Mobilità

“A 30 non si muore”: presidio per la Città 30 al Ministero dei Trasporti

“A 30 non si muore”: presidio per la Città 30 al Ministero dei Trasporti

[Articolo aggiornato il 02/02/2024]

Tutte a Roma per chiedere al Ministro Salvini di ritirare la direttiva sulla Città 30. Venerdì 2 febbraio 2024 le associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile aderenti alla Piattaforma #Città30subito si sono riunite in presidio davanti al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) a Porta Pia. Un appuntamento che arriva all’indomani della pubblicazione della lettera aperta di 130 tecnici esperti di mobilità – architetti, ingegneri, urbanisti, economisti – che chiede a Salvini di ritirare la direttiva Città 30.

Presidio a 30 non si muore davanti al Ministero dei Trasporti Piattaforma #Città30subito

L’evento “A 30 non si muore” è promosso da Legambiente, FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada. E mira a porre l’attenzione su questioni vitali riguardanti la sicurezza stradale nelle città e l’importanza di adottare misure concrete per promuovere la mobilità sostenibile.

A 30 non si muore presidio al Ministero dei Trasporti contro la direttiva Salvini sulla Città 30
Città 30: associazioni in presidio davanti al Ministero dei Trasporti a Porta Pia

Città 30: più sicure, vivibili e a misura di persona

Le associazioni coinvolte sostengono con forza la necessità di trasformare le città in luoghi più sicuri, vivibili e a misura di persona. Il presidio davanti al MIT è un richiamo urgente alle istituzioni affinché considerino seriamente l’importanza di politiche che favoriscano la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile.

Contestazione della Riforma del Codice della Strada

Le associazioni ribadiscono la netta opposizione alla proposta di Riforma del Codice della Strada che non affronta in modo adeguato la questione della velocità come una delle principali concause di morte sulle strade. La necessità di rivedere e potenziare le normative in materia di sicurezza stradale è un grido d’allarme che queste associazioni intendono far risuonare.

Cono visivo automobilista a 30 km/h e a 50 km/h

NO alla direttiva del Ministro Salvini contro la Città 30

Un altro tema del presidio è la contrarietà alla direttiva Città 30 proposta dal Ministro Salvini. Le associazioni della Piattaforma #Citta30subito esprimono forte preoccupazione riguardo a questa proposta. E chiedono un approccio più ponderato al tema, basando le scelte di mobilità sui dati e sulle migliori esperienze internazionali in materia.

Necessario un cambiamento culturale per la sicurezza stradale

Il tema delle “Città 30 km/h” è cruciale. Le associazioni sottolineano l’importanza di adottare limiti di velocità più bassi nelle aree urbane, al fine di rendere le strade più sicure per tutte le persone (pedoni, ciclisti e automobilisti). Questa iniziativa per la Città 30 al Ministero dei Trasporti vuole promuovere un cambiamento culturale. Per un nuovo paradigma in cui la sicurezza stradale e la sostenibilità ambientale diventino priorità condivise.

IL COMUNICATO STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI

Roma, 2 febbraio 2024 La piattaforma #Città30Subito manifesta per dire no alle posizioni del Ministro dei Trasporti in materia di sicurezza stradale e per dire basta alla vergognosa strage quotidiana che si consuma sulle nostre strade. Qualità della vita e sicurezza delle persone devono rappresentare i pilastri decisionali in materia di mobilità.

Città 30: naturale evoluzione delle Zone 30

Legambiente, FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada ribadiscono l’importanza del modello Città 30 come naturale evoluzione delle zone 30 che da decenni esistono e funzionano in molti centri storici e zone residenziali in tutta Italia. Le associazioni manifestano quindi il loro sostegno a favore di tutti i Comuni in cui la trasformazione è già iniziata (da Olbia a Cesena, da Treviso a Bologna ai comuni del litorale teramano per oltre 45 chilometri tra Martinsicuro e Silvi) o in cui il dibattito è aperto, ribadendo che questa non né ideologia né anarchia viabilistica.

Continua emergenza sulle nostre strade

La Città 30 è un modello che si rende ormai improcrastinabile a causa della continua emergenza sulle nostre strade dove velocità, distrazione e mancata precedenza ai pedoni, sono i fattori che causano il 55% dei morti in ambito urbano. Nel nostro Paese si registra un morto ogni tre ore e un ferito ogni 2,5 minuti e in città il 50% delle vittime sono pedoni e ciclisti. Si tratta di un’emergenza da codice rosso, su cui bisogna al più presto intervenire.

Mortalità in caso di impatto: a 30 km/h scende a meno del 10%

Ricordiamo inoltre che 30 km/h è la velocità auspicata in zone residenziali dal PNSS (Piano Nazionale della Sicurezza stradale) Orizzonte 2030, emanato dal Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili dopo la consultazione del Parlamento nel 2022, e dalle linee guida del Parlamento Europeo. Attualmente la velocità media nelle città italiane si aggira sui 20 chilometri orari. Come dimostrano le evidenze scientifiche, velocità maggiori non agiscono positivamente sui tempi di percorrenza (vari studi condotti in città come Bologna danno, su un tragitto di 5 km, risultati variabili di incremento tra i 10 secondi in orario di punta e i 2 minuti in situazioni di traffico scorrevole) ma influiscono negativamente sulla sicurezza stradale, sulla fluidità del traffico, sulla qualità dell’aria e dell’ambiente. La mortalità in caso di impatto a oltre 50 chilometri orari supera il 50% e scende a meno del 10% sotto i 30 chilometri orari.

Ridisegnare le strade per le persone

“Una maggiore moderazione della velocità in ambito urbano è il primo tassello di una trasformazione che include il ridisegno e la riqualificazione di strade e piazze e la riduzione dell’uso, o per meglio dire abuso, dell’auto privata a beneficio di tutte le persone, del trasporto pubblico, di pedoni e ciclisti, di lavoratrici e lavoratori durante i loro spostamenti e di tutto il traffico veicolare residuo privato e professionale. Inoltre, ribadiamo che nelle principali strade di scorrimento il limite resta a 50 km/h o anche a velocità superiori, se la conformazione delle strade lo permette”. Queste le parole delle associazioni della Piattaforma che lanciano quindi un appello al Parlamento dove è in discussione la riforma del Codice della Strada presentata dal Ministro dei Trasporti.

Riforma del Codice della Strada: grande assente la moderazione della velocità

“Nella Riforma è completamente assente la moderazione della velocità, vengono stralciati strumenti importanti per il controllo delle regole e per la promozione della ciclabilità e della mobilità sostenibile, rischiando seriamente di arrestare l’innovazione urbana e accrescere il ritardo italiano in materia di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. Chiediamo quindi una revisione urgente del DDL e annunciamo mobilitazioni in tante città italiane in vista dell’approdo in Parlamento per la discussione e approvazione definitiva del ddl, per difendere l’autonomia delle amministrazioni locali in materia di mobilità sostenibile, contro le prese di posizione ideologiche avanzate recentemente dal Ministro”.

Leggi tutti gli articoli di Bikeitalia sulla Città 30

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