Immaginare un nuovo modo di vivere nella città, all’insegna di una mobilità attiva e intermodale liberandosi dalla schiavitù del possesso dell’automobile: questi i temi trattati da Rossella Muroni – parlamentare della Repubblica nonché vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici – al MobilitARS 2022, evento realizzato da Bikenomist in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia.
Nella sua relazione “Energia sociale: enti e cittadini uniti per il cambiamento”, Muroni ha sottolineano come sia necessario ripensare la mobilità a tutti i livelli: “Una transizione ecologica che tiene insieme innovazione, politiche urbane attente, ma anche coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine”.
Attualmente la “scelta” tra i diversi mezzi di trasporto non è davvero libera. Secondo Muroni c’è un ostacolo culturale dovuto anche al decisore politico: “Nel nostro Paese siamo vent’anni indietro: si parla di mobilità e infrastrutture come se fossimo negli Anni Novanta”.
La retorica secondo cui gli italiani non sarebbero pronti al cambiamento non regge: “Non c’è un limite antropologico al cambiamento: c’è un tema di coerenza delle misure, di risorse che vengono messere a disposizione e di una collaborazione leale tra Ministeri, Regioni e Comuni. Se invece si gioca a fare lo scaricabarile – spesso lasciando gli amministratori locali da soli – allora questa sinergia non funziona”.
Il tema della mobilità urbana oggi è sempre più legato all’economia, al commercio e alla logistica: non si tratta soltanto di una questione – seppur importante – di abbattimento delle emissioni. Per questo secondo Muroni: “Sono necessarie nuove competenze per sviluppare le città: occorre far lavorare gli ingegneri con gli antropologi e con i sociologi. Creare un contesto in cui davvero questi strumenti e queste soluzioni abbiano diritto di cittadinanza”.
Il tema non è affatto banale. Si tratta di passare da una mobilità autocentrica a una mobilità intermodale e attiva, all’insegna di un riequilibrio degli spazi urbani. La libertà di scelta non risiede dunque nella possibilità di scorrazzare ovunque con l’auto di proprietà – che tra l’altro costa sempre di più e crea inquinamento e traffico – per mancanza di alternative: va realizzato un sistema di mobilità basato su servizi ragionati sulla realtà sociale, sui quartieri e sulle città.
In conclusione Muroni ha evidenziato la direzione che deve prendere questo cambio di paradigma: “La politica, a livello nazionale, deve smettere di ragionare solo di grandi infrastrutture e invece pensare a una dimensione quasi sartoriale della mobilità”. Adottando misure per come usiamo lo spazio pubblico, per come lo organizziamo e per aiutare i cittadini a vivere meglio nelle loro città.
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