Lorenzo Barone torna a casa. Dopo alcuni giorni di silenzi il cicloviaggiatore ha nuovamente postato un messaggio su Facebook dall’aeroporto: sta tornando a casa, dopo aver annunciato lo stop del suo viaggio per cause di forza maggiore mentre stava compiendo la sua impresa in bicicletta dal Sudafrica allo Stretto di Bering.
“Voglio chiarire le motivazioni che mi hanno spinto a prendere questa difficile decisione”, scrive Barone ai suoi tanti follower che lo hanno seguito in questi mesi in cui ha attraversato in bici l’Etiopia in preda alla guerra civile, è sfuggito alla polizia dell’Egitto e ha pedalato in altre zone pericolose dell’Africa come il Nord del Kenya e il confine con il Congo in Tanzania. E in Uganda ha rischiato anche di prendersi la malaria.
Le ragioni dello stop
La situazione geopolitica in Russia legata alla guerra contro l’Ucraina è nota a tutti, ma Barone precisa in 4 punti come e perché ha dovuto sospendere il suo progetto di viaggio e l’impossibilità di proseguirlo.
1) Il viaggio prevede l’attraversamento della Chukotka, una regione “chiusa” anche per i cittadini russi a causa della presenza di basi militari. Per entrarci ho bisogno di un permesso speciale che forse riuscirei ad ottenere in condizioni normali. Attualmente non sembra possibile ottenerlo, quindi avrei dovuto comunque sospendere il progetto.
2) In Russia è un periodo “caldo” con proteste, arresti, decine di migliaia di persone che lasciano il paese e centinaia di migliaia di civili arruolati nell’esercito. Essendo un occidentale potrei essere facilmente preso di mira dalle autorità nei villaggi o da eventuali abitanti che non “gradiscono” la mia presenza. Se venissi accusato di qualunque attività illegale, rischierei di avere conseguenze serie, anche non avendo fatto nulla. Charlie per esempio è stato recentemente arrestato a Yakutsk per un mese e poi bannato dal paese per 5 anni mentre sciava trainando una slitta sull’Artico in Yakutia. Non è una delle esperienze che sogno di vivere.
3) Data l’affluenza di massa dei russi che lasciano il paese e della situazione che sta peggiorando rapidamente, potrebbero chiudere le frontiere in ogni momento. Mi troverei quindi bloccato in Russia per un tempo indeterminato come durante la pandemia.
4) Quasi tutte le ambasciate dei vari paesi stanno fortemente consigliando ai propri cittadini di abbandonare immediatamente la Russia. Nel mio caso l’ambasciata italiana mi ha detto che se mi dovesse succedere qualcosa non può fare praticamente nulla per aiutarmi.
Questo è un arrivederci, non un addio al progetto
Barone non nasconde l’amarezza per essersi dovuto fermare, sospendendo il suo progetto in bici dal Sudafrica allo Stretto di Bering dopo 20.733 km e 221 giorni di viaggio: “Mi sono promesso però che tornerò a completare il progetto, anche questo inverno se la situazione dovesse migliorare. In caso contrario, sto già studiando e preparando un’avventura alternativa”.
Insomma: questo stop è solo un arrivederci e non un addio al progetto che, appena possibile, Lorenzo Barone vuole riuscire a completare.