Grazie a Bologna Città 30 il trasporto pubblico locale avrà un’opportunità di crescita e miglioramento, come evidenziato dall’accordo recentemente sottoscritto. La Filt-Cgil nazionale ha definito questo accordo come un “precedente virtuoso”, poiché mira al potenziamento del servizio e al miglioramento delle condizioni di lavoro per gli operatori del settore.
Bologna Città 30
L’accordo, firmato unitariamente dalle organizzazioni sindacali regionali, dal Comune di Bologna e dall’azienda Tper, è parte integrante della riorganizzazione della mobilità nota come “Bologna Città 30”. La Filt-Cgil nazionale ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa e ha evidenziato alcuni aspetti chiave.
Secondo la Filt-Cgil, l’accordo prevede un impegno del Comune per il Fondo nazionale del trasporto pubblico locale, affrontando così le sfide che le risorse di questo fondo stanno incontrando a livello nazionale. Inoltre, è stata annunciata l’intenzione di rinnovare il contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre scorso, e le trattative sono attualmente in corso.
Opportunità per trasporto pubblico locale
Un elemento particolarmente positivo, si legge nella nota della Federazione dei Trasporti della Cgil, è l’investimento nell’aspetto lavorativo. L’accordo include un aumento delle retribuzioni degli autisti apprendisti, contribuendo così a migliorare le condizioni di lavoro e retributive di una categoria che registra una carenza di disponibilità a livello nazionale.
Il sindaco di Roma e il limite di 30 km/h
Dopo Bologna Città 30, l’attenzione verso la sicurezza stradale e la riduzione della velocità in ambito urbano nelle ultime settimane è diventato un tema di attualità, all’ordine del giorno anche in altri Comuni. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha recentemente sottolineato l’importanza di limitare la velocità veicolare nelle zone urbane a 30 chilometri orari. In un intervento alla diretta web “Il Corriere delle Città”, queste le parole del primo cittadino di Roma: “Non deve essere un tema di scontro politico, l’alta velocità è una delle cause principali di morte sulle strade di tutta Europa e quindi l‘estensione delle zone 30 è un provvedimento che contribuisce all’aumento della sicurezza stradale“.
Gualtieri ha inoltre elogiato l’iniziativa di Bologna, definendola positiva, e ha dichiarato che anche Roma seguirà la stessa strada: “Porteremo tutte le strade secondarie in zona 30. Bologna sta facendo bene e noi seguiamo la stessa strada”.
Sembra che l’approccio “Città 30” – nonostante l’emanazione del MIT a firma del ministro Matteo Salvini – stia guadagnando consensi in diverse città italiane, non solo come misura di sicurezza, ma anche come opportunità per migliorare il trasporto pubblico locale e le condizioni lavorative degli operatori del settore. La collaborazione tra enti locali, aziende e organizzazioni sindacali si conferma quindi fondamentale per perseguire un obiettivo comune di sostenibilità e sicurezza nel panorama urbano italiano.
State inseguendo una ideologia a dir poco fuorviante. In Italia la fruibilità della mobilità pubblica è mediamente imbarazzante (pochissime le eccezioni locali). Gli intenti sono chiaramente quelli di complicare delle cose semplici in origine. Stare fermi e lasciare le cose come sono darebbe benefici infinitamente superiori. Se si volessero incentivare gli spostamenti pubblici, le società di trasporto fossero messe nelle condizioni di offrire prezzi veramente vantaggiosi per gli utenti e la rete sarebbe davvero in grado di garantire degli spostamenti completi in aree sia urbane, sia periferiche. Allora, certamente, molti più sceglierebbero di pensare i loro spostamenti in questo senso. Allora, certamente, il traffico potrebbe diminuire. Allora, certamente, le strade sarebbero alla portata di tutti (i tipi di mezzi).
Ormai da diverso tempo si preferisce percorrere la strada della vessazione e della coercizione in diversi ambiti sociali. Aspettatevi, perciò, proteste e malcontenti di origine diversa…