In questi giorni sta imperversando sui principali canali televisivi italiani e anche sul web uno spot dell’Alfa Romeo in cui un bolide color verde acido viene guidato a tutta velocità sgommando nel centro storico di Firenze: una pubblicità che dà un messaggio diseducativo, rappresentando un vero e proprio inno alla violenza stradale e allo strapotere dell’auto nelle città, in questo caso proprio nella culla del Rinascimento e dell’Arte Italiana. Per questo la FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) insieme con un nutrito gruppo di associazioni e realtà attive per la promozione della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale (Famiglie senz’auto, Kyoto Club, Alleanza Mobilità Dolce, Rete #Vivinstrada, Fondazione Michele Scarponi, Fondazione Luigi Guccione Onlus, Bike to School, Salvaiciclisti, Italian Cycling Embassy) ha scritto al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli – e per conoscenza al sindaco di Firenze Dario Nardella – chiedendo di ritirare quello spot.
La lettera aperta è un accorato appello che centra subito il punto della questione: “Lo spot dell’Alfa Romeo inneggiante alla capacità ‘distruttiva’ di una velocissima auto color verde acido, che entra nel centro storico di Firenze a tutta velocità, schivando pedoni e ciclisti, facendosi largo tra i vicoli medievali e persone indifese, quasi per dimostrare che, pur in una delle città d’arte più famose del mondo, con l’auto scattante e sportiva si può fare di tutto. Insomma il potere dell’auto è assoluto, a discapito delle persone che animano le strade e dei luoghi d’arte, che possono essere solcati e schivati con destrezza quando l’auto potente penetra fin nel cuore del centro storico”. Questo l’incipit della missiva, che prosegue elencando i rischi legati alla viisione di un filmato di questo genere.
I firmatari delle lettera, rilanciata dall’agenzia di stampa Adnkronos, stigmatizzano il messaggio veicolato dallo spot: “Un messaggio violento, diseducativo e fuorviante. Incita alla trasgressione delle regole del Codice della strada, quando il tema della sicurezza dovrebbe essere l’obiettivo comune da perseguire in un Paese in cui si registrano ancora quasi 3.500 morti l’anno per incidenti stradali, con un aumento costante degli utenti deboli nei centri urbani”. Questa pubblicità di 30″ sfrutta alcune sequenze del nuovo film del regista americano Michael Bay “6 Underground” prodotto da Netflix, di cui è reperibile online il primo trailer.
Dal raffronto tra i due filmati risulta evidente che, decontestualizzati dal trailer del film d’azione di cui fanno parte e fruiti come spot pubblicitario a sé stante “quei trenta secondi sono uno schiaffo alle persone e alle città, non soltanto alla città di Firenze”, come si sottolinea nella lettera aperta in cui le associazioni firmatarie chiedono l’immediata interruzione della messa in onda dello spot: “Noi intendiamo stigmatizzare quel messaggio e chiedere di interrompere immediatamente la messa in onda sulle reti televisive di quello spot pubblicitario”.
Stando ai titoli di testa del trailer, inoltre, questo film prodotto da Netflix è stato finanziato dall’Ufficio Italiano del Turismo, con l’evidente intento di promuovere l’immagine dell’Italia e di Firenze nel mondo, trattandosi di una produzione internazionale: è davvero questo il messaggio che vogliamo dare all’estero della culla del Rinascimento, un luogo dove i bolidi possono sfrecciare tra i vicoli medievali invadendo le aree pedonali e mettendo a rischio la sicurezza di tutti perpetrando quella violenza stradale che produce 10 morti al giorno sulle nostre strade? Ritirate quello spot violento e diseducativo: Bikeitalia si associa all’appello.
Per me il video è pessimo! Fiction o no, capacità di discernimento di chi osserva o no!
Pur apprezzando il marchio e l’emozione di un auto potente trovo decisamente di cattivo gusto lo spot. Spero davvero che Alfa Romeo trovi una via diversa per pubblicizzare le sue belle auto
Per me il video è un po’ eccessivo ma si capisce che fa riferimento al film e che quindi sono “scene di azione”. Non comprendo la richiesta di ritirare il video, la penso come il primo dei commenti, ovvero che il problema non è uno spot o un trailer di un film, il problema è la massa di decerebrati che si muove (auto, bici, piedi) senza consapevolezza e con un tasso di frustrazione esagerato. D’altra parte viviamo in un’epoca di oclocrazia e queste ne sono le conseguenze.
