Mobilità

Trenord: tra disagi e annunci il cicloturismo è sempre più a rischio

Il divieto di trasporto bici a bordo treno sembrava ormai un brutto ricordo di un giugno e più in generale di una primavera da dimenticare, ma si sa, Trenord negli anni non si è di certo distinta per affidabilità ed efficienza e così, puntuale come il weekend, sono tornati i disagi.

Bici sì e bici no, questo si sono sentiti dire i vari cicloturisti della domenica che sui social hanno lamentato di essere riusciti a salire sul treno per “gentile concessione del capotreno” e con il timore che, con il cambio del responsabile di bordo, venga intimato l’obbligo di continuare il viaggio. L’evidenza è che l‘annuncio della possibilità di riportare a bordo dei treni la bicicletta a partire dal 27 giugno non è stato colto da tutti i capitreno.

Una pecca nella comunicazione tra azienda e dipendenti o una generale impreparazione nella fornitura di spazi dedicati al trasporto bici?

Probabilmente entrambe le questioni, non sarebbe infatti la prima volta che gli utenti assistono a rimpalli di responsabilità tra personale e dirigenti.

Fatto sta che da qualche giorno sul sito di Trenord è disponibile una lista in cui vengono elencati i treni sui cui è possibile procedere con il trasporto delle due ruote a bordo. Sempre e comunque con la massima discrezionalità di capitreno.

Tra questi anche un elenco dedicato esclusivamente a lavoratori del food delivery, che potranno contare sulla riconversione di interi vagoni di treni metropolitani dove però non sarà possibile sostare, ma solo lasciare le biciclette (disponibili qui).

Tra gli annunci presenti sul sito si evidenzia anche la sperimentazione di un’app in cui sarà possibile prenotare un posto bici per gruppi di persone superiore a 4 individui, un modo per assicurare una rastrelliera ai tanti cicloturisti che scelgono l’intermodalità treno+bici. Oltre alla prenotazione via app si legge anche dell’istituzione di un ufficio dedicato in cui sarà possibile chiedere informazioni per avere la soluzione oraria migliore per viaggiare con la propria bici al seguito.

Se questi interventi sembrano andare incontro alle necessità di cicloturisti e pendolari, dall’altra pongono seri dubbi sulla fattibilità dell’operazione: con i posti bici a oggi disponibili sui treni (da zero a meno di 10) e l’imminente obbligo di prenotazione c’è il forte rischio che Trenord lasci a metà strada molte persone, o comunque limiti drasticamente il trasporto delle biciclette, costringendo ancora più persone a utilizzare l’auto.

Colpisce, in particolare come, sull’asse verso la Valtellina, meta preferita dai cicloturisti milanesi, il trasporto della bicicletta venga consentita su pochissimi treni e rigorosamente a numero chiuso: un ulteriore grave colpo inflitto a una località a vocazione turistica.

Quando e se queste opzioni diverranno davvero utilizzabili ancora non è dato a saperlo, ma la stagione del cicloturismo è già iniziata e non può essere ulteriormente minata. Speriamo quindi che Trenord affronti un processo di regolarizzazione del trasporto bici per i motivi di sicurezza esposti dall’azienda ma soprattutto che Regione Lombardia e i dirigenti della società si mettano bene in mente che il servizio offerto fino ad oggi è più che squallido ed è doveroso incrementare il numero di posti bici disponibili a bordo, operazione ancora fattibile grazie all’arrivo dei nuovi treni e in consegna nei prossimi 5 anni.

Commenti

  1. Avatar velobicide ha detto:

    riassumendo: la Trenord è colpevole. Punto e basta.
    Ma le altre ferrovie regionali (Campania, Puglia, Umbria, Toscana, ecc…ecc…) fanno di meglio?
    Se fanno di meglio non sarebbe il caso di enfatizzarle e portarle ad esempio a Trenord?
    Sempre e solo dare addosso senza dimostrare che esiste la possibilità, perchè già attuata, di migliorare è solo un esercizio di dialettica NON costruttiva.
    Bongiorno.
    P.S.: per quello che vale il sito attuale non mi sembra niente di particolare.

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