In Spagna le aziende della bici pedalano in gruppo: intervista a Jesús Freire
Venticinquemila impiegati diretti, un fatturato annuo di 2.607,38 milioni di euro, con una crescita del 39,39 per cento nel 2020, anno nel quale la vendita di biciclette è cresciuta del 24 per cento, superando il milione e mezzo di unità. E con sempre più attività specializzate, trenta in più rispetto al 2019, peraltro con un bilancio positivo fra natalità e mortalità dei negozi. Sono questi i dati, notevoli, riferiti al 2020 e relativi appunto al movimento del mondo bici in Spagna. Non solo sport, divertimento, scelta per gli spostamenti urbani: la bicicletta ha un valore economico reale. Lo sanno bene in Ambe-Asociación de Marcas y Bicicletas de España, tanto da incontrare proprio questi giorni la ministra ai trasporti, mobilità e agenda urbana del governo spagnolo, come racconta a Bikeitalia Jesús Freire, segretario generale e tesoriere dell’Associazione.
È la prima volta nella storia politica nella Penisola iberica che un ministro del settore incontra un’associazione come Ambe, quali sono i temi del dibattito?
“Presentiamo l’impatto positivo del settore bici sull’economia nazionale. Rivendichiamo il valore delle imprese, la positiva ricaduta di politiche volte a favorire l’utilizzo della bicicletta, in tutti i suoi settori”.
Economia e società, quindi, una visione globale nella quale si considera la bicicletta strumento per contribuire a creare una società migliore in Spagna.
“Il nostro obiettivo è che la Spagna si converta in una nazione ciclistica. Per farlo c’è bisogno che tutte le amministrazioni, dal governo nazionale fino a quelli locali, applichino la normativa corretta, devono esserci politiche pubbliche che lavorino per questo, agiamo in questa direzione”.
Tante le vittorie ottenute da Ambe negli anni, che ne confermano impegno e valore, dalla modifica del codice penale – nel quale sono state inserite pene severe per chi, alla guida, causi incidenti con morti o feriti – all’evitare l’uso del casco obbligatorio in tutte le situazioni, all’impegno per far abbassare l’Iva nel settore bici, al sostegno per l’acquisto di bici elettriche. Come opera l’associazione?
“In Ambe abbiamo quattro gruppi di lavoro, che si occupano di dati, formazione, normativa e mobilità. E collaboriamo non solo con le imprese associate in maniera diretta, ma anche con quelle che definiamo alleate, che orbitano cioè intorno al mondo bici, come ad esempio magazine specializzati, agenzie di comunicazione tematiche”.
Per far parte di Ambe c’è una quota annuale, calibrata in base alla fatturazione della singola impresa. Quali sono i settori nei quali l’associazione interviene?
“In Spagna in particolare il mercato della bici sportiva è molto consolidato. Al netto di questo dato lavoriamo molto per incrementare l’uso della bicicletta in ambito urbano e nel cicloturismo”.
Avete dei modelli ai quali vi ispirate?
“Sono convinto che si possa fare anche meglio di molti esempi europei di città leader nel settore della mobilità, che rimangono ovviamente dei modelli. Qui da noi ad esempio sono cresciute tantissimo in questo ambito città come Barcellona, Valencia, Siviglia, Vitoria”.
Non solo bici, però, giusto?
“Esatto, non parliamo solo di bici, c’è ad esempio Pontevedra, città nella quale si è passati dalle rimostranze per la pedonalizzazione, a chiederne di più. E sappiamo quanto spostarsi in bici, a piedi, favorisca il commercio di prossimità, quanto sia importante per rendere attivi i singoli quartieri e tutta la città. Nei Paesi mediterranei, peraltro, camminiamo di più rispetto al Nord-Europa, siamo avvantaggiati”.
Nella vostra attività ha un valore importante il cicloturismo.
“Ha un potenziale enorme. Siamo il secondo Paese più visitato al mondo, con molti turisti tedeschi, olandesi, belgi, con una sensibilità speciale nei confronti del settore bici. Si sta facendo un grande sforzo a livello di infrastrutture e servizi, sono convinto che nel giro di un paio di anni la Spagna sarà una destinazione d’eccellenza anche in ambito cicloturistico”.
Focus settore bici Spagna
Del resto anche dai dati di vendita nel settore sportivo, emerge ormai che in Spagna la passione per la bicicletta è in crescita costante e inarrestabile. E infatti, se nel 2020 il settore di articoli sportivi ha toccato quota 7.746 milioni di vendite – con un più 1,52 per cento rispetto all’anno precedente – ben 2.607 milioni di euro arrivano dal mercato del ciclismo, che registra la maggior percentuale fra tutte le discipline sportive, con il 33,66 per cento. Più di sport super popolari e con grande richiamo mediatico, come il calcio.
Anche il volume di vendita per tipologia di bici, con ogni settore in aumento, indica la voglia di stare all’aria aperta: in testa alla classifica ci sono le bici da montagna, poi quelle da strada, seguite da bici urbane, per bambini ed elettriche. E la Spagna pedala, a tutta. Del resto, notizia dei primi di marzo 2022, per la prima volta nella storia del Paese, la mobilità attiva – in riferimento sia a quella ciclabile sia a quella pedonale – si appresta a far parte degli insegnamenti minimi nella scuola primaria. I bambini saranno pertanto formati già da piccoli su temi come mobilità autonoma, sicura e sostenibile.
[I dati AMBE citati nell’intervista sono consultabili al seguente link]
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