Vita da Rider | Torino: procedure disciplinari per i ciclofattorini in sciopero

10 Febbraio 2022

Nel giorno in cui la parodia della canzone vincitrice di Sanremo Brividi/Delivery celebra il lavoro quotidiano dei rider e fa il pieno di visualizzazioni su YouTube, a Torino 3 ciclofattorini che avevano partecipato allo sciopero del 22 gennaio scorso sono finiti nel mirino delle piattaforme, come scrive su Facebook il collettivo Deliverance Project.

“La risposta allo sciopero del 22 gennaio contro Justeat e Glovo non si è fatta attendere. Non è stata ovviamente la risposta che avremmo sperato. 3 procedure disciplinari sono state aperte a carico di tre rider che hanno partecipato alla serata di sit-in tra diversi fast food della città di Torino. Il pretesto utilizzato dall’azienda per provare a punire chi protesta è la violazione del ‘dovere di diligenza e lealtà’. Sono stati concessi 10 gg di tempo per replicare alle contestazioni, nelle quali si rimproverano anche atteggiamenti violenti”, si legge sul post Facebook di Deliverance Project.

Sciopero rider Torino
Un momento dello sciopero dei rider del 22 gennaio 2022 a Torino [Fonte: Deliverance Project]

“Fino a che punto si può spingere questo obbligo di lealtà e limitare la libertà di critica? Quanto ancora può essere ristretta la liberta di scioperare facendo leva su presunte condotte violente? La risposta a queste domande la stiamo portando in questo momento negli uffici di Justeat di Torino”, prosegue il testo. E, in conclusione, la richiesta: “Sospendere immediatamente le procedure disciplinari e porre fine a queste pratiche intimidatorie”.

Rider in lotta Justhit Justeat

Ma che cos’era successo il 22 gennaio scorso a Torino? Lo sciopero organizzato da diversi gruppi di rider appartenenti a più piattaforme aveva di fatto rallentato e bloccato in parte il servizio di Justeat e Glovo.

“La necessità di pretendere condizioni migliori ha portato i e le rider a bloccare ristoranti e supermercati online gestiti dalle app – il GLOVO MARKET, ad esempio, è stato inattivo per oltre 5 ore, fino alla decisione dell’area manager di sospendere l’attività alle 22 invece che all’1”. Parola d’ordine: “Se le aziende non ci ascoltano blocchiamole”. Rivendicazioni pubblicate anche in un video.

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