Senza dubbio, ci sono alcuni svantaggi nell’uso della bicicletta. Durante il viaggio, non ti protegge dalla pioggia, dal vento o dalla neve. Non puoi nemmeno evitare il fango schizzato dalle auto che passano accanto a te.
Non è romantico come andare in barca a vela e non è così semplice come camminare.

A differenza dei messaggi pubblicitari che cercano di convincerti a possedere un’auto costosa con sentimenti di “potente, avventuroso, alla moda” che hanno cercato di trasmettere per un secolo, la bicicletta non offre le stesse sensazioni. Addirittura, potresti sentirti un po’ miserabile quando pedali sotto la pioggia.
I veicoli motorizzati non prendono sul serio i ciclisti in strada; non li contano nemmeno. I taxi ti tagliano la strada, gli autobus ti sorpassano. I politici che non hanno mai usato una bicicletta in città spesso ne parlano elogiandola. Gli automobilisti invece maledicono. Non è abbastanza veloce da farti arrivare da un capo all’altro del paese in tempo per una riunione familiare durante una festa.
Ogni minuto e mezzo – cioè 90 secondi – viene rubata una bicicletta (al termine della lettura di questo articolo ne saranno state rubate due, ndr).

Quando arrivi a destinazione, sarai coperto di polvere e sudore. Quindi indossare abiti colorati e strani, portare con sé un impermeabile e un antivento diventa quasi inevitabile.
Perché pedaliamo?
Nonostante tutto ciò, alcune persone, come me, sono ossessionate dalla bicicletta. Iniziamo per motivi pratici: la salute, l’economia, aver perso la patente, eccetera. Ma presto ci ricolleghiamo a sentimenti conosciuti fin dall’infanzia e iniziamo a riflettere e ricordare cose dimenticate.
La prima sensazione è la libertà. È senza prezzo. Poi ci rendiamo conto che non siamo legati a niente; i prezzi della benzina, gli aumenti del biglietto dell’autobus, il semaforo rosso, lo stress per trovare un parcheggio, eccetera.
Il percorso per andare al lavoro inizia a assumere il sapore di un’avventura. Ci incontriamo con i colleghi nell’ascensore e rispondiamo a dozzine di domande come “Vieni in bicicletta?”, “Quanti chilometri hai fatto?”, “Cosa farai se piove?”. Infatti, grazie a questo veicolo a due ruote senza motore, incontri nuove persone. Scopri percorsi più brevi e percorsi alternativi di cui non eri nemmeno a conoscenza prima. Il numero degli accessori a casa comincia ad aumentare. Crei nuovi spazi per pneumatici, luci e attrezzi da riparazione.

La bicicletta diventa uno stile di vita.
Influenza le scelte di relax e vacanze. Le pedalate durante la settimana si estendono ai fine settimana e persino alle vacanze. Partecipi a tour e festival in bicicletta.
Inizi a pensare in chilometri, non in minuti.
All’improvviso, hai una flotta di biciclette a casa: una per andare al lavoro, una per l’uscite di domenica, una per lunghe escursioni e una per far ingelosire i tuoi amici.
Arrivi al lavoro prima di tutti gli altri; sudato ma soddisfatto. Racconti ai tuoi amici di esserti liberato della tua auto a casa. L’olio della catena sulle tue gambe e i lividi ti danno orgoglio. La bicicletta diventa ora sinonimo di divertimento.
Sei sano, sporco e in pericolo.
La bicicletta è parte della mia vita e credo nel potere di questo mezzo innocuo di cambiare il mondo. Provala anche tu.
svuota la mente dal negativo….. ricarica l autostima….vivo a roma….. sopravvivere ogni giorno pedalando ogni giorno….. fondamentale….🚴💪
Mi ritrovo nelle sensazioni descritte in questo articolo.
