Un cicloviaggio – dal più lungo al più corto – comincia sempre da un giro di pedali; se poi ci aggiungiamo un intento il tutto appare sotto una nuova luce e il nostro viaggio assume un significato profondo. Ci sono voluti anni a Daniele Matterazzo, sportivo 33enne di Legnaro (Padova) per risolvere le proprie questioni personali dovute a un grave incidente stradale avvenuto in adolescenza all’età di 15 anni in cui ha rischiato di perdere prima, la vita, e successivamente un braccio; incidente che ha limitato fino ai 30 anni il suo agire ma che poi è stato il trampolino di lancio per sfidare la sua disabilità al braccio e alla mano sinistra, ritrovando così nel tempo, coraggio e voglia di mettersi alla prova continuamente per mezzo di imprese sportive.

Tramite lo sport Daniele ha trovato una vera e propria cura per l’anima e il corpo ed attraverso imprese sportive e progetti sociali sfida la sua condizione cercando di aiutare gli altri tramite raccolte fondi. Solo 3 anni fa ha generato il suo primo progetto di fundraising sportivo e da allora non si è più fermato. Dai cammini di lunga percorrenza come Santiago de Compostela, la Via Francigena, il kungsleden trail nella Lapponia svedese affrontata in autonomia e autosussistenza, al cicloviaggio in bicicletta, il fundraiser intende proseguire verso nuovi orizzonti cercando di alzare sempre più negli anni, l’asticella delle difficoltà fronteggiando un braccio che gestisce come può e una presa della mano assente.
Daniele ha da poco terminato un cicloviaggio di 1200 km che prevedeva di partire dal primo nosocomio pediatrico al mondo sorto nel 1877 a Parigi, con l’intento di raggiungere in una decina di giorni quello della sua provincia Padova a cui ha devoluto il ricavato raccolto, sostenendo cosi i bambini e le famiglie in cura.
Il link per le donazioni resterà attivo fino al 30 giugno 2023, tutte le informazioni per donare sono presenti alla pagina di presentazione di Daniele e dei suoi social.



Ha attraversato la Francia, le Alpi svizzere e i territori del nord Italia pedalando medie giornaliere superiori ai 100 chilometri con una bicicletta gravel a cui sono state installate borse impermeabili per consentirgli di trasportare attrezzature e materiali utili per affrontare al meglio l’intero percorso.
Come accennato, Daniele ha condotto la sua bici e i pesi appresso prettamente con la forza del suo braccio destro, aiutandosi come poteva con l’arto sinistro ha cercato di dare equilibrio e stabilità al manubrio e al mezzo condotto.
Va ricordato che dopo l’incidente avvenuto nel 2005, il ragazzo non aveva più utilizzato una bicicletta fino a febbraio 2023 e in soli 3 mesi si è dedicato agli allenamenti e allo studio di possibili inconvenienti che avrebbe potuto incontrare lungo il suo percorso.

Il cicloviaggio di Daniele Matterazzo raccontato il prima persona
È stato un viaggio incredibil , forse il viaggio meno programmato e pianificato che attualmente ho portato a termine.
Mi sono dedicato al mondo della bici, come potevo, in soli 3 mesi e non è stato facile allenarmi regolarmente incastrando lavoro e impegni di tutti i giorni con il mio tempo libero. È proprio per questi motivi che l’esperienza si è rivelata così intensa e mi ha reso così orgoglioso essere riuscito a portarla a termine.
In precedenza avevo sempre e solo camminato e per questo 2023 desideravo un po’ di aria nuova, qualcosa che prevedesse nuovamente di uscire dalla zona di comfort e tentare un nuovo scenario sportivo. Desideravo un viaggio avesse una storia e fosse in un qualche modo collegato con il tema sociale di questo progetto e non ci ho pensato 2 volte quando ho visto in rete che il primo ospedale pediatrico al mondo era sorto ed era ancora attivo a Parigi.
I chilometri e i dislivelli erano gli unici a darmi reali preoccupazioni proprio perché fin prima non mi ero mai cimentato con la bici né tanto meno avevo percorso tratte di chilometraggio cosi lunghe, figuriamoci con tutti i pesi, gestendo il tutto con un braccio, pedalando a lungo per diversi giorni senza aver tempistiche che prevedano riposo o possibilità, nel caso, di avere un periodo più lungo per terminare l’avventura.
Sono stati tanti i territori visti mutare nei km e nei giorni, tanti gli incontri gli animali, con le persone e con me stesso. Ho fronteggiato nei giorni diversi stati animo alimentati da fatica, stanchezza, disagi esterni e complicazioni varie.

Amo sfidare me stesso in cose nuove anche senza avere una grande preparazione o chissà che background di conoscenze alle spalle, in un modo o nell’altro cerco di cavarmela e portare sempre a termine i miei obiettivi (e, diciamolo: per ora ha sempre funzionato…).
Camminare o pedalare per lunghe distanze ogni giorno non sempre risulta facile; anzi, sapere che dietro i miei intenti ci sono persone meno fortunate mi aiuta a perseguire nei mei obiettivi aiutato da una sana cocciutaggine e testardaggine che giocano ruoli fondamentali in questo tipo di esperienze. Non mi permetto di sfidare la natura, i suoi elementi, né tantomeno i territori che incontro, piuttosto sfido la mia fisicità cercando di scardinare il concetto di sicurezza e paura; vivendo un istinto di ”autoconservazione” faccio uscire parti di me che prima non conoscevo ed è stupendo continuare a sorprendermi e meravigliarmi.
Ricerco appositamente territori o esperienze possano condurre a vivere situazioni strane in cui tocca cavarsela con le proprie forze , motivo per il quale scelgo di svolgere queste imprese in solitaria per far uscire le parti meno conosciute di me stesso accorgendomi che è possibili fare un po’ tutto, anche con una problematica come la mia.
Il viaggio, svolto in una qualunque sua modalità purché svolto in nome dell’avventura e della fatica, mi ha sempre condotto a grandi destinazione interiori e farò di tutto per procedere nel tempo, in questa direzione.
Ho tante cose in programma da voler fare e tentare nei prossimi anni. Amo lo sport e l’outdoor in generale e trovo bellissimo stringere rapporti così importanti in breve tempo, con le discipline sportive. Credo che la bellezza racchiusa dentro ogni disciplina sia anche dovuta al tempo che ci dedichiamo e ai motivi che ci portano a praticarla.
Progetti come questo, svolti in bici, li vedo un po’ come variare la propria alimentazione visto che fin prima avevo sempre e solo camminato ora finalmente ho la conferma: esistono altri gustosi piatti da provare.
Sono sicuro che svolgerò nuovi progetti futuri in bicicletta con nuove destinazioni da percorrere. Questo viaggio ne è stata la prova.. la bici è tanta roba!
[Daniele Matterazzo]
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