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Bikenomist presenta MIMO, un parco lineare di 15 km per collegare Milano con Monza

Bikenomist presenta MIMO, un parco lineare di 15 km per collegare Milano con Monza

Un corridoio verde di 15 km capace di ridurre il traffico, migliorare la qualità dell’aria e aumentare il valore degli immobili e delle attività commerciali sul percorso: è questa la promessa dell’intervento di riqualificazione urbana MIMO presentato mercoledì 22 gennaio 2020 nella nuova sede milanese di Bikenomist in Corso Garibaldi 71.

“Cambiamenti climatici e inquinamento dell’aria sono le grandi sfide che stanno affrontando le città della Pianura Padana. Per risolvere il problema occorre un modello di città diverso da quello che lo ha causato” dichiara Paolo Pinzuti, CEO di Bikenomist illustrando il progetto della prima greenway metropolitana per collegare Milano con Monza.

L’idea è di rimuovere asfalto e automobili per lasciare spazio ad alberature in grado di assorbire gli inquinanti e ridurre il fenomeno delle isole di calore, prati fioriti, piste ciclabili e corsie preferenziali per il trasporto pubblico in modo da migliorare la vita degli abitanti.

Il modello ispiratore di MIMO è il parco lineare Turia di Valencia, che dopo la deviazione del fiume omonimo è stato trasformato in un’arteria di mobilità attiva e nella principale attrazione della città spagnola.

MIMO viale sarca milano

La scelta della proposta avanzata da Bikenomist in collaborazione con lo studio Montieri-Macchi è ricaduto su Viale Sarca a Milano che oggi viene utilizzato principalmente come bypass dagli automobilisti che vogliono evitare gli autovelox su Viale Fulvio Testi.

mimo viale sarca milano

Sulla base dei primi studi effettuati, la greenway MIMO potrebbe cambiare radicalmente la vita di oltre 75.000 persone residenti nel territorio e ridurre di almeno 20.000 unità il numero di automobili che ogni giorno percorrono l’asse Milano – Sesto S. Giovanni – Monza e Monza – Sesto San Giovanni – Milano migliorando in questo modo la qualità dell’aria. Oltre a questo i 5.000 alberi da piantumarsi lungo il percorso garantirebbero la riduzione delle temperature di circa 3° C degli edifici lungo il percorso e una capacità di assorbire circa 1.000 tonnellate di CO2/anno.

Il beneficio della riqualificazione ricadrebbe, quindi, non solo sulla qualità della vita e dell’aria, ma anche sul patrimonio immobiliare che potrebbe aumentare il proprio valore tra il 12% e il 23%. Anche le attività commerciali beneficerebbero di questo cambio di destinazione d’uso dello spazio pubblico: sulla base di operazioni analoghe svolte in altre città in giro per il pianeta, si stima che le attività commerciali situate lungo il percorso potrebbero aumentare il proprio giro di affari di una quota compresa tra il 35% e il 55% grazie all’aumento dei flussi e alla nuova attrattività di zone oggi marginali e abbandonate a se stesse.

“Vogliamo considerare MIMO un progetto open source, ovvero aperto al contributo di tutti coloro che sognano di trasformare la città metropolitana di Milano in un luogo con un’alta qualità della vita anche al di fuori del centro storico” Paolo Pinzuti.

Bikenomist è una società specializzata in comunicazione, formazione e consulenza sui temi della bicicletta. Fondata nel 2015, è editrice del portale Bikeitalia.it e gestisce la prima scuola di formazione stabile in meccanica del ciclismo in Italia che, nella sede di Monza, ha formato oltre 3.500 persone e ha portato all’apertura di 31 officine meccaniche. Negli anni ha collaborato alla redazione del Piano Urbano della Ciclabilità del Comune di Bologna e delle Linee Guida per la Mobilità Ciclistica della Regione Emilia Romagna. Attraverso il marchio Bikeitalia Lab eroga servizi di bike fit e visite biomeccaniche.

Bikenomist si pone l’obiettivo di aiutare a trasformare in economia la passione per la bici degli Italiani.

Commenti

  1. Valerio Bianchini ha detto:

    Vengo in bici ogni giorno a lavorare in Bicocca da Città studi e una ciclabile in viale Sarca sarebbe un sogno. Potreste organizzare un incontro di presentazione del progetto in Università Bicocca, aperto alle persone che vivono l’Università e a quelli che lavorano nel quartiere, per un confronto e, magari, un sostegno… ci avete pensato?

