Mobilità

30 km/h in città: i 10 pregiudizi da sfatare


Il limite di 30 km/h per i mezzi a motore nelle aree urbane – presente in molte città del mondo e in vigore anche in una grande metropoli come Parigi – viene contestato aprioristicamente da chi ritiene che si tratti di una misura senza capo né coda, adottata soltanto per “fare cassa” con le multe o allungare di molto i tempi di percorrenza dei veicoli. Ecco i 10 pregiudizi da sfatare:

limite di velocità di 30 km/h in città

1. Inserire il limite di velocità a 30 km/h in tutte le strade è da pazzi

Probabilmente sì e, infatti, quello che chiediamo non è l’inserimento del limite di 30 km/h in TUTTE le strade, ma in tutte le aree urbane, lasciando la libertà quindi al sindaco di ciascuna città di decidere quali strade siano da tenere a 30 km/h e quali no.

2. Il limite di 30 km/h è inutile poiché nessuno lo rispetterebbe

Il cartello di 30 km/h è un primo segnale che, indirizzato al guidatore, avverte del comportamento corretto da adottare. Coloro che rispettano il limite tendono necessariamente a influenzare anche coloro che viaggiano dietro di loro. L’esperienza in Italia e all’estero dimostra che con il passare del tempo, l’abitudine a schiacciare sull’acceleratore tende a scomparire, soprattutto in quelle strade in cui si effettuano interventi di moderazione del traffico.

3. Il limite di 30 km/h è solo un altro modo per i comuni di “fare cassa”

La normativa vigente prevede che ogni autovelox debba essere opportunamente visibile e segnalato con un cartello posto almeno 80 metri prima della rilevazione. Se qualcuno procede a velocità talmente elevata da non riuscire a scendere sotto i 30 km/h in 80 metri di frenata, forse una contravvenzione se la merita no?

4. Il limite di 30 Km/h aumenta ulteriormente i tempi di percorrenza

Un po’ sì, ma il ritardo è molto minore rispetto a quello che generalmente si crede. L’esperienza mostra che per percorrere 500 metri all’interno di una zona 30 si impiegano solo 5.10 secondi di più rispetto allo stesso percorso con il limite di 50 km/h. Per perdere un minuto di tempo, occorre percorrere almeno 6 km. In ogni caso, non dimentichiamoci che nelle nostre città la velocità media è di 15 km/h, 8 km/h nelle ore di punta (fonte: Confcommercio 2012).

5. Introdurre il limite di 30 km/h ha un costo elevato, basti pensare alla necessità di modificare la segnaletica stradale

L’incidentalità stradale in Italia costa, solamente in termini economici, 30 miliardi di euro ogni anno. Sicuri di voler parlare di costi economici?

6. Le continue frenate e accelerazioni aumentano il carico ambientale e il rumore

Non è vero. Le esperienze fatte finora dimostrano il contrario: nelle zone 30 le velocità massime sono nettamente minori. Il traffico è complessivamente più lento e regolare, con meno colpi di gas, rallentamenti e tempi di attesa: questo riduce sia il consumo di carburante che l’emissione di sostanze nocive.

7. La “velocità 30” dà agli utenti della strada un falso senso di sicurezza

Non è vero. Il traffico stradale rimane comunque una fonte di pericolo: molto difficile che qualcuno sia indotto a fare meno attenzione. In ogni caso, tutte le persone coinvolte in eventuali situazioni di pericolo hanno il vantaggio del minor spazio d’arresto necessario per frenare e nel caso di collisione, a 30 km/h le conseguenze sono decisamente meno gravi che non a 50 km/h.

8. La velocità 30 sposta semplicemente il traffico nei quartieri confinanti ed è quindi solo un intervento “scaricabarile”

Solo in pochi casi l’introduzione del limite di 30 Km/h ha ridotto il traffico nel quartiere. È soprattutto diminuito il traffico parassitario dei pendolari, che cercavano di evitare qualche ingorgo. Si deve cercare di introdurre le zone 30 in modo estensivo.

9. I bambini che abitano in zone con traffico moderato non riescono più ad adattarsi alle strade normali e quindi sono in pericolo

Non è vero. I bambini devono comunque fare attenzione al traffico e imparare a essere prudenti. La grande differenza è che, guidando piano, i conducenti possono prestare più attenzione ai bambini. Inoltre, uno spazio vitale adatto ai bambini ne favorisce lo sviluppo sociale e psicomotorio.

