Bici

Antifurti per non farsi rubare la bici

Dopo aver visto come legare le biciclette alle rastrelliere, approfondiamo il discorso degli antifurti per bici, valutando le proposte del mercato e cercando di capire quale possa essere la soluzione giusta per noi. Per ovvi motivi non faremo una lista di marche o prodotti (ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia), ma ci soffermeremo sulle tipologie di antifurti, cercando di scoprirne vantaggi e difetti. Per molti di noi la bicicletta è tornata ad essere uno strumento di spostamento quotidiano, a volte proprio di lavoro, per cui non possiamo sorvolare sull’acquisto di un più che ottimo deterrente contro i ladri.

Antifurti

Partendo comunque dal presupposto che un antifurto che non possa essere scassinato non esiste e che rubare bici è un’attività che comporta rischi penali praticamente nulli, oltre al fatto che determinarne la proprietà è difficoltoso, poiché non vi è un registro né un libretto che certifichi la proprietà (nemmeno lo scontrino di acquisto, poiché non è nominativo), conviene sempre dotarsi di ciò che è meglio per noi e per le nostre esigenze, poiché prevenire (mai come in questo caso) è decisamente meglio che curare.

Indice
Criteri per scegliere l’antifurto
Tipologie di antifurto
Concludendo

Criteri per scegliere l’antifurto

fonte: grist.org


L’importante è che non si faccia aprire, è la prima cosa che viene in mente quando si pensa a un antifurto per bici, ma in realtà vi sono diversi fattori che possono influenzare la scelta di una tipologia rispetto a un’altra. Come leggerete, alla fine di ogni aspetto ho inserito una domanda che dovete porvi. Una volta che avrete risposto a tutti i quesiti, sarete in grado di capire le vostre esigenze e sulla base di queste poi scegliere l’antifurto tra le categorie descritte più avanti.

ladri!

Deterrente visivo

Più della vera e propria resistenza in sé, la prima cosa che deve fare un antifurto è scoraggiare immediatamente i malintenzionati, così da evitare che ci “mettano le mani sopra”. Per questo deve apparire solido, robusto e pressoché indistruttibile.
Va da sé che questa caratteristica mal si coniuga con leggerezza o ridotte dimensioni d’ingombro (anche se non è sempre detto, soprattutto quando il prezzo supera una certa fascia). Insomma più l’antifurto è vistoso, più farà paura ai delinquenti.

La domanda é: “È importante per me che l’antifurto faccia anche da deterrente? La zona dove lascio la bici è isolata oppure affollata?“.

fonte:bicipieghevoli.net
un po’ ingombrante, ma di sicuro scoraggerebbe anche il più determinato dei ladri!

Resistenza al taglio

Solitamente la rottura di un antifurto avviene tramite l’utilizzo di tronchesi manuali molto potenti (di quelli che i muratori utilizzano per tagliare il tondino di ferro per armare il calcestruzzo). Questo tronchese non agisce solo tagliando il materiale, bensì è una vera e propria pressa, che lo schiaccia fino a ridurne la sezione resistente che quindi si trancia sotto l’effetto della forza impressa con le mani.
Gli antifurti devono essere in grado di resistere all’azione combinata del taglio e dello schiacciamento del materiale. Di solito la resistenza intrinseca dell’acciaio viene aumentata con trattamenti termici come la nitrurazione, la tempra in olio o la cementazione.

Se andate a leggere le specifiche tecniche degli antifurti dovrebbe essere segnata anche la resistenza (di solito in N/mm2 o Kg/cm2) o i trattamenti eseguiti. A volte viene indicata sola la classe di resistenza, segnalata con un dato numerico che va da 0 a 3. Lo zero significa una resistenza pressoché nulla mentre 3 assicura una resistenza a tronchesi con braccio di leva fino a 120cm di lunghezza.

La domanda é: “Lascio spesso la bici in luoghi isolati, dove i delinquenti possono tranquillamente usare i ferri pesanti? Ho bisogno che sia altamente resistente a tronchesi, tenaglie, seghetti o leverini (detti anche piedi di porco)?“.

