da cui si era partiti attraversando due gallerie ben illuminate, dopo un’escursione che ci ha portato attraverso la natura ed il paesaggio, l’arte e la spiritualità, la storia e duemila anni di opere di ingegneria idraulica. Non resta altro che fare un incontro enogastronomico, per scoprire le tradizioni umbre, in una delle tante locande e trattorie di questa antica terra al centro d’Italia.

Riflessione – Ho avuto già modo di esprimere la mia opinione in merito al ruolo insostituibile di associazioni che, come in questo caso la Thyrus, organizzano una serie di escursioni esclusivamente per il piacere di promuovere un territorio, ancora poco conosciuto, condividendone le bellezze quanto più possibile. Una vera e propria attività di marketing territoriale che troppo spesso viene snobbata dalle istituzioni e che invece riesce a pieno quando, come è accaduto a Narni, c’è sinergia tra i vari soggetti, quali operatori turistici, imprenditori, titolari di strutture ricettive, associazioni ma anche singoli cittadini e naturalmente amministratori. Un ringraziamento particolare va al comune di Narni per la sensibilità dimostrata verso quest’iniziativa mettendo a disposizione, cosa tutt’altro che scontata, una pattuglia della polizia municipale per garantire la sicurezza dei ciclisti e degli altri utenti della strada

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