Che cosa stiamo facendo per salvaguardare il futuro del pianeta e la salute delle persone che lo abiteranno? Poco, molto poco: il 20 novembre è la Giornata Internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è anche l’occasione per riflettere sull’ambiente e sulla qualità dell’aria nelle città, dove ogni giorno il traffico motorizzato nelle ore di punta contribuisce ad aumentare i livelli di smog, specie intorno agli edifici scolastici.
La settimana scorsa a Roma è stato presentato il progetto CleanAir@School, un’iniziativa coordinata dall’Agenzia Europea per l’Ambiente con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere le scuole delle città europee proprio sul tema della qualità dell’aria: uno dei più rilevanti per la salute dei cittadini, a partire dai bambini e dagli adolescenti. L’inquinamento atmosferico è una minaccia invisibile e silente che mina la salute umana e i più esposti sono proprio i bambini che nei loro primi anni di vita possono sviluppare problemi come asma e scarso sviluppo polmonare.
Anche l’Agenzia britannica per la salute raccomanda alle amministrazioni di mettere in atto misure per garantire una minor esposizione all’inquinamento atmosferico, soprattutto dei bambini. Tra gli interventi pratici suggeriti per ridurre i danni causati dall’inquinamento atmosferico ci sono una migliore pianificazione del territorio, per diminuire la necessità di utilizzare l’auto per spostarsi e favorire forme sostenibili di mobilità: utilizzare i mezzi pubblici, andare a piedi e in bicicletta, promuovere il car pooling per ridurre numero di auto in circolazione e, di conseguenza, produrre meno traffico e smog.
I comportamenti individuali, nell’economia di una politica attiva di riduzione dell’inquinamento, possono fare tanto: le abitudini quotidiane di ciascuno di noi, messe tutte insieme, possono incidere e ciascuno può fare la propria parte. L’opera di sensibilizzazione e di educazione, anche grazie all’informazione, è fondamentale. Ne è convinto anche il direttore sanitario dell’Agenzia britannica Paul Cosford: “Dovremmo smettere di oziare al di fuori delle scuole, dovremmo assicurarci che i bambini possano camminare o andare in bicicletta a scuola, e dovremmo assicurarci che le scuole lavorino con i genitori su come possono fare del loro meglio per questo”.
Intanto in Italia si moltiplicano le iniziative dal basso per promuovere la mobilità attiva dei bambini: ne sono un esempio i genitori e gli accompagnatori del “bike to school” o dei “pedibus” in molte città, che si danno appuntamenti lungo il tragitto per raggiungere insieme la scuola a piedi o in bicicletta. Lo è certamente l’Associazione Massa Marmocchi di Milano – che per il suo impegno in questi anni il prossimo 7 dicembre riceverà l’Ambrogino d’Oro, la più alta onorificenza milanese – che proprio per il 20 novembre ha organizzato davanti a diverse scuole meneghine un’iniziativa di sensibilizzazione che rientra nel più ampio progetto nazionale delle Strade scolastiche-school streets che ha come obiettivo di dare a tutte le bambine e i bambini italiani uno spazio sicuro davanti alle scuole. Al questo progetto hanno aderito anche Cittadini per l’Aria, Legambici, Milano Bicycle Coalition: basta auto davanti alle scuole.
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