Pedalare sui rulli è diventata un’attività molto comune. Un input importante è arrivato sicuramente dal lockdown della primavera del 2020 ma è certo che l’aver reso i rulli interattivi, con un’impronta sempre più rivolta alla gamification dell’allenamento, abbia prodotto un incremento degli utenti che pedalano sui rulli. Ma pedalare sui rulli è come pedalare su strada? Vediamolo insieme.
Pedalare sui rulli vs. pedalare su strada
Partiamo dallo studio “Laboratory versus outdoor cycling conditions: differences in pedaling biomechanics” (Journal of Applied Biomechanics, 2007).
7 ciclisti professionisti sono stati valutati in un test massimale di 60 secondi su un cicloergometro statico e sulla propria bici in condizioni di pianura e di salita (9,25%).
I test effettuati sono stati:
- Cicloergometro: 80-90-100 rpm
- Pianura: 80 e 100 rpm
- Salita: 60 e 80 rpm
Un misuratore di potenza SRM ha registrato i valori, rilevando cadenza, potenza massima, torque sulla pedivella, e velocità. La dinamica della pedalata su cicloergometro, soprattutto per quello che riguarda il torque era molto diversa da quella reale su strada. Infatti i ciclisti presentavano un maggiore sforzo percepito (scala di Borg) su cicloergometro che sulla propria bici.
In un altro studio, dal titolo “The Effect of Turbo Trainer Cycling on Pedalling Technique and Cycling Efficiency” (International Journal of Sport Medicine, 2014), 19 ciclisti professionisti sono stati fatti pedalare a 150w-200w-250w sia su un ciclomulino che su un tapis roulant per biciclette. L’attivazione dei muscoli delle gambe è stata valutata con un’elettromiografia. Inoltre è stata valutata l’efficienze meccanica della pedalata. Si è visto che, nonostante la tecnica di pedalata fosse la medesima (non si notavano differenze sostanziali), pedalare sul ciclomulino produceva un’alterazione del reclutamento dei muscoli e una riduzione dell’efficienza intorno ai punti morti della pedalata.
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Come gestire la pedalata sui rulli
Gli studi scientifici mostrano che vi sia comunque una differenza tra la pedalata sui rulli e quella effettuata su strada. Oltre agli studi, posso apportare la mia esperienza. Mi occupo di visite biomeccaniche dal 2015 e più di 900 ciclisti sono passati dal nostro Bikeitalia LAB di Monza, dove li ho valutati dopo le regolazioni con un test incrementale su un rullo Drivo Elite. Ho notato che, nei ciclisti che non usano in modo costante i rulli, possono insorgere dei fastidi che poi invece su strada spariscono, semplicemente perché sul rullo si tende a pedalare con uno sforzo maggiore e a mantenere una posizione più fissa e meno dinamica rispetto alla strada.
Tenendo a mente questi concetti, è importante ricordare che una pedalata sui rulli, a livello di sforzo fisico e di sovraccarico articolare, è da considerarsi 1,5 volte più intensa rispetto alla medesima pedalata su strada. Questo significa che non bisogna esagerare con le pedalate sui rulli, anche se sono diventate super divertenti. A Giugno 2020, quando ho ripreso le visite biomeccaniche dopo il lockdown, mi sono capitati molti ciclisti con problemi alle ginocchia nati dopo aver passato tutta la quarantena sui rulli. Ho avuto clienti che hanno pedalato in casa per 3.500 km in due mesi quando erano abituati a coprire 5.000 km all’anno su strada e che per questo hanno sviluppato infortuni da sovraccarico.
Lunghezza delle sessioni
Per cui è bene non effettuare sessioni da più di 60-90 minuti sui rulli, bere in modo adeguato, arieggiare la stanza e soprattutto non dimenticare di allenare la forza e la mobilità articolare. Potete approfondire il tema leggendo l’articolo dedicato a come usare in modo ottimale i rulli.
I rulli sono un ottimo strumento per mantenere la forma fisica anche nei mesi invernali ma è importante usarli con cognizione di causa, perché il rischio di farsi prendere la mano dalle gare su Swift o Peloton è molto alta ma poi le conseguenze si pagano in termini di infortuni da sovraccarico.
Pedalare sui rulli: concludendo
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Dimenticavo: Diplomato Isef, laurea in Sc. motorie, Osteopata D.O
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