Treviglio-Bergamo: la proposta di una superciclabile al posto dell’autostrada
Una superciclabile e un’autostrada, Davide contro Golia, due progetti così diversi tra loro ma entrambi con un unico fine: ridurre il traffico di pendolari tra Treviglio e Bergamo, la più importante città della Bergamasca.
Due idee di futuro che si scontrano e che fanno venire al pettine tutti i nodi della mobilità su quattro ruote (traffico, inquinamento, consumo di suolo, cementificazione, perdita di biodiversità per citare i principali). Una mobilità immobile che crea danni e inefficienze che si scontra con l’idea di una superciclabile, sul modello olandese o belga (di quei progetti così ordinari nel resto d’Europa che periodicamente vi raccontiamo su Bikeitalia), con una visione di futuro più sostenibile, con un impatto ambientale leggero e assorbito in modo intelligente dal territorio.
E mentre negli uffici di Regione e Provincia si lavora in gran segreto alla creazione di un tracciato di circa 18 km di asfalto, nel territorio si consuma inutilmente il dibattito su vantaggi e svantaggi della nuova autostrada: “Collegherà Treviglio a Bergamo in 10 minuti”, “Sarà un volano per l’economia della Bassa” oppure “Abbatterà l’inquinamento della zona grazie alla riduzione del traffico”, queste le motivazioni di chi è favore.
Le ragioni del no sono ben immaginabili, anche perché un’autostrada che nasce dal nulla senza creare danni irreparabili all’ambiente e al territorio non s’è mai vista, ma ciò che sfugge è purtroppo una visione di mobilità a 360 gradi per la provincia e le città più importanti.
Da cosa è causato il traffico da e per Bergamo? Dall’eccesso di auto. Da cosa è causata la perdita di tempo in coda al semaforo? Dall’eccesso di auto. Da cosa è causato l’inquinamento che genera migliaia di morti premature ogni anno? Dall’eccesso di auto.
E quale soluzione può trovare la politica all’eccesso di auto? La costruzione di un’autostrada, la Treviglio-Bergamo per l’appunto.
Manca una visione strategica e sostenibile dal punto di vista ambientale per una delle aree più produttive del paese, manca il coraggio di promuovere infrastrutture davvero efficienti e innovative, manca l’umiltà di ammettere che l’automobile non può essere la soluzione di trasporto per tutti.
Ciò che serve, a mio modesto parere, è la volontà di rivoluzionare il trasporto pubblico locale, la volontà di creare infrastrutture di mobilità intelligenti, integrate tra loro.
E allora, perché non potenziare il trasporto su ferro e creare una superciclabile a lato di quella che oggi è una delle linee ferroviarie peggiori della Lombardia? Perché non c’è il coraggio di estromettere Trenord dalla gestione della linea ferroviaria Treviglio-Bergamo? Perché non riqualificare il tracciato esistente realizzando una tranvia di superficie gestita da un consorzio di comuni come già fatto con la TEB di Bergamo? Perché non essere tra i primi in Italia a creare un sistema simbiotico tra mobilità su ferro e ciclabilità?
Una linea su ferro moderna, ad alta frequenza, è una soluzione efficiente per chi ogni giorno si muove tra la provincia. La superciclabile è l’occasione per creare un asse di mobilità leggero che non solo colleghi le due città ma che metta in relazione anche i vari comuni attraversati dal tracciato. La superciclabile tra Treviglio e Bergamo e la linea ferroviaria possono essere due fili attrattori su cui si aggrappa lo sviluppo e la mobilità della provincia. Si chiama Transit Oriented Development e significa che le città crescono e si evolvono seguendo le linee del trasporto pubblico.
Intanto un primo no è arrivato oggi da Bergamo, dove il sindaco Giorgio Gori ha finalmente dichiarato che non accetterà un’ulteriore bretella a sud della città, tutelando alcune aree verdi che altrimenti andrebbero perse per sempre. Il tracciato si rivela così per quello che è, un collegamento tra Treviglio e Stezzano Nord, che non arriva in città, dal costo faraonico di 430 milioni di euro. Anche perché, parliamoci chiaro, Bergamo ha già i suoi problemi di viabilità e l’autostrada non farebbe altro che aggravarne il traffico.
Quante altre piccole realtà italiane si trovano in queste condizioni? A dover digerire infrastrutture pesanti che non fanno altro che creare ulteriore dipendenza dall’auto?
Mobilità ciclabile e trasporto su ferro rappresentano un futuro sostenibile, accessibile e di livello europeo. Cosa rappresenta un’autostrada?
Complimenti, ottimo articolo con una idea finalmente innovativa.
Al Sindaco Gori suggerisco di spostarsi qualche volta entrando da est o da ovest di Bergamo la mattina verso le 8 e poi capire cosa vuol dire traffico. E di spazi per le biciclette niente!
Ma voi pensate veramente che un pendolare si faccia 36 km al giorno in bici per andare a lavoro? È ovvio che per risolvere i problemi viabilistici una pista ciclabile del genere non serva a nulla.
Costruire una superciclabile a basso impatto ambientale, vicina alla linea ferroviaria con cui potrebbe agire in sinergia, rappresenta una modalità per decongestionare il traffico motorizzato: dare un’ulteriore possibilità di mobilità sostenibile a tutti non va interpretato come obbligo di imporre a ciascuno la bicicletta come unico mezzo di spostamento (come ben argomentato nell’articolo).
Manuel Massimo
Direttore responsabile di Bikeitalia.it
Caro Graziano,
Non è che un’infrastruttura debba essere per forza utilizzata nella sua interezza.
Non è che l’autostrada Torino Venezia costringa per forza a entrare a Torino e uscire a Venezia. Uno può usarne anche solo un pezzo. Quello che gli serve.
Anche la ciclabile: uno può usarla anche solo per 5 km.
Un po’ come molti fanno con il cervello: ne usano solo un po’ anche se ce l’hanno tutto.