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Freni a pattino: Daccordi risponde a Colnago

Freni a pattino: Daccordi risponde a Colnago

La notizia che Colnago abbia deciso di proporre per il suo modello più iconico, il C68, l’opzione di telaio coi freni a pattino ha fatto molto rumore. Da un lato accolta con entusiasmo dai ciclisti “tradizionalisti” fan del marchio dell’Asso di Fiori che avevano mal digerito il nuovo standard imperante dei freni a disco sulle bici da corsa. Dall’altro salutata con un’alzata di sopracciglio da chi sostiene che si tratti di un’operazione “nostalgia” dettata solo dal marketing e che la qualità dei freni a disco sia assolutamente superiore.

Daccordi risponde a Colnago

Nel dibattito sui social e nei tantissimi commenti che si sono susseguiti intorno alla notizia è entrato anche uno storico produttore italiano di bici artigianali e su misura – Daccordi, dal 1937 a San Miniato Basso (Pisa) – che ha colto l’occasione per sottolineare come loro nei freni a pattino ci credono da sempre e che non li hanno mai abbandonati, continuando a proporli come opzione ai loro clienti, a dispetto della tendenza dei freni a disco come unico standard sulle bici da corsa nell’alto di gamma.

Freni a pattino sulle bici da corsa

Nell’articolo pubblicato sul proprio blog aziendale, Daccordi puntualizza: “A differenza di Colnago, che sembra fare un grande ritorno nel mondo dei freni a pattino, Daccordi ha sostenuto con fermezza i ciclisti che preferiscono il sistema di frenata tradizionale”. Questo loro impegno non ha subito interruzioni, anche quando la maggior parte dei brand del settore ha adottato i freni a disco come nuovo standard.

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E, ancora: “L’impegno costante di Daccordi nei confronti dei rim brakes riflette la loro profonda comprensione della loro base di clienti. Molti ciclisti apprezzano i freni a pattino per la loro semplicità, facilità di manutenzione e leggerezza. Per questi motivi, Daccordi ha continuato a offrire queste opzioni, garantendo che i loro clienti non dovessero sacrificare la qualità o la modernità per la tradizione”.

Più opzioni per tutti

In merito ai freni a pattino sulle bici da corsa top di gamma nessuna “sorpresa” per Daccordi, dunque: e ci sta. La vera sorpresa per la reintroduzione di questa tecnologia considerata “sorpassata” – ma evidentemente ancora attuale – deriva dal fatto che sia stato proprio Colnago, marchio che aveva contribuito a imporre il nuovo standard dei freni a disco sulle bici da corsa, a compiere questo passo. E probabilmente anche altri grandi marchi di bici, dopo questa mossa, potrebbero aggiungere di nuovo l’opzione dei freni a pattino sui loro modelli top di gamma.

Il fatto è che, con l’avvento del freno a disco, automaticamente il pattino è stata considerata (a torto) come una tecnologia superata e relegata dai grandi marchi alle loro bici da corsa entry level e al medio di gamma: un colosso del settore come Decathlon la propone sulle primo prezzo Triban e per la linea Van Rysel con montaggio base o medio, mentre per il top di gamma esiste soltanto l’opzione disco.

Certo, nell’ultranicchia dell’artigianale top di gamma delle bici da corsa l’opzione rim brake non è mai totalmente scomparsa: pensiamo alla Dolomia Velum di Cipollini, prodotta in soli 13 esemplari e presentata a Eurobike 2023, tanto per dirne una.

Ma adesso, con questo “ritorno al futuro” di Colnago in grande stile con il rilancio dei freni a pattino sul suo modello di punta C68, il tanto bistrattato rim brake può giustamente tornare a reclamare il suo spazio anche nell’alto di gamma.

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Commenti

  1. Alessandro ha detto:

    Salve, quando ero più giovane e facevo le Gran fondo ho sempre voluto i freni a pattino, basta una chiave a brugola per risolvere un problema accidentale.
    Con i freni idraulici ? I freni a disco possono essere utili se si sa che che si scenderanno lunghe discese a tornanti o sul bagnato, allora si c’è una buona differenza.

  2. Ugo ha detto:

    Ho acquistato una bici Colnago modello V3, è la prima volta che utilizzo cambio elettronico e freni a disco, volevo chiedere se é normale che prima di ogni uscita devo utilizzare lo spray per la pulizia dei dischi per evitare che ad ogni frenata si senta un fischio forte

    1. Manuel Massimo ha detto:

      Salve Ugo,

      qui intanto un articolo dedicato al tema per approfondire il problema: https://www.bikeitalia.it/perche-i-freni-a-disco-fischiano/

      In ogni caso ti consigliamo di rivolgerti al rivenditore dove hai acquistato la bici che saprà consigliarti per il meglio.

      Un caro saluto, buona lettura e buone pedalate,

      Manuel Massimo – Direttore responsabile di Bikeitalia.it

  3. Giuliano ha detto:

    Mi sono avvicinato da poco al mondo bike….i freni a disco obbligano ad un telaio di resistenza assoluta, ma credo che la tecnologia possa evolvere anche sui freni a pattino. Perché non inserire il circuito idraulico anche su questi ? ….magari modulante per gestire l’ intensità della pressione è quindi della frenata?

  4. Marco Foa ha detto:

    in alcuni mercati esempio in asia, non si esce si piove e la maggior parte delle uscite sono piatte. allora i freni a pattino vanno piu’ che bene

  5. Hugo ha detto:

    Per un cicloamatore che percorre molti km.i freni a pattino sono l’ideale,in primis hanno un costo di gestione nettamente inferiore a quelli a disco,e di parecchio,in più la bicicletta ha un peso nettamente inferiore,e la frenata è più modulata.Credo che le case produttrici di dischi,pastiglie,e dei vari componenti inerenti al sistema frenante a disco,e anche le officine meccaniche,abbiano decuplicato i guadagni,rispetto al sistema frenante a pattino!

  6. Stefano ha detto:

    Per i prof i freni a disco sono più sicuri. Tuttavia per i cicloamatori che hanno ruote in carbonio di qualità con pista frenante resta una buona scelta: Primo perché in discesa nessuno ti corre dietro e quando piove raramente si esce. Cmq le prestazioni ed i record su fanno a vent’anni e con strade chiuse al traffico.

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