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Pedalate in Faccia | Paesaggi da sogno, traffico da incubo: l’Italia vista da Pogačar

Pedalate in Faccia | Paesaggi da sogno, traffico da incubo: l’Italia vista da Pogačar

“Mi piace allenarmi e gareggiare nel vostro Paese, amo i paesaggi, le montagne, il cibo, il caffè e le persone, peccato solo che il traffico sia a volte pericoloso per chi va in bici”.

Così parlò un tale Tadej Pogačar in un’intervista al Corriere; non un signore qualunque, ma Uno davanti alla cui grandezza tutta l’Italia, tranne quella ispirata da Feltri, s’inchina.

Beh, siamo messi bene allora: col cibo, il paesaggio e quant’altro saremmo a posto; aggiungerei anche i direttori sportivi: non saranno tutti stati grandi campioni, ma le squadre le sanno far girare come pochi altri.

Manca solo quel noioso particolare: il traffico pericoloso; forse proprio il motivo per il quale da noi, di nuovi Pogačar, non possiamo certo sperare che ne nascano.

È proprio vero, Tadej: la nostra ricchezza sono i paesaggi, le montagne, il cibo, le persone (non proprio tutte tutte), il caffè e, al posto dei direttori sportivi di cui mi interessa il giusto, il vino; ma noi continuiamo insensatamente a buttarla via con le strade che uccidono.

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Commenti

  1. Mauro ha detto:

    Il petrolio italiano è il turismo e non siamo ad ora stati capaci di sviluppare quell’ enorme settore che è e sarà il cicloturismo. Non solo continuità delle ciclabili, ma connessione e trasportabilità con treni e bus. Servizi di deposito bici, hotel lungo i percorsi,etc..
    Ma la enorme montagna di soldi arrivati col Pnnr che cosa ne hanno fatto ? Non sono neppure capaci di spenderli ?

  2. Stefano ha detto:

    Io credo che sia una mancanza di cultura…..ciclistica e ambientale. Soprattutto da chi governa un paese. Mancano innanzitutto le piste ciclabili. Guardate i paesi del nord Europa. Vi è ma capitato di vedere in TV quando ci sono le grandi classiche che a fianco di una strada fuori dal centro abitato scorre parallela una ciclabile? E che ogni ciclabile conduce ad un’altro centro abitato? Be’ per loro è una cosa normale. Da noi te lo scordi. Da noi (e soprattutto a Roma dove io abito) le piste nascono e finiscono nel nulla. Non hanno un collegamento tra di loro. Non portano da nessuna parte. Come se l’amministrazione comunale volesse dare il contenino ai politici green, fare bella figura con l’UE e levarsi dalle balle i ciclisti dalle strade perché intralciano il traffico. Vi siete mai chiesti perché la gente non usa la bici per spostarsi? Semplice. Perché non si sente sicura sulle nostre strade. Tu fai una ciclabile che percorre parallela ad ogni metro delle strade della città e poi vedi se non la prendono la bici.

  3. NICOLA ha detto:

    ma poi che significa ciclisti? io vado a piedi, in auto e in bici. Non esistono ciclisti, ci sono cittadini che vanno in bici e vanno tutelati come i pedoni e come tutti gli altri, anche se…i motorizzati si “tutelano” da soli e sono i padroni delle strade col tacito assenso delle istituzioni e di molti italiani.

  4. Antonio Mercuri ha detto:

    gli automobilisti prima di parlare male dei ciclisti dovrebbero provare loro ad andare in bicicletta. Spesso si generalizza ,ci sono ciclisti e automobilisti , due categorie discutibili.

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