Viva la bicicletta
Non sono ancora pronto ad abbandonare la mia vecchissima e spaziosa auto anche perché vivo in un paese piccolo e carente di mezzi pubblici.
Ma tutto quello che ho letto lo sto già sperimentando da anni.
La bici fa parte di me ed i chilometri percorsi in auto si sono drasticamente ridotti.
Peccato per le regole non rispettate.
A velocità ridotta, staremmo meglio tutti!
In Italia La strada è il contesto in cui le regole di legge sono infrante sistematicamente e impunemente.
Infinitamente di più che le norme fiscali…In che è tutto dire!
In Italia manca la percezione del rischio e abbonda il menefreghismo. Vale per tutti, da camionisti a pedoni, passando per automobilisti, motociclisti, e sì anche ciclisti. E l’Italia è per antonomasia il paese pieno di regole che non vengono (quasi mai) fatte rispettare. Qualche esempio: quasi nessuno in auto usa le frecce per cambiare direzione, in autostrada la distanza di sicurezza viene ignorata, i limiti pure.
Chi ha già provato a pedalare in Francia, o ancor più in Spagna, ha sperimentato cos’è il rispetto reciproco (per carità, qualche delinquente c’è anche lì, ma in Italia sono la norma).
Ciò detto – a commento del post di Valle#14 – perfettamente d’accordo con quanto detto da Pinar. Eccetto il semaforo rosso ovviamente.
“… non siamo legati a niente … il semaforo rosso…”
Eh, no, cara Pinar, il semaforo rosso si rispetta, e non solo perché ne va della nostra pelle, ma anche perché per reclamare diritti bisogna anche ottemperare ai doveri.
Siamo già in troppi a prenderci qualche scorciatoia da un Codice della Strada troppo a misura di auto
Quando il sole proietta la tua ombra sulla terra, hai un compagno di pedalata, e il numero di ciclisti raddoppia!
A inizio anni 90 ho acquistato una delle prime auto catalizzate ancora euro zero. Appena messe in commercio le euro 2 a benzina a Torino hanno iniziato a bloccare le euro zero. Al contrario di adesso le auto a gasolio non avevano limitazioni. Ho iniziato ad usare la bicicletta e non ho più smesso, estate e inverno, sia con l’orario normale che con i turni. Nel 2022 sono andato in pensione ma non ho mai smesso di pedalare: uso l’auto se proprio non posso farne a meno. Per vari motivi non tutti possono abbandonare l’auto in favore della bici, ma chi può non esiti: i benefici ci sono e a lungo andare pagano. Scusate per la lunghezza della email …
Se ci fosse più sicurezza per le strade ci verrei volentieri a lavorare oltre le uscite per allenamenti.
Ma così non è, e questo mi demoralizza parecchio….
Comunque sia viva la bici, viva la libertà.
Per quanto mi riguarda, uso la bicicletta per andare a lavoro, non appena arrivano le belle giornate. La sensazione di libertà è impagabile. Inoltre posso passare anche nelle scorciatoie dove in auto non potrei proprio. Così facendo risparmio soldi, e soprattutto tempo prezioso. Riesco ad arrivare a destinazione anche in anticipo rispetto a quando prendo la macchina. E rendo meglio anche sul lavoro.
per il ciclista non esiste semaforo verde o rosso, tanto hanno sempre la precedenza tutti gli altri veicoli a motore
per il ciclista la strada è una giungla irta di pericoli
nessuno (ci sono pochissime eccezioni) rispetta il ciclista in Italia.
E’ un problema culturale…ciclista=intralcio per il motorizzato che ha sempre fretta….
Al netto della parte più “romantica” del discorso bicicletta, che condivido pienamente, una delle ragioni che mi ha spinto per prima ad usare la bici per andare al lavoro (e prima ancora a scuola) in città è la perfetta ripetibilità dei tempi di percorrenza in tutte le circostanze climatiche e di traffico.
