[Aggiornamento 31 agosto 2021: Shimano ha presentato ufficialmente il nuovo gruppo Dura-Ace R9200]
Certo, era questione di tempo. Ma questo tempo si sta avvicinando velocemente; e per noi appassionati e addetti ai lavori quello che Shimano ha depositato il 18 maggio 2021 all’ufficio brevetti negli USA sa tanto di antipasto sfizioso in attesa del lauto pranzo.
In attesa del tanto agognato Dura-Ace 12v, non so ancora valutare se questa mossa è stata fatta per anticipare gli altri concorrenti sul mercato, oppure perché è davvero tutto pronto per una sperimentazione in vista della produzione in serie: stiamo parlando della “frenata elettronica” per bicicletta.
Non solo e non tanto legata al mondo delle bici a pedalata assistita, da cui ci si può aspettare questo tipo di tecnologia, quanto per le bici da corsa: i disegni depositati, infatti, hanno come prototipo le leve drop.
Che cosa cambia rispetto al “classico” sistema di frenata idraulica?
Sembrerebbe che Shimano stia sviluppando un circuito elettrico con una piccola centralina in grado di leggere la “potenza frenante” impressa dal ciclista sulla leva freno per poi trasferirla a un piccolo sistema elettrico in grado di azionare i pistoni della pinza, che resta sempre ad azione idraulica.
Sicuramente si sfruttano ancora le caratteristiche peculiari degli impianti a olio (incomprimibilità e moltiplicazione della forza frenante), ma resta davvero affascinante il fatto che tutto questo – soprattutto la potenza frenante dosata dal ciclista – possa essere gestito per buona parte da una centralina elettronica.
Quali vantaggi e svantaggi può portare questa novità?
Sicuramente viene meno la presenza di olio in tutto l’impianto (dal pompante alla pinza): meno ingombro e di conseguenza più leggerezza. La manutenzione dell’impianto risulterà più semplice, poiché gli spurghi saranno da fare solo in minima parte e con poca quantità di olio. Le leve saranno totalmente riprogettare, non avendo più la necessità di ospitare il master cylinder.
Non si capisce ancora se si potrà sfruttare il cablaggio Di2 dei deragliatori anche per la trasmissione degli impulsi alla centralina per la frenata, ma dai disegni depositati sembrerebbe che dalle leve esca solo un unico cavo elettrico. Di contro sarà necessario prevedere una batteria in grado di avere autonomia sufficiente per la gestione dei deragliatori ma anche di un motorino capace di tradurre l’impulso elettrico in movimento meccanico.
Resta da capire anche la collocazione di questo motorino, oltre alla batteria. Qualcuno parla di un unico motorino all’interno del telaio, sopra la scatola del movimento centrale; qualcun altro scrive di piccoli motori elettrici (2 per la precisione) già inseriti nelle leve drop, Ma in questo caso si perderebbe tutta la possibilità di alleggerire l’impianto, che vedrebbe la sola privazione del master cylinder idraulico, o addirittura vicino alle pinze freno.
Resta da capire ancora come e se saranno ri-progettate anche le pinze – che oggi hanno un ingombro, seppur ridotto, ma importante per la gestione della frenata – soprattutto se i motorini elettrici saranno posizionati vicino alle pinze stesse.
Tutto questo lascia intravedere un altro elemento importante che già Shimano nel 2019 aveva presentato in prototipo: un sistema di antibloccaggio delle ruote (un vero e proprio ABS) e che, per ora, non ha avuto seguito. Ormai non possiamo pensare che questa strada non sia percorribile: Blubrake, azienda di riferimento nello sviluppo di tecnologie applicate ai sistemi frenanti (blubrake.it), è l’azienda che ha sviluppato il primo e unico ABS appositamente studiato per le e-cargo bike, ma anche per le s-pedelec. Marchi come Bianchi, Crescent, Stromer, Trefecta, Bulls, hanno già nell’alta gamma e-bike con ABS.
Insomma, un mercato che si sta evolvendo. Personalmente sono sempre a favore della tecnologia che aumenta la sicurezza dei ciclisti, e credo che la frenata elettronica, con ABS o senza, vada in questa direzione. Anche se, a dirla tutta: è un pensiero globale quello che deve abbracciare la sicurezza dei ciclisti sulle strade, e non una singola innovazione tecnologica.
Non basta continuare ad assaggiare piccoli antipasti, per sentirsi sazi, senza mai essere nelle condizioni di potersi sedere tutti al tavolo da pranzo, ciascuno avendo fatto per bene quanto in suo potere per realizzare una vita in sicurezza per i “soggetti più deboli” che circolano sulle nostre strade. A buon intenditor…
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