Ciclismo indoor sempre più interattivo: la realtà virtuale ci sta allontanando dalla strada?

Ciclismo indoor sempre più interattivo: la realtà virtuale ci sta allontanando dalla strada?

Negli Anni Settanta il ciclista Johnny G inventò lo Spinning partendo da una propria esigenza: doveva allenarsi per la Race Across America ma non poteva certo passare sempre ore in sella su strada a qualunque ora. Così prese una bici e la fissò a un rudimentale supporto e si mise a pedalare nel proprio garage. La sua invenzione divenne famosa tra gli amici, che iniziarono a pedalare in garage con lui. L’evoluzione di quell’esigenza è appunto lo Spinning, che ha conquistato tutte le palestre del mondo.

Oggi, quaranta anni dopo, una nuova rivoluzione sta accadendo: il ciclismo indoor sta letteralmente cannibalizzando il ciclismo su strada. La tecnologia, con la realtà aumentata, ha reso il ciclismo indoor divertente e coinvolgente, eliminando l’aspetto principe che chiunque abbia mai pedalato a lungo si rulli ha sperimentato: la noia. Piattaforme come Zwift, Peloton e altre hanno integrato un’interfaccia da videogame alla pedalata, rendendola interessante e attraente per moltissimi ciclisti.

ciclismo indoor

Nella sicurezza e privacy della propria stanza si può partecipare a una gara con ciclisti dall’altro lato del mondo, scalare le più importanti vette del ciclismo (con il rullo che si indurisce in modo estremamente realistico), oppure allenarsi in maniera intensa su strade senza traffico. In 5 anni dal lancio Zwift ha collezionato 1.5 milioni di utenti e più di 815 milioni di chilometri percorsi virtualmente.

Oltre all’interattività e l’interfaccia grafica, un altro aspetto sta facendo trionfare le piattaforme di training indoor: l’insicurezza sulla strada. Il ciclista può effettuare allenamenti divertenti e lunghi senza il rischio di essere arrotato da un’auto, tirato sotto da un camion, di rompere una catena, di forare una camera d’aria o di finire in una caduta in gruppo.

Il problema è che la realtà aumentata non è reale e il fenomeno potrebbe raggiungere i livelli dell’hikikomori che sta avvenendo in Giappone per i videogame: ragazzi e adulti che non escono di casa perchè troppo appassionati a una realtà più facile e accattivante.

Se è vero che a livello della salute nulla cambia tra una pedalata indoor o su strada, molti ciclisti che vediamo nelle visite biomeccaniche che teniamo nei nostri Bikeitalia LAB iniziano a presentare dei sintomi di overtraining già a Gennaio, poiché tendono a strafare sui rulli per via del divertimento che queste piattaforme provocano. Invece di scaricare o di accumulare chilometri di fondo lungo, tendono a effettuare allenamenti troppo intensi o troppo intermittenti. 

Dobbiamo sempre ricordare che la bici è uno strumento pensato per darci libertà: non diamole la possibilità di farci rinchiudere in una stanza, poiché uscirne poi sarà sempre più difficile.

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