Rubriche e opinioni

La bufala della ciclabile più corta del mondo

Continua a imperversare in ogni dove la notizia che a Torino ci sarebbe la ciclabile più corta del mondo: una bufala (o, come usa dire oggi, una fake news), spacciata online da decine di testate giornalistiche che dovrebbero verificare i fatti prima di trasformarli in notizie e invece si limitano a fare da cassa di risonanza dei meme sui social e pubblicano la qualsiasi per acchiappare click. E hanno gioco facile grazie all’analfabetismo funzionale / ciclabile di una larga fetta dei loro lettori: no, la colpa non è dei social “brutti e cattivi”, ma di un sistema mediatico che svende la propria (residua) credibilità e inquina il dibattito pubblico, quando invece il suo compito sarebbe quello di informare.

Torino pista ciclabile più corta del mondo fake news

Come nasce la bufala della ciclabile più corta del mondo

Un’immagine vale più di mille parole: una foto decontestualizzata rappresenta il perfetto punto di partenza per confezionare una fake news con tutti i crismi, una bella bufala succosa infarcita di aggettivi sopra le righe, rielaborazioni grafiche in forma di meme e tutto l’armamentario per stimolare i commenti e le interazioni di chi scrolla compulsivamente i social e contribuisce a sua volta a diffondere ulteriormente la balla. Ed è proprio quello che è successo con il caso della ciclabile più corta del mondo di Torino, in corso Umbria.

La spiegazione della genesi della bufala della ciclabile più corta del mondo è stata ben sintetizzata dalla brava collega Elisa Gallo di Torino, a dimostrazione che i social possono essere utilizzati anche per contrastarle le fake news [spiegazione dettagliata qui].

Giornalisti che non fanno il loro mestiere

Il declino dell’informazione in Italia dipende anche dal fatto che troppo spesso si preferisce cavalcare l’onda dei contenuti virali che “girano bene” sui social senza fare ulteriori verifiche e cercando di lucrarci: non importa che la notizia sia vera, l’importante è che faccia traffico. Una degenerazione che prende il pressappocchismo e lo eleva a buona pratica per creare articoli tossici buoni per i banner pubblicitari: con buona pace della deontologia professionale e dei corsi di aggiornamento obbligatori in materia.

Esemplificativo è il fatto che neanche sulla lunghezza di questa ciclabile più corta del mondo c’è accordo tra gli spacciatori di fake news un tanto al click, che da giorni stanno producendo articoli-spazzatura-fotocopia: c’è chi scrive 7 metri e mezzo, chi 7 metri. Nessuno delle cronache locali che si sia peritato di andare a verificare effettivamente quanto sia lunga l’ipotetica ciclabile più corta del mondo in piazzale Umbria a Torino. E non verificare sul campo neanche un’informazione che riguarda un fatto della tua città, magari a 15 minuti a piedi dalla tua redazione, è grave e connota il declino dell’informazione.

Anche perché chi avesse fatto un salto per vedere dal vivo questa infrastruttura in miniatura si sarebbe reso conto che la ciclabile dopo pochissimo prosegue per centinaia di metri e che è già previsto il suo completamento, non appena sarà pubblicata la gara d’appalto integrato per realizzazione esecutiva e realizzazione con i fondi del decreto ciclovie che a Torino prevedono, appunto, 15 chilometri di ciclabili urbane e metropolitane tra cui il completamento di quella in corso Umbria.

La ciclabile più corta del mondo: l’ennesima bufala di un sistema dell’informazione che ha perso completamente la strada.

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Commenti

  1. Avatar Tommaso ha detto:

    Scusate, ma come si fa a chiamarla bufala? A quale titolo dite che i giornalisti non fanno il loro mestiere? La pista segnalata ad esclusivo utilizzo della bicicletta è verniciata in rosso ed è davvero lunga sette metri, poi si interrompe e inizia un marciapiede, sul quale se un ciclista tira giù un pedone, voglio vedere quale giudice accetterà la giustificazione che “la pista continuava più avanti”. Il video che dovrebbe smontare la bufala invece certifica che il fatto è vero. Piuttosto, la ciclabile in questione è stata fatta malissimo, come purtroppo se ne vedono tante.
    Fate un esperimento: attraversate la strada fuori dalle strisce pedonali e poi dite agli automobilisti che “il marciapiede continua dall’altro lato”…
    Serve un po’ di correttezza, non si può essere talebani della bicicletta.
    Con immutato affetto

    1. Avatar Manuel Massimo ha detto:

      Viene ampiamente spiegato nell’articolo perché si tratta di una bufala.

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  2. Avatar Enzo ha detto:

    ci sono solo pochi giornalisti che fanno informazione, la maggior parte cercano solo gloria con effetti speciali e solo per far piacere a chi li paga….

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