Il servizio di Striscia la Notizia sulla segnaletica sperimentale di Cuneo continua a far parlare di sé: il tg satirico di Antonio Ricci il 13 ottobre scorso aveva mandato in onda un servizio dal titolo “Cuneo, segnaletica da capogiro” in cui l’inviata Chiara Squaglia dileggiava (nello stile della trasmissione, ndr) gli interventi di urbanismo tattico e di moderazione del traffico messi in atto dall’Amministrazione in una Zona 30.
Durante il servizio, lo spazio concesso alla replica dell’assessore alla Mobilità Davide Dalmasso, in coda al servizio [visionabile a questo link], è stato un taglia-e-cuci di pochi secondi e non ha aiutato i telespettatori a comprendere le motivazioni che hanno portato a quelle realizzazioni stradali, ancora poco diffuse in Italia ma molto utilizzate in altri Paesi.
Per questo Bikeitalia ha raggiunto telefonicamente l’assessore Dalmasso, per dargli l’opportunità di articolare meglio la sua risposta (cosa che aveva fatto anche con Striscia la Notizia, peccato che dei circa 10 minuti di girato abbiano messo in onda soltanto 7 secondi, ndr) a partire dal contesto della realizzazione: quell’intervento è stato fatto in una Zona 30, in un quartiere residenziale dove la velocità massima consentita è di 30 km/h. Lo aveva detto qualche giorno fa in Consiglio Comunale e lo ha ribadito anche a noi.
Al telefono la voce dell’assessore Dalmasso è ferma, il tono pacato: “Nell’intervista registrata dall’inviata di Striscia la Notizia mi erano state fatte più domande e avevo potuto argomentare evidenziando che quegli interventi di urbanistica tattica erano stati fatti in una Zona 30 seguendo le norme del Codice della Strada e con il parere favorevole anche dei vigili. Quello che mi è spiaciuto, vedendo il servizio andato in onda, è stata la volontà di Striscia la Notizia di decontestualizzare il tutto”.
In effetti quello che non è emerso nel servizio andato in onda da Striscia è proprio la ratio dell’intervento, come spiega a Bikeitalia Dalmasso: “Abbiamo voluto fare un intervento più leggero, in sola segnaletica, per testarne il funzionamento per poi farlo diventare permanente”. Come riporta il memorandum preparato dall’ufficio tecnico del Comune di Cuneo in risposta al servizio di Striscia la Notizia: “Abbiamo utilizzato metodologie innovative, con soluzioni a basso costo (i lavori sono costati 104.000 Euro dei quali circa 60.000 per normali manutenzioni stradali legate alla riasfaltatura di tutti gli incroci. I restanti 44.000 Euro sono stati utilizzati per ridefinire le carreggiati stradali su 18 incroci pari a un corso a incrocio di circa 2.700 Euro) e rapidamente realizzabili, che sono sperimentali per la nostra città, ma ormai note in Italia e all’estero. Pur coscienti che questo avrebbe attirato critiche o commenti divertiti, abbiamo ottenuto dei risultati”.
La domanda che abbiamo quindi fatto all’assessore è se la sicurezza stradale in quei tratti interessati dagli interventi sia aumentata o diminuita e la sua risposta è stata molto eloquente: “Da quando abbiamo istituito la Zona 30 non abbiamo rilevato incidentalità sull’area, l’unico incidente (che si è verificato lunedì 25 ottobre 2021, ndr) è avvenuto in una parte del quartiere in cui non è presente questo nuovo tipo di segnaletica. Abbiamo anche verificato che la velocità di punta dei veicoli è diminuita: perché quella segnaletica richiama l’attenzione e chi guida un’auto è indotto a rallentare”.
Su questo punto il documento redatto dai tecnici del Comune in risposta al servizio di Striscia la Notizia è molto dettagliato: “Dalle misurazioni effettuate a giugno con i radar, la velocità media delle auto si è attestata a 32 km/h, l’85% delle auto ha una velocità inferiore a 38 km/h e la velocità massima rilevata è stata pari a 59 km/h. Parlare di insicurezza, ridendo di alcune strisce rosse, arancioni e bianche è facile, ma soggettivo, lasciar parlare i dati è meglio, ed è oggettivo”.
Peraltro questo intervento di moderazione del traffico nel quartiere San Paolo di Cuneo, come sottolinea Fabio Pellegrino dell’Ufficio Mobilità e Trasporti, è stato pensato proprio per aumentare la sicurezza stradale e aumentare la vivibilità e la fruibilità delle strade da parte di tutti: “Tra il 2017 e il 2020 si erano verificati 27 incidenti, per questo siamo intervenuti sugli incroci, abbiamo realizzato le chicane per rallentare le auto e abbiamo creato delle chiusure selettive in alcune zone del quartiere per evitare il traffico motorizzato di attraversamento”.
