Mobilità

Associazioni contro il disegno di legge Salvini: “Manca la moderazione della velocità”

Il disegno di legge sulla sicurezza stradale, noto come DDL Salvini, è oggetto di critiche da parte delle Associazioni riunite nella Piattaforma #Città30Subito. Secondo le organizzazioni cicloambientaliste e di promozione della sicurezza stradale il DDL Salvini non affronta in modo efficace la questione della velocità, che rappresenta la principale causa degli incidenti stradali più gravi nelle città. Inoltre, il provvedimento sembra voler limitare le opportunità per lo sviluppo della mobilità ciclistica e sostenibile anziché promuoverla.

DDL Salvini sicurezza stradale

Le Associazioni della Piattaforma #Città30Subito

Le Associazioni della Piattaforma #Città30Subito – Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Asvis, Kyoto Club, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO e Clean Cities Campaign – il 6 maggio scorso dal MobilitARS di Bologna avevano lanciato la proposta di legge nazionale sulle Città 30 in Italia, ispirata a una misura analoga adottata in Spagna, che mirava a promuovere la sicurezza stradale attraverso la moderazione della velocità e la rigenerazione dello spazio pubblico. Tuttavia, il DDL Sicurezza “Schema di Disegno di Legge recante interventi in materia di sicurezza stradale e delega
per la revisione del Codice della Strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285″
promosso dal ministro Salvini non include tali misure, rischiando di depotenziare la mobilità ciclistica invece di sostenerla per salvaguardare vite umane.

Le critiche al disegno di legge Salvini

Scrivono le Associazioni nel comunicato di critica e commento al DDL Salvini: “L’impegno per la sicurezza stradale del Ministro Salvini è confermato dalla riforma presentata che interviene soprattutto sulla parte sanzionatoria di chi fa abuso di sostanze illecite alla guida ma ha un grande assente: la moderazione della velocità. È importante contrastare chi guida sotto l’influsso di alcool e droghe, sapendo che tali comportamenti sono causa del 4% degli incidenti (6761 su 151.875 totali, secondo il Ministero dell’Interno), ma in aggiunta a questo è bene ricordare che la principale causa di incidenti, come prima causa o concausa che ne aggrava altre, è la velocità eccessiva (ISTAT 2021), su cui mancano interventi incisivi nel decreto legge presentato in Consiglio dei Ministri, che anzi renderà più difficile l’installazione degli autovelox, prezioso strumento di moderazione e controllo della velocità soprattutto in città”.

Non affrontato il problema della velocità

Secondo le statistiche ufficiali, la velocità eccessiva rappresenta la principale causa o concausa degli incidenti stradali, mentre l’abuso di sostanze illecite alla guida ne costituisce solo il 4%. Nonostante ciò, il DDL focalizza principalmente sulla parte sanzionatoria per chi guida sotto l’influenza di alcol e droghe, senza affrontare in modo significativo il problema della velocità.

Le Associazioni della Piattaforma #Città30Subito sostengono che la proposta di legge del Ministro Salvini non contribuirà ad aumentare la sicurezza stradale, specialmente nelle città, dove si verificano oltre il 70% degli incidenti. Per garantire la sicurezza delle persone, in particolare di pedoni e ciclisti, è necessario ridurre legalmente la velocità massima sulle strade urbane. Solo così sarà possibile perseguire l’obiettivo di ridurre drasticamente il numero di vittime e avvicinarsi alla visione di “Zero Vittime” entro il 2050.

I 10 attacchi alla mobilità sostenibile del DDL Salvini

DDL Salvini sicurezza stradale
Ecco come il disegno di legge Salvini attacca la mobilità sostenibile e le biciclette

LE 5 MOSSE CONTRO LE BICICLETTE

1. LA CORSIA CICLABILE VIENE PESANTEMENTE RISTRETTA

Diventa possibile soltanto a destra ed è consentita solo in subordine alla pista ciclabile e viene peggiorata nelle condizioni di uso per i ciclisti che sono obbligati a occupare la parte più esterna della corsia.

2. IL DOPPIO SENSO CICLABILE VIENE RIDOTTO

Consentito solo in subordine alla pista ciclabile e salta l’obbligo per gli automobilisti di dare la precedenza alle bici in caso di strada stretta.

3. LA CASA AVANZATA RIDOTTA APPLICAZIONE

La “zona di attestamento ciclabile” diventa possibile solo su carreggiate con un’unica corsia di marcia.

4. LA STRADA URBANA CICLABILE VIENE PEGGIORATA

Sparisce la segnaletica anche orizzontale e resta solo la verticale.

5. METRO E MEZZO PER IL SORPASSO DELLE BICI DEPOTENZIATO

Previsto solo “ove le condizioni della strada lo consentano”, il che lo rende di fatto inapplicabile

LE 5 MOSSE CONTRO LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

1. OBBLIGO DI CASCO, ASSICURAZIONE E TARGA PER I MONOPATTINI

Campagna ideologica: velocità massima è 20 km/h e a queste velocità il rischio di letalità per impatto è quasi nullo. L’effetto sarà disincentivo all’uso.

2. PESANTE LIMITAZIONE ALL’USO DEGLI AUTOVELOX

Si depotenziano gli strumenti di controllo

3. ZTL DIFFICILE L’ISTITUZIONE

Viene pesantemente ristretta la possibilità di istituire ZTL, anche semplici (non tariffate), poiché devono sussistere contestualmente (e non più alternativamente come ora) esigenze sia di prevenzione dell’inquinamento sia di tutela del patrimonio storico, artistico e ambientale, e vanno considerate esigenze di mobilità ed economiche.

4. NORME SU SOSTA TARIFFATA

Nelle aree a sosta regolamentata (ad eccezione di ZTL e zone di particolare rilevanza urbanistica) viene introdotta una condizione rigida di almeno il 20% di stalli auto gratis a strisce bianche per strada.

5. NORME SU CONTROLLI E SANZIONI

Viene prevista l’applicazione di una sola multa al giorno, anziché per ogni violazione, per gli accessi non autorizzati e per divieto di transito e ristretta la possibilità di controllo elettronico in uscita da zone e aree limitate oltre a ridurre l’uso di dispositivi elettronici per le violazioni al solo passaggio col semaforo rosso.

Le richieste delle Associazioni

Le Associazioni sottolineano che l’incentivazione della mobilità attiva e sostenibile è scientificamente provata come un modo efficace per migliorare la sicurezza stradale. Tuttavia, il DDL Salvini sembra seguire una direzione opposta, rendendo più difficile l’utilizzo di mezzi di trasporto leggeri come i monopattini e limitando la realizzazione di infrastrutture ciclabili, zone a traffico limitato e parcheggi regolamentati.

In conclusione le Associazioni chiedono quindi a Governo e Parlamento di procedere all’elaborazione di una revisione complessiva del Codice della Strada e delle norme annesse e connesse sulla traccia della proposta di Legge Città 30 presentata a maggio scorso a Bologna e su una maggiore incentivazione della mobilità attiva e sostenibile.

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Commenti

  1. Avatar Nicola Baini ha detto:

    sono d’accordo

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