  2. Maurizio Lombardo ha detto:

    Stiamo affrontando il problema della mobilità male, molto male e vi spiego il mio punto di vista.
    Vogliamo cambiare le cose ma lo facciamo sempre all’italiana, cioè non guardando al futuro, correndo dietro a stereotipi, cercando di imitare e mai innovare, perché la questione delle ciclabili a mio modesto avviso è già un progetto vecchio e superato.
    in città ora girano poche bici eppure a volte soprattutto durante la bella stagione questi rigagnoli di asfalto chiamate ciclabili sono inadatte al traffico ciclistico figuriamoci se dovesse aumentare il numero di fruitori.
    E mio avviso che bisogna cominciare a progettare la mobilità automobilistica, perché quando le parti si saranno invertite le bici avranno bisogno di molto più spazio e le auto sempre meno.
    Le strade che ora sono congestionate dalle auto diverranno ciclabili e le poche auto e mezzi da lavoro avranno bisogno di percorsi sicuri e liberi dal traffico.
    Pensiamoci in tempo se no fra qualche anno dovremo riaffrontare il problema.
    Maurizio in bici 365.

  3. fabio ha detto:

    gli automobilisti votano e nessun partito vuole perdere quella fetta di voti.
    Di sicuro con servizio di bus efficiente su quel tratto si migliorerebbero di molto i tempi di percorrenza.
    Come tutte le novità, necessitano di molto tempo prima di essere comprese sopratutto se inizialmente comportano uno sforzo maggiore di adattamento.

  4. Francesco ha detto:

    Sono d’accordo con te al 100%. E’ tutto l’insieme di cose che, in Italia, porta a quello che vediamo.

  5. stefano ha detto:

    ragazzi, parliamoci chiaro: per come la vedo io (che vado a lavorare in bici tutti i giorni, attraverso Milano da zona Fiera a Città Studi e viceversa) il concetto di mollare l’auto per gli spostamenti urbani non passa. Piazzatevi alle 8 del mattino davanti ad un incrocio: flussi ininterrotti di auto quasi tutte con UN solo a bordo, altro che sharing! Piazzatevi davanti qualsiasi scuola: certo, non siamo come in altre città italiane ove non esiste altro che l’auto, ma anche qui i genitori che mollano e recuperano il pargolo in auto sono certamente più della metà.
    Piazzatevi lungo tante vie milanesi: quali attenzioni alla ciclabilità vedreste? Quasi zero (nel resto d’Italia zero assoluto): rotatorie enormi dove in bici ti ammazzano, piste fatte con la riga dove i motorini vanno a mille o il cittadino europeo modello ci parcheggia sopra, doppie file continue e continue e continue, che ti costringono a scartare con il binario del tram al centro della strada che rischi di cadere, ciclabili che dove ci sono non sono adeguate, ti mollano in mezzo al nulla (se ne è parlato fino alla nausea).
    E soprattutto: in tema di controlli la differenza con posti tipo Londra c’è eccome! Queste città (anche Parigi), megalopoli che sono cresciute TANTISSIMO negli ultimi anni in tema di ciclabilità, qui dove sono i controlli? Se parcheggi in doppia fila ti beccano? Se vai col motorino sulla ciclabile ti beccano ??? (una tantum forse)…. se vai con la bici sui marciapiedi in mezzo alla gente qualcuno ti ha mai detto qualcosa? fai il pelo in auto al ciclista qualcuno ti becca? Ma figuriamoci, anzi se mi piazzo una telecamera sul casco e metto i filmati su YT abbiamo mille regolette e regoline sulla privacy…. azzeccagarbugli….. A Londra o Parigi hai molte più probabilità che qualcuno di pizzichi, e li son dolori.
    E concludo: voi di bikeitalia siete gli unici a proporre cose tipo cio di cui stiamo discutendo, ma dovrebbe essere cosi? E la società civile legge ogni giorno la manfrina sull’inquinamento e che fa? dov’è? cosa propone? I pensatori della stampa generalista dove sono? (salvo sentenziare su temi ridicoli tipo monopattini o caschetti…)
    Ma ragazzi, ma di che stiamo parlando? I 5 stelle dovevano essere i paladini della mobilità sostenibile (e mi fermo qui…..)

