Mercato bici 2021 | Intervista a Valentina Di Capua, country manager di Canyon Bicycles Italia
Come stiamo scrivendo da qualche tempo su Bikeitalia, il mercato della bicicletta – dopo il boom del 2020 dovuto anche alla pandemia e, in Italia, agli incentivi statali per gli acquisti – nel 2021 sta vivendo un periodo mai visto prima: la filiera produttiva registra ritardi e tutte le diverse realtà del settore ciclo hanno dovuto fare i conti con questa nuova, difficile situazione. Per capire quali strategie stanno mettendo in atto alcuni protagonisti del mercato, abbiamo chiesto a Valentina Di Capua, country manager di Canyon Bicycles Italia, di fare il punto della situazione alla luce di quanto sta succedendo e illustrare gli scenari che si stanno delineando in questa anomala stagione 2021.


Valentina Di Capua, country manager di Canyon Bicycles Italia: a cosa sono dovuti i ritardi nel mondo bici?
“Anche noi soffriamo delle problematiche di tutto il mercato che sono scarsità delle componenti in particolare, anche se siamo in parte riusciti a farci trovare pronti con le componenti proprietarie e soprattutto con i telai, ma purtroppo ad oggi il collo di bottiglia è la componentistica non nostra. Sappiamo tutti che i player di mercato sono pochi, e quindi siamo tutti dipendenti da quella supply chain che è molto lenta. Questo determina una nostra lentezza nell’assemblaggio delle nuove bici. Bisogna anche tenere conto dei ritardi delle ditte di trasporto, che sono oberate di lavoro perché l’ e-commerce ha avuto la spinta più forte da questa situazione. Tutti questi fattori vanno purtroppo a determinare dei ritardi per il cliente. Laddove il prodotto c’è arriva al cliente con qualche giorno o settimana di ritardo, e dove invece il prodotto non c’è i tempi di attesa sono abbastanza lunghi”.


Come state affrontando questi ritardi?
“Non siamo mai stati un’azienda che lancia tutto il catalogo nuovo in una volta, ma abbiamo sempre adeguato la nostra produzione per essere in grado di lanciare in diversi momenti dell’anno le nuove piattaforme seguendo la stagionalità. Continuiamo a mantenere questo modello e stiamo riuscendo ancora a garantire una disponibilità in più rispetto alla media di mercato perché siamo più flessibili in questa impostazione. Al momento abbiamo un banner sulla Homepage del nostro sito web per descrivere questa situazione anche al cliente finale. Abbiamo dovuto incrementare personale ma non abbiamo potuto farlo tanto quanto ci poteva tornare ancora più utile perché bisogna ovviamente rispettare i protocolli di sicurezza Covid. Per andare incontro al cliente abbiamo inoltre deciso di limitare la disponibilità delle bici a quelle che si possano mettere in spedizione entro le 8 settimane, per non fare rimanere il cliente con l’ordine aperto per mesi e mesi”.
A causa di questa situazione avete aumentato i prezzi del vostro listino?
“Qualcosina è salito, per forza di cose, perché abbiamo dovuto assorbire quegli aumenti di prezzo e di costi che abbiamo subito anche noi. Essendo un’azienda con modello di vendita diretta al consumatore finale, i costi di trasporto per noi sono aumentati molto e anche il trasporto della componentistica dai paesi di origine è aumentato parecchio. Alti sono anche i costi dovuti agli adeguamenti dei nuovi protocolli Covid in azienda, perché la nostra priorità è permettere ai dipendenti di lavorare in totale tranquillità e sicurezza. Già da inizio pandemia chi può lavora in remoto e non è cosa molto comune in questa industria, ma noi abbiamo un DNA di azienda digitale e quindi siamo riusciti a offrire questa opportunità ai nostri dipendenti”.


Un’ultima domanda: a suo avviso il mercato bici riuscirà a tornare alla normalità?
“Secondo me non si tornerà a una normalità nel senso che voglio sperare che questa spinta a uno stile di vita diverso, che ha determinato il successo delle bici, rimanga e che il mercato si possa assestare a volumi più elevati rispetto a prima. C’è da dire che la situazione che stiamo vivendo quest’anno non era preventivabile, ad oggi il lavoro di previsione per i prossimi 12-24 mesi è molto difficile”.