Leggerezza

Molti di noi, durante gli spostamenti quotidiani, percorrono parecchi chilometri. È naturale prediligere un antifurto più leggero, poiché quello che non pesa non si deve spingere. Anche se a prima vista l’idea di leggerezza non sembra andare a braccetto con la resistenza, grazie all’utilizzo di materiali particolari o di trattamenti superficiali è possibile coniugare entrambe gli aspetti.

La domanda é: “Il peso dell’antifurto incide sul mio modo di usare la bici?“.

sicuro è sicuro ma ci vuole un carrello per portarsi dietro tutti quei lucchetto! Fonte: geocities.com
sicuro è sicuro ma ci vuole un carrello per portarsi dietro tutti quei lucchetto! Fonte: geocities.com

Ingombro

Nella borsa da bikepacking che uso per andare a lavoro ci devono stare la schiscetta (ovvero il pranzo), la frutta, i vestiti di ricambio, gli utensili di emergenza e l’antifurto. Quindi ho bisogno che il mio antifurto si possa chiudere su sé stesso o comunque ingombri il minor spazio possibile.
La stessa esigenza è vissuta dai ciclisti su strada, che durante le lunghe uscite in gruppo sono soliti fermarsi per una pausa caffè in un bar. Un antifurto leggero e poco ingombrante potrebbe essere la soluzione, soprattutto che si possa riporre nelle tasche posteriori della giacca.

La domanda è: “Quanto spazio ho a disposizione per il mio antifurto?.

Funzionamento

Un antifurto che non permetta di ancorare saldamente la bici a un elemento fisso è da scartare, a un qualunque malintenzionato basterà sollevare la vostra bici e andarsene nella totale indifferenza del mondo.

La domanda è: “L’antifurto permette di fissare la bici a elementi inamovibili?“.

Praticità

Inutile negarlo, ci sono antifurti efficacissimi ma che per essere posizionati bisognerebbe essere Houdini. L’antifurto deve essere pratico, soprattutto se durante il giorno ci spostiamo spesso e dobbiamo fermarci più volte e non possiamo perdere mezz’ora ogni volta per chiudere la bici.

La domanda é: “Quante volte mi fermo ogni giorno? Il tempo speso per legare la bici influenza le mie giornate?

Prezzo

“Pecunia non olet” diceva l’imperatore Vespasiano, ma diciamocelo, anche noi dobbiamo far quadrare i conti. Il prezzo di un antifurto è certamente un fattore che influenza la scelta, soprattutto se il nostro budget ha un limite tendente al ribasso.
C’è una legge empirica da utilizzare quando si acquista un antifurto. Si prende il costo totale della propria bicicletta e lo si divide per 10. Quello sarà il vostro budget da destinare all’acquisto dell’antifurto.
Per cui: chiedetevi quando costi (o valga) la vostra bici, dividete la cifra per dieci e il gioco è fatto.

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Tipologie di antifurto


Una volta trovata le risposta a tutte le domande, siete perfettamente in grado di capire quali tra i prossimi antifurto fa al caso vostro.

Cavo d’acciaio

fonte:carpimoto.com

Il classico cavo, realizzato con filamenti di acciaio intrecciati a spirale (da qui il nome “spiralato”) e dotato di due asole all’estremità, da fissare con un lucchetto.
È molto simile alle funi utilizzate per sollevare i pesi con muletti o carriponte e può essere usato come soluzione da DIY o per spendere poco se si ha già in casa un vecchio cavo. Se il diametro del cavo è di dimensioni ragguardevoli, offre una gran resistenza al taglio (ovviamente anche il lucchetto deve essere proporzionato, altrimenti diverrà il punto debole del sistema). Naturalmente maggior diametro significa maggior ingombro, peso elevato e una minore flessibilità.

Bloccadisco

fonte:rms.it

È formato da un corpo in acciaio temprato dotato di una serratura a chiave che comanda un nottolino cilindrico. Questo nottolino s’infila all’interno dei fori dei rotori di un freno a disco, impedendone la rotazione. È comodo e poco ingombrante ma può essere usato solo su bici dotate di freni a disco e comunque non permette l’ancoraggio a elementi inamovibili.
È utile per soste molto veloci e in luoghi affollati, anche se usato da solo non è molto efficace, poiché basterebbe sollevare la ruota bloccata per portarsi via comodamente l’intera bici. Inserirne uno su ogni ruota può essere una soluzione, ma forse converrebbe puntare su soluzioni più pratiche.

