In mountain bike senza una gamba e con un braccio fuori uso: la storia di Marek

10 Febbraio 2023

Il ritorno in mountain bike senza una gamba e con un braccio paralizzato. Nel 2013 il giovane polacco Marek Turkiewicz era uno studente all’ultimo anno di Medicina con la passione per la bici e la moto enduro. Quell’anno rimase vittima di un grave incidente stradale in moto, schiantandosi contro un albero e finendo in coma: al suo risveglio, dopo due settimane, niente era più come prima perché per salvargli la vita gli avevano dovuto amputare una gamba e il braccio sinistro era rimasto paralizzato.

In sella amputato e con un braccio fuori uso

Nel video, realizzato da Crankbrothers, Marek racconta la sua storia e mostra come, con la sua inesauribile forza di volontà, sia riuscito a ritornare in sella e riesca a pedalare la MTB senza una gamba e con un braccio fuori uso. Nel frattempo Marek ha terminato gli studi e oggi, a 34 anni, è dottore in Radiologia e lavora all’ospedale. E ha anche co-fondato una startup con alcuni suoi amici, che si concentra sullo sviluppo di un’app di realtà virtuale per la riabilitazione post-ictus.

La passione per le due ruote e l’incidente

La sua passione per la bici e il fuoristrada comincia nell’adolescenza, poi negli anni delle scuole superiori sconfina nella moto enduro, fino a quel maledetto giorno dell’incidente: “Nel settembre 2013 in moto mi sono scontrato con un albero ad alta velocità, provocando l’amputazione della gamba, la frattura della colonna vertebrale, la completa paralisi del braccio sinistro, fratture multiple alle ossa facciali e varie altre lesioni. Invece di finire il mio ultimo anno di studi di medicina, mi sono svegliato in terapia intensiva”, racconta in un’intervista pubblicata sul blog di Crankbrothers.

Marek Turkiewicz in mountain bike senza gamba e con un braccio paralizzato Crankbrothers
Marek Turkiewicz in mountain bike a pedalata assistita senza una gamba e con un braccio paralizzato

La riabilitazione e il ritorno in bici

Poi le mille vicissitudini legate alla riabilitazione, al re-imparare a camminare e alle protesi per farlo. E quella passione per la bicicletta che non si era mai sopita ma che appariva come un traguardo difficilissimo da raggiungere: “Mi ci sono voluti più di cinque anni per poter tornare ad andare in bicicletta. Durante quel periodo, ho fatto molti sforzi per prepararmi mentalmente e fisicamente”, racconta Marek.

In mountain bike senza gamba: un nuovo equilibrio

Poi l’acquisto di una e-Mtb, una mountain bike a pedalata assistita, da adattare in base alle sue esigenze specifiche grazie all’aiuto di un’autorità in materia: “Un giorno, mi sono imbattuto in Doug Henry su Instagram. Doug è un tre volte campione di motocross AMA che ha subito una lesione al midollo spinale. Nonostante la sua paralisi, è ancora in grado di guidare il motocross e il downhill utilizzando uno speciale sedile avvolgente che gli impedisce di cadere dalla bici. Ho contattato Doug ed è stato così gentile da fornirmi molte informazioni utili sul design dei sedili. Ha suggerito di utilizzare un sedile da go-kart, quindi ho ordinato alcune opzioni diverse online. Alla fine abbiamo scelto il migliore e l’abbiamo modificato per adattarlo alle mie esigenze”.

L’assetto e i pedali automatici

Tra le varie modifiche alla bici, Marek ha trovato l’assetto ideale e a proposito del pedale che usa racconta un aneddoto: “A causa delle mie condizioni, devo guidare con un pedale automatico, altrimenti non sarei in grado di pedalare in modo efficace. Prima del mio incidente, andavo in mountain bike con i pedali flat e non avevo esperienza con i pedali automatici. Attualmente sto usando i pedali Crankbrothers Mallet E LS con la scarpa Mallet E fornita con il sistema BOA. Questa combinazione si è rivelata un’ottima scelta per me. Sono stupito da quanto sia facile agganciarsi, anche quando le condizioni sono piuttosto fangose. Inoltre, il sistema BOA è molto comodo per l’uso con una sola mano”.

Ebike e disabilità

E le ebike hanno aperto nuove frontiere anche per le persone con disabilità: “Le ebike hanno aperto un intero nuovo mondo di possibilità per me e per gli altri che hanno limitazioni fisiche. Ci permettono di accedere ai sentieri e goderci l’emozione di pedalare”.

Infine un pensiero a chi lo ha supportato in questi anni dopo l’incidente: “Voglio ringraziare di cuore la mia famiglia e i miei amici per essere stati al mio fianco durante il mio viaggio. Quest’anno segna 10 anni da quando ho dovuto affrontare un grande cambiamento di vita e non avrei potuto riavere la mia vita senza di loro. Voglio anche ringraziarvi ragazzi per avermi dato l’opportunità di condividere la mia storia e, si spera, ispirare gli altri. La mountain bike adattiva non è ancora così diffusa come altri sport adattivi e sono entusiasta che Crankbrothers ne veda il potenziale. Sono ansioso di adottare misure per garantire che questo sport sia più inclusivo per le persone con disabilità in futuro”.

Articolo aggiornato a marzo 2023

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