10. I trasporti pubblici non sono compatibili con le zone 30

Se questo fosse vero, molte importanti città estere (Londra, Parigi, Berlino) sarebbero sprovviste di autobus e tram. Anche per quanto riguarda i tempi di percorrenza dei mezzi pubblici, quello che influisce maggiormente sui tempi di percorrenza sono soprattutto il numero delle fermate, i nodi stradali e il tracciato della linea.

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Commenti

  1. Avatar matteo ha detto:

    Da ciclista urbano quale sono, e usando la macchina saltuariamente e solitamente senza bisogni impellenti di arrivare, ho notato che i 30km/h sono difficili da mantenere anche a causa di come sono progettate le macchine: manca una marcia che renda comodo viaggiare a 30km/h per esempio. Non so, una specie di “ridotta” che dia maggiormente il senso di velocità durante la guida. L’ho notato solo io?

  2. Avatar TRIESTE IN BICI ha detto:

    NO CASCO  obbligatorio per tutti i #VELOCIPEDI!

    SÌ ZONE 10-20-30 a mobilità lenta con PORTE URBANE dove i #VEICOLI sono OSPITI RALLENTATI a 10-20-30 km/h secondo la tipologia delle strade(#scolastiche, #residenziali, #isoleambientali)

    SÌ a STRADE SCORREVOLI  (urbane/extraurbane) con limite di velocità 50km/h o superiori con #pisteciclabili continuative in sede propria (possibilmente bidirezionali contraflow) con attraversamenti protetti dove tutti i velocipedi e parificati hanno l’OBBLIGO DI PERCORRENZA! 

    Solo così: #bastamortiinstrada tra l’#utenzavulnerabile(#bambini, #disabili, #pedoni, #ciclisti o #velocipedisti!)

     #triesteinbici

  3. Avatar mario stangherlin ha detto:

    Detto così tout court è una fesseria. Dipende dalle strade. A Roma se vai a 30 all’ora sulla Colombo ti tamponano.

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      “Città 30 km/h” vuol dire che su tutte le strade – al netto di tangenziali o arterie principali di scorrimento che restano a 50/70/80 km/h, come appunto la Colombo a Roma – è di 30 km/h anziché di 50 km/h.

  4. Avatar Paolo Radivo ha detto:

    Tutte le città italiane potrebbero e dovrebbero diventare “Città 30”, ossia con limite di velocità a 30 km/h nelle aree urbane. Se poi tutte le corsie di marcia urbane disponessero di una “corsia ciclabile”, bici e monopattini potrebbero transitare in sicurezza e comodità su tutte le carreggiate, diversamente da oggi, senza invadere i marciapiedi. E tutte le strade urbane principali potrebbero venir riorganizzate in ambedue i sensi di marcia con una corsia preferenziale per bus e taxi sulla destra, ovunque possibile, e una corsia indifferenziata con corsia ciclabile sulla sinistra.
    In tal modo si ridurrebbero gli incidenti e l’inquinamento sia atmosferico sia acustico. Si agevolerebbe altresì l’uso sia delle bici, sia dei monopattini, sia dei mezzi pubblici. Le piste ciclabili servirebbero solo nelle aree extraurbane.

  5. Avatar Claudio Scantamburlo ha detto:

    Sapete che NON condivido nessuno di questi 10 punti! Letti in “entrambe le direzioni” hanno entrambe le interpretazioni PRO e CONTRO. ?⁠

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      Le 10 frasi elencate sono, a nostro avviso, i pregiudizi da sfatare sulla realizzazione di città a 30 km/h: per ciascuna affermazione spieghiamo come e perché non è corretta. L’idea di fondo, in ogni caso, è che la moderazione della velocità in ambito urbano sia indispensabile per rendere le strade più sicure e vivibili da tutti gli utenti. Confermiamo quanto scritto.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  6. Avatar Alex ha detto:

    penso che sarebbe utile fornire una fonte all’affermazione del punto 5, esattamente come è stato fatto per il punto 4: rafforza l’argomentazione, specialmente quando ci si rivolge a persone ‘diffidenti’ o maldisposte verso la questione di cui si discute
    ;-)
    Saluti

    1. Alessandro Micozzi Alessandro Micozzi ha detto:

      Giusto, fonte inserita.

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