Antifurto con combinazione

fonte:bicifollie.it

Si tratta di antifurti di cavo metallico sempre spiralato, rivestiti in plastica, che si bloccano con un lucchetto a combinazione. Sono economici, leggeri e molto pratici ma uno scassinatore sgamato è capace di aprirli in poche mosse.
Vanno bene se si deve assicurare una bicicletta per pochi attimi e lasciandola perennemente sotto il vostro controllo, come quando ci si ferma al bar per una pausa caffè durante un’uscita in gruppo.

Cavo metallico spiralato con chiusura a chiave

fonte:picclick.it

Anch’esso realizzato in cavo metallico spiralato rivestito, ha la proprietà di estendersi, per permettere ad esempio di fissare entrambe le ruote (soprattutto quella anteriore che è facilissima da rubare). La sicurezza garantita dalla chiusura a chiave non è molto elevata, un ladro potrà aprirlo in poche mosse ma è un’ottima soluzione se utilizzato in combinazione con un U-lock.
Va bene anche per chi effettua numerose e brevi soste durante l’arco della giornata, poiché è molto pratico e facile da maneggiare.

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Catenaccio

fonte:milano.oggo.it

Si tratta della classica catena che va bene per chiudere qualunque cosa, dalle bici al cancello dell’orto, formata da anelli di acciaio a volte inseriti in un involucro di plastica (mera funzione estetica o per prevenire ossidazioni), chiusi all’estremità da un lucchetto.
Anche se esteticamente può apparire robusta e scoraggiare i ladri, sappiate che gli anelli di acciaio non sono molto resistenti alle grinfie dei tronchesi. Inoltre i lucchetti, per quanto grandi e possenti, possono essere scassinati. Il trucco è quello di legare la bici in modo che la catena rimanga sollevata da terra. Così facendo si impedisce al ladro di usare il terreno come base di uno dei bracci del tronchese, operazione che gli permetterebbe d’imprimere tutta la forza solo sull’altro braccio, aumentando così la coppia applicabile e di conseguenza l’efficacia stessa del tronchese.

Catenaccio con maglie quadre

fonte:electricbikes.it

È la versione più evoluta e robusta dei catenacci classici. Gli anelli della catena sono quadri, spesso ricoperti da un tessuto, e il lucchetto ad alta resistenza con serratura a due o tre nottolini cilindrici. Offrono una gran resistenza al taglio e inoltre sono parecchio scoraggianti, poiché decisamente vistosi. Ovviamente sono pesanti e ingombranti. Una buona soluzione per chi vuole assicurare la bici a elementi fissi per lunghi periodi, magari in luoghi appartati o mal frequentati.

U-lock

fonte:ilsole24ore.it

È un antifurto dall’aspetto inconfondibile, formato da un archetto in acciaio a forma di U (alcuni produttori lo definiscono “antifurto a ferro di cavallo”) ad alta resistenza e un corpetto che si chiude con una chiave.
I costruttori assicurano che gli unici utensili in grado di aprirli sono il cannello acetilenico (la vostra bici deve valere parecchi soldi se un ladro si dovesse scomodare ad andare in giro con il carrello dell’ossitaglio) oppure la mola a disco (altresì chiamata flessibile).
In realtà, se lo spazio lasciato tra telaio e archetto fosse esagerato, al ladro basterebbe infilare un leverino, fare forza e riuscire a scardinare l’antifurto (ovviamente se l’antifurto è di qualità dovrebbe piegarsi il tubo del telaio sul quale si sta facendo leva prima di riuscire ad aprire l’archetto).