In conclusione l’assessore Dalmasso ribadisce a Bikeitalia il suo pensiero sull’intera vicenda: “Tutto è perfettibile, ci mancherebbe, però bisogna capire le motivazioni e gli obiettivi di quello che si è realizzato poi, a valle di quello, si fanno dei ragionamenti: disincentivare l’uso dell’auto nei contesti urbani è un qualcosa che va fatto. E con questo intervento di urbanistica tattica noi lo abbiamo fatto”.
Concordo con Tiziano il bollo non è per circolare, quindi bici ed auto sono uguali da quel punto di vista.
Come ha giustamente detto l’assessore di Cuneo :tutto è perfettibile, ma intanto qualcosa si muove, siamo nella giusta direzione. Ovviamente quando si mette mano ad un sistema nuovo ci si muove per approssimazione, avvalendosi comunque di tecnici con esperienza. E’ fin troppo facile criticare, ma in tutti questi commenti non ho sentito nessuno dare suggerimenti migliorativi, è più facile criticare che fare. nella mia città (Ferrara) adesso ci sono alcune case avanzate agli incroci, sono state ricavate corsie ciclabili su strade larghe abbastanza da poterlo fare, e ciclabili vere dove c’era la possibilità.(per chi non lo sapesse a volte per fare una ciclabile bisogna ricorrere agli espropri, cose complicate e che richiedono tempo. C’è ancora molto da fare? sicuramente, ma adesso c’è la volontà e per ultimo non dimentichiamo che tutto ciò costa, e se con pochi soldi si possono fare migliorie ‘meglio’. Magari invece di rilasciare patenti a chi risolve i quiz, un esame psichiatrico per capire se uno ha la testa per guidare sarebbe opportuno, ci sono troppi Nuvolari per strada.
Striscia avrà anche sbagliato, ma prima di dire che funziona… sono un abitante di via Vinaj, via limitrofa a via Pavese.
Al momento via Pavese è l’unica ad avere usufruito della modifica… per fortuna e lo dico da ciclista e pedone. Prima di parlare bisognerebbe avere la correttezza di provare a percorrerla in auto. Poi vogliamo parlare dei 30 km/h? Beh lasciamo perdere perché in via Giordanengo e via Fenoglio le auto continuano a sfrecciare.(con buona pace dell’assessore)
Va però detto che l’amministrazione comunale sta dotando la città di piste simil ciclabili( non all’olandese per intenderci) e ha reso una parte del Viale Angeli pedonale, quindi non è tutto negativo. Ma prima di fare di via Pavese un esempio da seguire… fatevi un giro con spirito critico. Grazie.
Sono in residente nella ” funzionale ” ZONA 30 del quartiere San Paolo di cuneo
Volevo specificare che , si la velocità agli incroci modificati di recente è diminuita, ma
sono incroci con curve a 90 gradi e la velocità di percorrenza era già prima non
SUPERIORE A 35 / 40 km/ora
PERO’, non si è intervenuti sui 4 rettilinei ( via giordanengo / via Mogliano / via vinay / via caccia ) di 400 / 500 MT ( con dossi dissuasori di velocità ) dove le autovetture viaggiano a velocità elevate e vi sono pure 2 STOP che vengono rispettati raramente
L’ assessore Dalmazzo , forse ,non si è mai fermato una mezz’ora con rilevatore di velocità nelle vie sopra indicate ed altre
Sperando vogliate porre alla assessore ile domande sopra indicate
Ringrazio e saluto
Il bollo è una tassa di possesso, lo paghi perché hai un auto.
Gli automobilisti si arrabbiano un po’ ma intanto le auto vanno più piano, pedoni e ciclisti hanno spazi di sicurezza quando scendono dai marciapiedi e agli incroci, i nonni e i bambini sono più protetti e anche la scelta dei colori non è male, sono belli e rallegrano la vista di chi va a passeggiare come si vede bene dalle vostre foto
Se mettono un cancello ogni cinquanta metri in mezzo alla strada sicuramente incidenti zero ,citta morta ,le auto pagano il bollo,le biciclette no,
Finalmente anche in Italia un intervento urbanistico che riduce lo spazio per le auto con l’intento di restituirlo ai pedoni e alla mobilità dolce. A NYC hanno iniziato nel 2010 ed è stato subito un successo, dopo 11 anni i numeri dicono che la strategia è vincente. Le città del nord EU insegnano!