  6. Francesco ha detto:

    Infatti Stefano, sappiamo che è la politica il punto cruciale delle opere non realizzate. Ma è altrettanto risaputo che, in media, gli italiani si lamentano sempre, ma non sanno agire (questa è una considerazione generale)… Bisogna inforcare le nostre biciclette e farsi vedere sulle strade, indossare le mascherine per far capire che, “forse tutti” stiamo respirando lo stesso schifo. Dove abito io (in Brianza) si sono realizzate delle piste ciclo-pedonali protette, in strade originariamente strette, obbligando a creare dei sensi unici. Il risultato? Gli automobilisti corrono più di prima, sapendo che non troveranno ostacoli, la pista è usata come fermata e sosta… Nelle grandi città si può e si deve obbligare a non dover usare l’auto in maniera così massiva come oggi ancora accade.

  7. mat ha detto:

    firmo subito!
    ho purtroppo anch’io il sentore che il cambio di mentalità necessario, parlando qua e la di queste cose, è ancora tristemente lontano dal divenire massa critica.
    continuiamo a diffondere le idee …la goccia scava anche la pietra più resistente (leggasi il lavaggio del cervello quotidiano che dipinge l’auto come parte integrante della vita umana)!

  8. Benvenidos ha detto:

    Pensare globalmente…
    Di critico non c’è solo la direttrice Monza – Milano, da anche tutte le altre: Ornato, Sempione, Gallaratese, Novara, per citare solo alcune dello “spicchio” della città da nord a est. E poi, non tutti i ciclisti devono andare in centro! E allora dovremmo individuare delle percorrenze tangenziali (come ad esempio l’anello ferroviario da Certosa a Tirana).
    Se c’è volontà di risolvere i problemi di traffico e inquinamento e degrado affrontandoli in modo deciso si può anche fare, ma qui…
    Se non si decide per interventi radicali che considerino tutta l’area eventuali benefici saranno del tutto insufficienti.

  9. stefano ha detto:

    eh si come no, e che ci vuole, chiudi viale Sarca alle auto e lo apri alle bici, taaac.
    Intanto io sto ancora aspettando la riqualificazione di corso Sempione (uno dei tanti strombazzamenti in tema di ciclabilità), vi ricordate? togliamo l’osceno parcheggio a cielo aperto, ciclabili di qua, ciclabili di la…
    Il risultato è che io fino ad oggi non ho visto uno che sia UNO di intervento mirato a riqualificare in senso meno automotive la città (eccetto aree molto circoscritte). Si parcheggia sotto gli alberi? Normalissimo a Milano (fatelo a Parigi o Londra, per esempio…). Si devono posizionare stalli per il bike MI? Ovviamente sul marciapiede, non sulla strada (toglierebbero preziosi parcheggi).
    Vogliamo fare un conto di quante vie larghissime ci sono a Milano ove una misera ciclabile di mezzo metro non darebbe fastidio a nessuno, e invece non c’è?
    Io non credo che la politica vada in direzione della ciclabilità (vedi le barzellette su monopattini o senso unico eccetto bici), provate a pubblicare questo tema di vle Sarca su giornali generalisti e vedrete quanti…. diciamo strali (qualcuno direbbe sputi) attirereste…

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Per “Trasformare l’Italia in un Paese Ciclabile” occorrono progetti coraggiosi e di rottura rispetto a quello che è stato fatto finora, cambiando totalmente l’approccio al tema della mobilità. MIMO va in questa direzione: esperienze internazionali analoghe (come il parco lineare Turia di Valencia) dimostra che è possibile farlo, se c’è la volontà di farlo.

  10. Lorenzo Spada ha detto:

    Sarebbe fantastico! Potrei veramente abbandonare il treno ed utilizzare solamente la bici per andare in ufficio! Grazie!

  11. Francesco ha detto:

    Questo è un esempio di riqualificazione urbana sostenibile. Le aree menzionate sono effettivamente lasciate a se stesse, con una vivibilità pressoché imbarazzante, in termini di qualità.
    Ogni volta che devo passare da queste zone mi deprimo di quello che vedo e che esiste intorno a due città importanti come Milano e Monza.

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