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Evitate quelli economici, perché significa che sono realizzati in acciaio dolce, pesante e poco resistente. Meglio spendere qualcosa in più e stare tranquilli. Il difetto è che non permetto di chiudere entrambe le ruote ma se, come dicevamo, li si abbina a un cavo metallico spiralato, il gioco è fatto.
È anche vero che per la forma particolare risultano ingombranti anche se trasportati in borsa o nello zaino. Alcune case produttrici di indumenti per ciclismo urbano offrono pantaloni o cinture con un inserto per il trasporto dell’U-lock.

Antifurto pieghevole “snake”

fonte: brn.it

È un antifurto formato da lamine di acciaio rivestito collegate tra loro da degli snodi, che lo rendono estensibile e permettono di ripiegarlo su sé stesso. La chiusura avviene poi con una serratura a chiave. Le lamine sono molto resistenti ma il punto debole possono essere gli snodi, che se potrebbe essere divelti se non risultassero abbastanza robusti. Inoltre la chiusura a chiave può essere scassinata.
Di contro però sono leggeri, ingombrano poco poiché si possono richiudere su sé stessi e inoltre danno l’idea di solidità e robustezza che può scoraggiare la maggior parte dei ladri.

Antifurto “a pitone”

Antifurto_bici_13

Ha l’aspetto di un classico catenaccio ma in realtà è realizzato con una struttura di corpi cilindrici rivestiti poi da una guaina in materiale plastico, che lo rende simile alle spire di un serpente.
È estremamente robusto ma al contempo flessibile, offrendo quindi praticità e resistenza al taglio.
Le dimensioni però non sono ridotte e non è così facile da ripiegare come potrebbe esserlo uno a cavo metallico spiralato semplice. Inoltre il peso è notevole. La chiusura a chiave è speciale e molti produttori assicurano che è più difficile da scassinare, somigliando molto a quella dei quadri elettrici industriali.
È un ottimo prodotto per chi deve lasciare la bici ferma per parecchio tempo, poiché anche visivamente offre un forte impatto. Diviene scomodo (per via del peso e delle dimensioni) se ci si sposta continuamente.

Concludendo


L’antifurto perfetto non esiste, come non esiste bici che non possa essere rubata (anche le scassone arrugginite vengono “zanzate”). Ovviamente dotarsi dell’antifurto giusto per le nostre necessità quotidiane, che risponda alle esigenze di sicurezza, robustezza, ingombro e facilità d’uso richieste dal nostro modo di usare la bicicletta e che abbia un prezzo come minino proporzionato al valore del nostro mezzo, è il primo passo per stare sicuri.
Vi ricordo comunque che anche il miglior antifurto al mondo, se usato in modo superficiale o con la bici sganciata da un qualunque punto fisso e inamovibile, serve davvero a poco. Per cui, come sempre, bisogna usare la testa e il buonsenso.

Articolo aggiornato a Novembre 2023

Commenti

  1. Avatar giovanni ha detto:

    io e il mio gruppo abbiamo un’idea: bici con sensori gps che si attivano nel momento in cui il bloster viene violato cosi che noi sappiamo dove è diretto il malvivente, inoltre al momento del furto scatta un’allarme sonoro. w la sicurezza delle bici!

  2. Avatar Luca ha detto:

    Io opterei per 4 kg di tritolo all’interno dei tubi della bici con collegatoci un cellulare. Nel momento che me la ciulano chiamo e la faccio saltare in aria col ladro. Mamma che soddisfazione!!! tempo 10 gg e nessuno ciula più le bici.

    1. Avatar marco ha detto:

      Essendo di Roma,lascio la bici in prossimità di una postazione fissa delle forze dell’ordine,anche se questa risulta un po distante da dove sono diretto
      Ottimo il suggerimento del posizionamento del deragliatore abbinato però ad un laccio

  3. Avatar Claudio ha detto:

    Posto informazioni su un ANTIFURTO GPS PER BICICLETTE prese da un sito :
    http://endoacustica.com/antifurto-gps-bicicletta.htm
    TI AVVISA VIA SMS SE LA TUA PREZIOSA BICI E’ STATA SPOSTATA.
    E LA RINTRACCIA OVUNQUE.
    Non c’è nulla di più fastidioso del trovarsi senza bicicletta nonostante gli sforzi fatti per metterla al sicuro dai ladri. Ritrovarsi senza bici provoca sicuramente dei disagi e implica un esborso imprevisto di denaro per l’acquisto di una nuova. Proprio per questo è stato creato l’antifurto GPS per biciclette proposto da Endoacustica.

