Le ebike, le bici a pedalata assistita, stanno diventando mezzi di trasporto, di lavoro e di svago sempre più gettonati, più che mai in Italia (anche grazie al bonus ma non solo): il Rapporto Shimano 2020 fa il punto della situazione e indaga sullo stato di salute del settore, un comparto che in alcuni paesi europei mostra una crescita percentuale annua a doppia cifra.
Il II Rapporto Shimano, realizzato in collaborazione con YouGov, ha coinvolto 13.000 persone in 11 paesi europei (Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Italia, Danimarca, Svezia, Norvegia e Polonia) e in buona sostanza spiega l’assalto ai negozi di bici avvenuto in questi mesi di cui il bonus mobilità sarebbe solo una delle variabili in gioco.
L’Italia è infatti il Paese europeo in cui gli intervistati hanno dichiarato la maggiore propensione (30%) all’acquisto di un’ebike, ma anche quello con il minore livello (3%) di penetrazione delle biciclette a pedalata assistita nel mercato europeo.
Particolarmente interessante sono le finalità d’uso in cui emergono su tutte gli spostamenti casa-lavoro (29%) e le motivazioni da cui si evidenzia come l’ebike venga vista in particolare come lo strumento ideale per risparmiare fatica (34%), tempo (28%) e soldi (25%).
Sull’altro piatto della bilancia ci sono, invece, le motivazioni che ne frenano l’uso o l’acquisto: al primo posto c’è il costo di acquisto che viene ritenuto ancora troppo elevato dal 37% degli Italiani (42% degli uomini e 33% delle donne), mentre al secondo posto (22%) compare la mancanza di spazi per parcheggiare in sicurezza un’eventuale ebike a casa o sul luogo di lavoro.
Il tema della sicurezza è in generale un limite relativamente poco percepito in tutta Europa, ma i paesi in cui la mancanza di sicurezza stradale si fa più sentire sono la Gran Bretagna e, ovviamente, l’Italia.
Sembra ormai superata l’associazione età-pedalata assistita, secondo cui le ebike sarebbero roba da anziani: questo stereotipo viene indicato solamente dal 4% degli Italiani intervistati.
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