Intermodalità

L’intermodalità è la chiave della nuova mobilità

L’intermodalità, cioè la possibilità di spostarsi utilizzando efficacemente più metodi di trasporto in connessione, è considerata una caratteristica fondamentale della mobilità urbana. Abbiamo spesso detto che l’integrazione della bici con il trasporto pubblico (TP) nella quotidianità è un’ottima soluzione per chi deve coprire lunghe distanze in tempi contenuti. Ma perché ciò è vero? Quali sono i veri vantaggi per le nostre città di un sistema bici+TP integrato? E perché proprio bici+TP è la soluzione?

treno intermodalità

Il tema dell’intermodalità è strategico e sarà sempre più importante nella dieta della mobilità post-Covid, dal momento che l’integrazione tra bici e mezzi di trasporto pubblico è necessaria per scongiurare l’aumento del traffico motorizzato nelle aree urbane. Se ne discuterà anche nell’ambito del simposio digitale mobilitARS che Bikenomist, con il supporto di Selle Royal Group, ha organizzato articolandolo in 4 giornate formative online nel mese di febbraio 2021.

In particolare mercoledì 17 febbraio 2021 dalle 11:15 alle 13:15 il panel “Intermodalità: una risposta organica” vedrà la partecipazione di Agnese Rebaglio (Docente e ricercatrice, Politecnico di Milano), Andrea Burzacchini (Ceo di Aiforia e Amministratore Unico dell’Agenzia per la Mobilità di Modena), Alberto Fiorillo (Responsabile dei Servizi Intermodali, RFI), Davide Lazzari (Responsabile Business Development and Pubblic Affair presso MOVI, Mobike), Alessandra Bonfanti (Dirigente responsabile Mobilità Attiva presso Legambiente), Giuseppe Grezzi (Assessore alla Mobilità Sostenibile e Spazio Pubblico, Città di Valencia, Spagna), Stefano Maggi (Professore ordinario di storia contemporanea e storia sociale dei trasporti, Università di Siena).

Vogliamo rispondere a queste domande con l’aiuto di un testo fondamentale nella teoria dell’intermodalità: “Synergies from improved bicycle-transit integration: Towards an integrated urban mobility system” di Kager e Harms (2017), che analizza proprio questo tema e ci propone ben sette vantaggi che un sistema di trasporto intermodale bici +TP ben congegnato porta alle nostre aree urbane.

Nota: lo studio non prende in considerazione l’avvicinamento ai punti di accesso di TP con l’auto per ovvi motivi di insostenibilità. Si confrontano invece lo spostamento a piedi (capace di circa 1.25 km in 20 min) con quello in bicicletta (circa 5 km in 20 min), in quanto restano i metodi di spostamento più democratici, flessibili, economici e meno impattanti in assoluto per raggiungere e muoversi attorno al punto di accesso al TP. Le illustrazioni sono di grande aiuto per visualizzare concretamente i vantaggi del sistema integrato bici+TP.

intermodalità bici treno

I sette vantaggi

  • Maggiore bacino di utenza: considerando che con una bicicletta è possibile coprire circa il triplo della distanza fatta a piedi nello stesso tempo, una integrazione efficace del TP con una connessione in bici aumenterebbe il bacino di utenza fino a nove volte. Un numero decisamente maggiore di persone avrebbe così accesso al TP, con benefici sociali ed economici per utenti e operatori;
intermodalità
Kager & Harms 2017 p.10
  • Maggior scelta: avendo in bici un maggior raggio d’azione, le persone avrebbero accesso a un numero maggiore di punti di connessione con il TP. Gli utenti non sarebbero più limitati a scegliere la stazione più vicina, ma avrebbero accesso al servizio e stazione di TP a loro più funzionale;
Kager & Harms 2017 p.11
  • Maggiore personalizzazione: quando è possibile portare con sé la propria bicicletta sul TP oppure esiste un efficace sistema di sharing, l’utente può muoversi con più libertà attorno alle stazioni del TP. Un sistema ben integrato TP+bici permette agli utenti di organizzare i propri viaggi di andata e ritorno in base alle proprie necessità, scegliendo di utilizzare la rete nel modo a loro più congeniale in base agli impegni quotidiani.
Kager & Harms 2017 p.12
  • Maggior mercato per servizi di TP più rapidi: l’avvicinamento in bicicletta permette all’utente di scegliere la stazione di accesso al TP che gli offre il servizio più rapido, aumentando la richiesta per questo tipo di collegamenti e sostenendone l’esistenza e la sostenibilità economica. E’ importante che tale servizio distanzi adeguatamente i punti di accesso per mediare tra rapidità e accessibilità in bici;
Kager & Harms 2017 p.13
  • Maggiore competitività del TP: visti i punti sopra riportati, è chiaro che una integrazione bici+TP porta ad una crescita della competitività del sistema di trasporto pubblico, che risulta nel complesso più efficace, rapido, accessibile, economicamente vantaggioso e sostenibile;
Kager & Harms 2017 p.14
  • Maggiore vitalità: avere più biciclette attorno alle stazione del TP significa rendere più vive dal punto di vista umano ed economico aree di superficie maggiore. Perché le persone che si spostano in bici sono portate a compiere le loro commissioni in un’area più grande attorno al TP, creando maggiore domanda per servizi locali e supportandone il business, oltre a rendere la zona più attraente e sicura – perché vissuta in maniera più “lenta” e condivisa;
Kager & Harms 2017 p.1
  • Creazione di centri diffusi: una diretta conseguenza di quanto appena descritto è la creazione di agglomerati urbani caratterizzati da grande vitalità e bassa velocità, che richiedono un utilizzo dello spazio più a misura di cittadino che a misura di auto. Tutto a questo aumenta la sicurezza, la ricchezza e l’interconnessione di questi tessuti urbani policentrici e autonomamente sostenibili, causandone di fatto la trasformazione.
Kager & Harms 2017 p.16

Le nostre conclusioni

È chiaro ora che i vantaggi dell’intermodalità non si limitano al solo sistema di mobilità, ma hanno influenza diretta su società ed economia. Ripensare il nostro modello di trasporto, superando le carenze attuali del nostro TP, è un tassello fondamentale per garantire una ripartenza solida e sostenibile dopo l’attuale crisi.

Per questo ben accetta è la recente policy europea che prevede il trasporto bici anche sui treni dell’Alta Velocità – non solo in ottica turistica. Allo stesso modo, è auspicabile che molte più aziende applichino policy di mobility management che incentivino il sistema bici+TP, magari sostenendo l’acquisto di bici pieghevoli, così come è ora che velostazioni e bike park si diffondessero in corrispondenza degli hub di spostamento.

bici treno

Una nota finale. Lo studio, molto più ampio e complesso di quanto qui riportato, analizza il sistema intermodale olandese, caratterizzato da un TP fortemente orientato al trasporto su rotaia, calcolando il suo livello di efficacia. Ebbene: il 47% di tutti i viaggi in treno iniziano con la bicicletta; il 13% continua in bici alla stazione di arrivo; il 46% della popolazione olandese – cioè quasi la metà della popolazione, un numero altissimo – ha a disposizione di bici una connessione di TP veloce (>60 km/h). L’intermodalità bici+TP non è teoria: è ora il momento di guardare a questo modello per replicarne l’efficacia altrove.

Lo studio completo, open access, è disponibile qui in lingua originale.

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