In vista del difficile inverno in arrivo, alcune persone mi hanno detto che non rinnoveranno l’abbonamento in palestra o non sanno se potranno continuare a portare i figli a praticare sport, perché devono tagliare le spese dove possibile. E mi chiedono un consiglio su come stare in forma.
Così propongo loro di andare al lavoro in bici, smettere di usare l’auto e valutare il risparmio in termini di costi mensili. La cifra sarebbe sicuramente più alta della retta mensile, così potrebbero continuare ad andare in palestra o mandare i figli a calcio.
Purtroppo è idea consolidata nella nostra cultura che non possa esistere alcuna alternativa, anche davanti a dati, numeri ed esempi lampanti.
Per la dea automobile siamo disposti a sacrificare tutto ciò che abbiamo, persino la nostra stessa salute (o quella dei nostri figli).
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Ogni volta che posto un argomento a favore del bike to work, arrivano commenti che sostengono che io sia fortunato, che abbia a disposizione chilometri di piste ciclabili, che io abbia chissà quale vantaggio che mi permette di usare la bici anziché l’auto.
Così oggi mi sono fermato e ho fatto una foto.
Questa è la situazione. Un groviglio di lamiere a propulsione a scoppio, che occupano ogni centimetro della strada, emettendo fumi dagli scarichi (non a caso in Lombardia la qualità dell’aria è tra le peggiori d’Europa). Nessuna protezione, nessuna pista ciclabile e, soprattutto, nessun rispetto. Ed è così per la maggior parte dei 10 km che mi separano da Bikeitalia.
È pericoloso? Fischia se lo è. Arrivo sudato? Di brutto (poi mi lavo, eh).
È una scelta difficile? No, per niente.
Mi sentirei molto peggio se fossi anche io rinchiuso in un’auto, costretto a muovermi a 7 km/h, arrivando in ritardo e pieno di rabbia al lavoro, impiegando 45 minuti per percorrere 10 km.
Perché una volta che hai visto da fuori quanto siamo schiavi del nostro modo di spostarci e hai iniziato a vivere sulla tua pelle i benefici in termini di salute, umore e soldi, tornare indietro è molto più difficile.
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