  4. Avatar Ivan ha detto:

    ….come soluzione rapida apro anche gli sganci rapidi delle ruote !

  5. Avatar Dario ha detto:

    Io utilizzo normalmente un cavo tipo “pitone”, anzi due, uno di circa due cm l’altro di circa 3 cm di diametro. Per soste brevi utilizzo soltanto il primo e lo trovo non eccessivamente pesante da portare con sé e abbastanza versatile.
    Vorrei chiedervi anche un aiuto per un problema che mi si è presentato qualche giorno fa: non si apre più il cilindro del cavo da 2cm; osservando con la luce dentro sembra ci siano 6 dentini, mentre in quello da 3 cm i dentini sono 7. Potrebbe essersi spezzato un dentino (anche perchè considerando che sono disposti simmetricamente e a distanze uguali sembra che da una parte ci sia troppo spazio…)?
    Provato con sbloccatori spray ma nulla…
    Vi ringrazio, spero possiate consigliarmi o indicarmi sulla base della vostra esperienza.

  6. Avatar Il gobbo ha detto:

    Il sistema da te segnalato credo abbia un problema di fondo. Ritrovo la bici ma non posso dimostrare la proprietà, se cerco di riprendere possesso della bici divento a mia volta “ladro”.. ;)

    1. Avatar Nicola ha detto:

      essendoci nascosto il sistema di localizzazione ed insieme ci possiamo mettere un biglietto impermeabilizzato con i nostri dati (nome e codice fiscale/ o una foto con la bici stessa che fa capire di chi è) oltre a ciò consiglio se è possibile di far incidere nel telaio (possibilmente sotto così non si vede) il proprio nome. Così se la ritroviamo, chiamando le forze dell’ordine riusciamo sicuramente a far capire di chi è la bici…

      1. Avatar polo marotta ha detto:

        Ciao,io ho comprato una bici della Scott in negozio ad agosto 2015 e sotto ha un numero di telaio. Mi è stato dato un libretto uso e manutenzione che ha i miei dati sopra. Inoltre i miei dati sono stati comunicati al Database della Scott,anche x la garanzia. Quindi dovrebbe essere facile dimostrare in caso di furto, la proprietà. Ma quando te la rubano,non credo che la ritrovi. Quindi il problema non sussiste. Ciao

        1. Avatar luca ha detto:

          per nulla facile, sono ladri mica fessi:
          il telaio e/o matricola motore viene abrasa
          il libretto di manutenzione lo gettano
          la carta di circolazione di solito non si lascia nel mezzo quindi non la rubano (se c’è fa la stessa fine del libretto tagliandi….)

          oppure vanno persino di contraffazione

      2. Avatar luca ha detto:

        la fai troppo semplice, i ladri sono perlopiù preofessionisti (quelli occasionali dubito si interessino di bici/moto): il mezzo rubato viene portato in una proprietà privata per essere poi rivenduto (intero o a pezzi)
        tu non puoi entrare in casa d’altri e dire questo è mio e nemmeno puoi chiamare i carabinieri per farlo fare, mica sono investigatori privati agli ordini dei cittadini!! Al massimo puoi fare una denuncia dopodichè spetta a loro decidere se indagare o meno, normalmente archiviano, d’altra parte sono ben altre le priorità delle forze armate… se dovessero perdere tempo per ogni persona che si fa rubare qualcosa saremmo messi male

        il punto è non farsi rubare le cose non dover poi perdere tempo e soldi per doverle recuperarle…..

        senza contare che i ladri professionisti mica sono dei fessi: una volta preso il mezzo lo controllano ed eliminano tutto quello che non serve (o peggio può far risalire al proprietario) eliminando qualsiasi segno di riconoscimento … se trovano un telefono, un nome cognome inciso oppure su un etichetta/adesivo ovvio che lo tolgono o forse pensi che le moto rubate le rivendono con la targa e la matricola motore non abrasa ?

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