Il percorso dalla stazione al mio posto di lavoro richiede lo stesso tempo un sabato di agosto, e un lunedì di novembre con la pioggia e uno sciopero dei mezzi pubblici.
Questo pregio non lo ha nessun altro mezzo.
E poi, una volta presa la mano, ho scoperto almeno una parte delle altre cose che si possono fare con la bici. Almeno per quanto mi riguarda, il cicloturismo in campeggio è un’esperienza sublime.
Mi ritrovo in queste belle.parole.Evviva la bici la mia e la nostra salvezza ciao
nel mio caso il compromesso tra senso di liberta’ e raggio d’azione.
La liberta’ assoluta la raggiungo a piedi sia in ambito urbano sia (soprattutto) lontano dalle citta`.
Nessun vincolo/limite se non me stesso. Purtroppo pero’ non si va molto lontano anche perche’ il tempo e’ tiranno!
Giudico la bicicletta un compromesso + che accettabile per ampliare il raggio d’azione del mio peregrinare.
Buona giornata a tutti
Anch’io non ho ben capito il riferimento al semaforo rosso. Girando in bicicletta per la città troppe volte ho visto altri ciclisti “bruciare” il semaforo, poi, se le conseguenze sono drammatiche, costui diventa un’altra vittima della strada.
Condivido ogni singola parola dell’articolo, non per elegante partecipazione di tendenza, ma per esperienza quotidiana di vita, lavoro, tempo libero vacanze sui pedali. La stessa esperienza quotidiana mi da’ anche l’amara, lucida consapevolezza che, fino a quando noi ciclisti italiani conteremo così poco in termini economici, ed elettorali continueremo ad essere presenze deboli, maltollerate e miserabili nel ricco e variegato mondo degli “utenti stradali” considerati degni di attenzione.
Un piacere di lettura! Grazie per queste parole che mi hanno fatto riconfermare la scelta della bicicleta come il mio mezzo giornaliero!
tutto molto bello, ma il semaforo rosso rispettiamo!
Ma perché “libero dal semaforo rosso”?
Io credo sia notevolmente più disagevole la macchina. In inverno, soprattutto se non hai un garage, devi fare i conti con lo scongelamento dei vetri. Ho dovuto utilizzare la macchina un giorno durante questo inverno e ho rischiato di ammazzarmi e di tirare sotto qualcuno perché non vedevo un tubo (ovviamente una persona abituata ad utilizzare la bicicletta non pensa che deve uscire mezz’ora prima per scongelare la macchina). In estate, soprattutto il pomeriggio, sali in macchina e ti sembra di essere in una sauna. Non c’è paragone a quanto sia meglio spostarsi in bicicletta. E il freddo e il vento in faccia diventano quasi una dipendenza. É vero, bisogna imprecare un po’ con gli automobilisti, ma almeno nel tragitto casa lavoro e ritorno possiamo liberarci di tutte le parolacce represse, e siamo a posto per tutto il giorno.
…La cosa più bella dell’andare in bici….?
…E’ quel dare un senso diverso, una leggerezza nuova, a qualsiasi direzione vuoi prendere…(salite incluse) !!
Perchè farlo ? Guardate gl’ultra ottantenni che pedalano ancora su salite importanti…Se gli chiedete come fanno vi daranno quasi tutti la stessa risposta…”Io esco quasi tutti i giorni…!”
-“…non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte nella vita, qualche volta.
e più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
la tua vita è la tua vita. Sappilo finché ce l’hai. (C. Bukowsky)
E il veleno e le polveri da inquinamento del traffico che si inalano nelle città? Nessuno lo considera, tantomeno le amministrazioni che tollerano auto e furgoni parcheggiati ovunque ostacolando la circolazione e inquinando maggiormente. Nessuno si preoccupa di denunciare chi non fa rispettare le regole e lascia avvelenare i cittadini.
mi riconosco al 100 % in quello che c’è scritto qui sopra,
grazie