Venerdì scorso a Milano, nell’ambito degli Emoving Days, Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) ha presentato i dati del mercato 2023 relativo alle bici: un momento di sintesi in cui si è fatto il punto della situazione sul settore, ma anche l’occasione per approfondire alcuni temi di attualità legati alle due ruote a pedali.
Noi di Bikeitalia c’eravamo e abbiamo chiesto ai vertici di Ancma qual è la loro posizione rispetto alla Riforma del nuovo Codice della Strada, dal momento che molte associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità ciclistica stanno portando avanti la campagna “Stop al Codice della Strage” sottolineando come questo provvedimento promosso dal governo sia largamente deficitario dal punto di vista della sicurezza stradale.
Qui il video che riassume la questione e che contiene la domanda fatta da Paolo Pinzuti, direttore editoriale di Bikeitalia.it, e le risposte del vicepresidente dell’Ancma Paolo Magri e dal direttore del settore ciclo Piero Nigrelli:
In sostanza la principale associazione di categoria dell’industria della bicicletta in Italia ritiene positivo il fatto che nel nuovo Codice della Strada non siano stati introdotti nuovi obblighi per le biciclette (né targa, né frecce, né assicurazione), come sottolinea il vicepresidente Magri, perché altrimenti “le conseguenze sarebbero state devastanti” per il settore.
E per quanto riguarda la campagna “Stop al Codice della Strage” ritiene che ci siano associazioni più competenti e titolate per farlo e che gli interventi di Ancma possono limitarsi all’articolo 50 e all’articolo 68 (caratteristiche, equipaggiamento e circolazione dei velocipedi, ndr), come dichiarato da Nigrelli. Dunque in sostanza dichiara che la questione della sicurezza di chi pedala non è di sua competenza.
Non possiamo fare a meno di rimarcare che, in un momento come questo dove la sicurezza stradale degli utenti fragili della strada rappresenta un tema importante e all’ordine del giorno, chi produce biciclette dovrebbe farsi carico dei problemi di sicurezza che riscontrano le persone che utilizzano la bici. E se un governo vuole rendere più difficile ai Comuni installare gli autovelox, introdurre le Zone a Traffico Limitato e abbassare il limite di velocità a 30 km/h non sta aumentando la sicurezza sulle strade e quindi non sta tutelando l’incolumità di chi pedala.
Per ironia della sorte, la campagna di comunicazione lanciata da Ancma in questi giorni per promuovere l’uso della bici ha come claim: “Ora pedala”. Peccato che, però, bisognerà continuare a farlo a proprio rischio e pericolo.
Mi sembra che questo sia in linea con tanti provvedimenti di questo periodo
Ponzio Pilato era un dilettante