Di tutta la questione il fastidio maggiore me lo da il finanziamento dell’Ufficio Italiano per il Turismo, non tanto perché fa lo spot ad un’auto (magari chi fa bici non gli ha mai chiesto niente), ma perché in altri luoghi, Netflix, Alfa Romeo e tutti gli altri annessi e connessi avrebbero pagato fior fiore di quattrini per poter girare in un luogo unico al mondo. Come al solito ci facciamo prendere in giro dal resto dell’umanità mentre battibecchiamo su di una banana acerba con quattro ruote.
Ieri pomeriggio stavo pedalando una salita ripida a bordo strada, più di così non potevo spostarmi se non volevo precipitare quando arriva un tizio che o era al telefono o aveva gli occhi foderati di prosciutto o più semplicemente voleva investirmi, per miracolo mi sono spostato in un anfratto di pochi centimetri mentre l’auto proseguiva come se io proprio non esistessi tranquilla lungo la discesa alla faccia della precedenza in salita, della doppia corsia (occupava tutta la sede stradale stando al centro) indifferente alla mia vita, come fossi stato una mosca. Non c’era nessuno, la strada era deserta, indossavo una tuta gialla fluo che si vedeva a dieci chilometri, non poteva non avermi visto e questo è soltanto uno dei tanti piccoli episodi che capitano ogni giorno e qui parlano di sport. Io ho guidato e posseduto macchine sportive, soprattutto Porsche, quindi amo le auto come amo le biciclette, ma trovo intollerabili discorsi come “voi ciclisti” ma che significa? Che un uomo, soltanto perchè muta casacca e scende dalla sua auto sportiva e monta in bicicletta diventa un’altra persona? Una mosca da schiacciare perchè ingombra la sede stradale? Quell’uomo sei tu che parli a vanvera di sport, di marchi italiani e stranieri, di ciclisti che rompono e che hanno il tuo stesso diritto di andare dove gli pare alla velocità che gli pare, perchè se accelleri e non li vedi sei un criminale che infrange le regole, la libertà di vivere, perchè quelle che schiacci, oltre alla dignità di uomini come te, sono proprio le vite di una persona come te. Sei tu che senza rendertene conto uccidi te stesso in nome di che? Di un marchio? di un’idea? di uno sport? dell’arroganza che nasce dalla frustazione di essere un povero sfigato che ha bisogno di rombare perchè altrimenti non si sente vivo?
Forse prima di sputare veleno su chi pedala e fa fatica dovresti farti un giro in un ospedale e dare un’occhiata alle sale rianimazione dove potrai bearti alla vista del risultato degli eccessi di velocità.
(il discorso non è a senso unico, non per odio verso l’automobilista, ma consapevole che chi indossa un’auto non corre il rischio di essere ammazzato da un ciclista e di questo deve sempre tener conto se vuol difendere chi è più debole ed essere obiettivo, l’odio non ha mai aiutato nessuno).
Ma non vedete anche del razzismo nella pubblicità? Le auto sono verdi e dovrebbero essere nere per solidarietà ai neri. No?
Siete da ricovero con annesso TSO. I ciclisti si lamentano della violenza del video e lo chiamano diseducativo e magari sono dei fan di Gomorra. Stranezze italiane! Ah ma voi ciclisti che ne pensate del doping e di tutte le droghe che circolano in questo sport? Sport?
Scusami, ma un’Alfa nera non si può proprio vedere; a meno che non sia una vecchia 75, magari Turbo America :-P
Action movie con acrobazie (di questo si tratta) di auto (le scene sono sempre girate in “circuiti” chiusi, presidiati dalle forze dell’ordine, dopo aver conseguito le necessarie autorizzazioni e con alla guida piloti professionisti o stuntman) ne hanno girati in moltissime città, metropoli e capitali in tutto il mondo. In nessuno di questi casi il popolo delle due ruote a pedali è insorto come qui da noi. Nel 2018, Tom Cruise ha girato, in sella a una moto, una scena molto simile per il suo “Mission Impossible – Fallout”. La location era Parigi, che ben volentieri si è prestata a fare da location, guadagnando in visibilità e in “valore” (https://youtu.be/Qwx9wZgxUoQ). Vogliamo parlare della saga Fast&Furious? Dei film di 007? Della saga “Transformer” o degli inseguimenti in auto di “Bullit”, della saga Marvel e delle migliaia di film del genere? Dai su.