Bici

Addio all’antropologo Marc Augé che ci ha insegnato il bello della bicicletta

L’antropologo, filosofo ed etnologo francese Marc Augé ci ha lasciato ieri, lunedì 24 luglio 2023, all’età di 87 anni. Su Bikeitalia amiamo ricordarlo soprattutto in quanto autore del libro “Il bello della bicicletta” in cui analizza lucidamente il “nuovo umanesimo dei ciclisti”, che annulla le differenze di classe, induce all’uguaglianza, riconduce l’esistenza nelle nostre città a tempi e ritmi più sostenibili. E trasforma le vie urbane in spazi da scoprire ciascuno al proprio ritmo, con la cadenza regolare della pedalata.

Il bello della bicicletta Marc Augé

Nonluoghi

Marc Augé ha lasciato un’impronta importante nel campo del pensiero contemporaneo affrontando il tema della società dei consumi e coniando il termine “nonluoghi” per indicare quegli spazi dell’anonimato ogni giorno più numerosi e frequentati da individui simili ma soli. Nonluoghi sono sia le infrastrutture per il trasporto veloce (autostrade, stazioni, aeroporti) sia i mezzi stessi di trasporto (automobili, treni, aerei). Ma sono nonluoghi, per esempio, anche i supermercati e le grandi catene alberghiere con le loro camere intercambiabili.

“Il bello della bicicletta”

Il concetto di tempo è molto presente nel suo libro “Il bello della bicicletta” Marc Augé ha dimostrato la sua capacità di esplorare argomenti quotidiani e apparentemente semplici per rivelare le complesse strutture della nostra realtà. Pubblicato nel 2008 (e tradotto in italiano nel 2009 ed edito per i tipi di Bollati Boringhieri editore, ndr), questo suo elogio della bici – che affronta la due ruote a pedali come simbolo culturale e come elemento chiave per interpretare la nostra società contemporanea – ha ottenuto subito un grande successo di pubblico, attirando l’attenzione di appassionati di filosofia, ciclisti e semplici lettori interessati a comprendere meglio il mondo che li circonda.

Il bello della bicicletta libro di Marc Augé

Un mezzo semplice votato alla libertà

Augé ci invita a riflettere sul ruolo della bicicletta nella nostra vita quotidiana e come essa incarna concetti più ampi come la libertà, la semplicità e l’autonomia. Attraverso la bicicletta, esplora i cambiamenti sociali, la percezione dello spazio urbano, l’ecologia, ma soprattutto la nostra esperienza come individui immersi in una realtà frenetica.

Pedalare come atto di consapevolezza

L’opera offre uno sguardo critico sulla società dei consumi, suggerendo che la bicicletta, in quanto oggetto essenziale ma spesso trascurato, possa rappresentare un modo per ridurre gli eccessi materiali e ritrovare una connessione più autentica con il nostro ambiente e con gli altri. Augé ci ricorda che spostarsi in bicicletta non è solo una modalità di trasporto sostenibile, ma un’esperienza che ci consente di essere più consapevoli, di rallentare e di vivere pienamente il momento presente.

Marc Augé il bello della bicicletta
Marc Augé | Fonte: Wikimedia Commons

Con la scomparsa di Marc Augé perdiamo un osservatore attento della società contemporanea. Lui che con la sua opera “Il bello della bicicletta” ci ha insegnato a riconsiderare la nostra relazione con il mondo che ci circonda, incoraggiandoci a cogliere la bellezza nelle cose semplici e a riflettere sul nostro ruolo all’interno della società dei consumi.

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Commenti

  1. Avatar Spalice luigi ha detto:

    Bicicletta compagna fedele

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