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Quello strano e fuorviante “sondaggio” dell’ACI sull’uso della bicicletta

Quello strano e fuorviante “sondaggio” dell’ACI sull’uso della bicicletta

Il 12 maggio 2021 la pagina Facebook dell’Automobile Club Bergamo (la sezione orobica dell’ACI, Automobile Club d’Italia, ndr) ha pubblicato un post con un link a un “sondaggio” sull’uso della bicicletta: le virgolette sono d’obbligo perché, in realtà, si tratta di un’indagine online i cui risultati non hanno alcun valore statistico; e rappresenta soltanto uno dei tanti problemi a questo tipo di rilevazioni che orientano l’opinione pubblica e “fanno notizia” diffondendo dati che non hanno alcuna base metodologica alle spalle e che non sono statisticamente rilevanti. Ma andiamo con ordine.

Vengo a conoscenza di questa iniziativa perché sui social, in molti gruppi di ciclisti, se ne parla e si fa presente che le 5 domande 5 che compongono questa “indagine online” (è improprio utilizzare la parola sondaggio come ha fatto l’ACI Bergamo, perché il sondaggio deve necessariamente avere una nota metodologica ed essere realizzato secondo tutti i crismi e le prescrizioni dell’Agcom, ndr) danno la sensazione di essere state formulate non tanto (o non solo) per raccogliere le opinioni sul tema “uso della bicicletta” quanto invece per indirizzare l’opinione di chi partecipa, suggerendo le risposte dando opzioni di scelta con evidenziazioni in grassetto e contenuti preconfezionati a senso unico, vediamo nel dettaglio perché.

La rilevazione è aperta a tutti e non è necessario registrarsi per poter partecipare: cancellando la cache del browser e/o attivando la modalità in incognito è possibile esprimere compilare la scheda praticamente tutte le volte che si vuole. I risultati quindi non avranno alcun valore statistico né potranno essere divulgati come “gli italiani intervistati dall’ACI Bergamo sull’uso della bicicletta pensano che…” perché queste risposte non provengono da un campione rappresentativo della popolazione italiana.

Sondaggio uso della bicicletta ACI Bergamo

Il questionario di 5 domande – scaricabile da qui in formato pdf – dà la sensazione di essere stato realizzato per indirizzare l’opinione pubblica verso un determinato “comune sentire” e le varie opzioni di risposta tendono a enfatizzare i pericoli e i presunti comportamenti sbagliati di chi pedala e – pur prevedendo l’opzione aperta “altro” da compilare autonomamente – suggeriscono tra le possibili risposte soluzioni non contemplate dal Codice della Strada come “Inserire un ‘patentino’ per utilizzatori di biciclette (conoscenza codice della strada, obblighi, percorsi..)” e, per le bici, “Divieti di transito in aree dove non sia possibile creare percorsi dedicati”. La creazione di questa griglia di domande-e-risposte non è neutrale ma propende chiaramente per le posizioni che l’ACI Bergamo è interessata a far emergere: ma un nutrito numero di ciclisti, allertati dal tam-tam sui social, sta compilando l’indagine per evidenziarne tutti i limiti e dunque ci attendiamo risposte fortemente polarizzate a favore dell’uso della bici. Sempreché chi ha aperto il “sondaggio” online conteggi tutte le risposte pervenute e estrapoli le percentuali come già fatto in passato.

Già, perché l’Automobile Club di Bergamo non è nuova a questo tipo di “sondaggi” realizzati online: il 26 febbraio scorso ne aveva pubblicato un altro analogo sui monopattini e alcuni giornali avevano ripreso i risultati (ricordiamolo: privi di qualsiasi valore statistico, ndr) con titoli perentori come questo del Corriere dello Sport: Monopattini, il sondaggio dell’Aci di Bergamo: “Non c’è prudenza” e relativo catenaccio sempre in chiave allarmistica: “Dati preoccupanti sull’eccesso di velocità e sul mancato utilizzo del casco. Dei 468 intervistati solo il 17,39% indossa il dispositivo di protezione”. Senza che nessuno, in redazione, si sia minimamente peritato di verificare la consistenza del dato e l’attendibilità di quelle percentuali. Per molti versi ricorda la vicenda del famigerato sondaggio di Facile.it sulle presunte imprudenze dei ciclisti, che poi qui su Bikeitalia smascherammo come fake news.

A che cosa serve questo strano e fuorviante “sondaggio” di ACI Bergamo sull’uso della bicicletta? Con quale fine è stato realizzato? Perché tra le opzioni di risposta nessuna riguarda i comportamenti alla guida che possono causare – come in effetti causano – pericoli per gli altri utenti della strada e in particolare per i più fragili quali ciclisti, pedoni, anziani, bambini, disabili?

A settembre 2020 il Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti italiani aveva chiesto le dimissioni del presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani per le sue gravi dichiarazioni e, in quell’occasione, anche “che l’Automobile Club d’Italia venga sciolto e che i Ministeri competenti avochino a sé tutte le deleghe ed i servizi ad esso oggi attribuiti, rimuovendo un intermediario non estraneo ad interessi di parte motoristica, che, ad oggi, non ha più motivo di esistere e che ha un costo stimato per le casse pubbliche di 200 milioni di euro l’anno, alleggerendo in tal modo il carico economico sullo Stato, più che mai necessario in questo momento di crisi”.

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Nel frattempo il presidente dell’ACI è stato riconfermato alla guida dell’Ente e l’Automobile Club d’Italia che – come si legge sul suo sito istituzionale – “è una Federazione di 103 Automobile Club, che rappresenta e tutela gli interessi dell’automobilismo italiano, del quale promuove lo sviluppo attraverso la diffusione di una nuova cultura della mobilità” continua a indirizzare le politiche di mobilità del nostro Paese attraverso una presenza capillare sul territorio e nelle Istituzioni. E suggestionando l’opinione pubblica con strani e fuorvianti “sondaggi” su Facebook che mettono in cattiva luce l’uso della bicicletta: come quello dell’ACI Bergamo.

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