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Milano: chiude Veloleo, il servizio di taxi-risciò

Un momento triste per il turismo a Milano: chiude Veloleo, il servizio di giri turistici in risciò.
La domanda di visite guidate era alta e gli inserzionisti pubblicitari erano tanti e disposti a investire: cosa non ha funzionato?


Abbiamo parlato con il fondatore e titolare Gianluigi Barone per capire come la burocrazia ha affossato il trasporto turistico in bicicletta a Milano.

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Risciò di Veloleo a Milano allestito da Ri-Show

17 anni fa: l’intuizione del taxi-risciò

Nel 2005 l’imprenditore Gianluigi Barone, dopo un’esperienza pluridecennale nel settore della comunicazione, presenta al Comune la sua proposta di un servizio di trasporto turistico in risciò.

L’ispirazione viene dalla Germania, dove i Velotaxi erano già una realtà per i turisti nelle grandi città.
Il permesso viene rilasciato in via sperimentale e l’attività viene inquadrata come servizio di accompagnamento turistico: al tempo, infatti, i servizi di trasporto persone in bicicletta non erano ancora contemplati dalla normativa nazionale.
Insieme a Veloleo, Barone avvia il marchio Ri-Show, che gestisce campagne pubblicitarie sui risciò di Veloleo per marchi che cercano visibilità a contatto col pubblico, nel centro di Milano.

Taxi, NCC o accompagnatori?

Il termine “taxi-risciò” non è tecnicamente esatto, perché ad oggi non è ancora possibile in Italia gestire un servizio di taxi in bicicletta.

Dal 2014 il Codice della Strada ammette il trasporto di persone in bicicletta a scopo di lucro solo come NCC, noleggio con conducente.

Questo obbliga gli esercenti a posteggiare i mezzi e iniziare i viaggi esclusivamente in una rimessa designata, condizione non compatibile con la visibilità necessaria per un servizio turistico.

taxi risciò bici-t torino
Risciò di bici-T a Torino

L’unica possibilità per lavorare a contatto col pubblico, quindi, è come accompagnatori turistici: attività vincolata al rilascio dei tesserini da parte della Regione.

In 17 anni, a Ri-Show sono stati rilasciati solo due tesserini, per giunta nominali.
Questo, oltre a ridurre al minimo l’offerta, impedisce di sostituire i lavoratori e rende impossibili le collaborazioni occasionali.

EXPO, la concorrenza abusiva e il bando

La domanda, però, non aspetta i tempi della burocrazia: EXPO 2015 fa crescere il turismo a Milano, ma il Comune non ha ancora messo Ri-Show nelle condizioni di lavorare regolarmente.
Nel frattempo imperversa la concorrenza abusiva, su mezzi fatiscenti condotti da persone che lavorano in condizioni discutibili.

Nel 2018, dopo 13 anni, il Comune istituisce il bando per il trasporto persone in bicicletta: l’azienda di Barone vince il bando, ma rimane l’obbligo del patentino di accompagnatore turistico.
Il servizio dei risciò è sempre più richiesto anche dai tour operator, ma Veloleo non può reggere la domanda con solo due tesserini.

I tour operator mi chiamavano: Gianluigi, ho cinquanta tedeschi, settanta giapponesi, trenta arabi, venti norvegesi: mi organizzi dei tour? Avevamo un sito che funzionava, eravamo sui più grossi portali come TripAdvisor: da gennaio a settembre di quest’anno ho perso 250.000 € in viaggi prenotati, perché non avevo sufficienti licenze“.

Gianluigi Barone decide così di liquidare la società, e Milano perde un servizio di successo per i suoi turisti. Un servizio, però, in cui il Comune non ha mai creduto.

In 17 anni ho preso 200 appuntamenti col Comune di Milano e non ho mai ricevuto risposta.
Mi sono fidato del Comune, ma non c’è peggior mancanza di rispetto del non rispondere
”.

Un triste esempio di come la burocrazia italiana ha messo i bastoni tra le ruote al servizio di taxi-risciò a Milano, con buona pace della mobilità sostenibile.

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