Bici da viaggio Thorn

Modello Nomad

Bici da viaggio Thorn
Una bicicletta costruita intorno alla affidabilità: sì, perché il cicloviaggiatore desidera una bici comoda, sicura, robusta, ma la vuole soprattutto affidabile e che per mesi non abbia problemi. Anche il Rohloff fa parte di questo criterio. Forse per noi italiani è un controsenso perché pensiamo che sia stato ancora poco testato, di fatto la Thorn ne ha montati oltre 30.000 in 10 anni e non ha, a loro detta, alcuna lamentela da fare. Sicuramente se si crea un telaio destinato solo al Rohloff si prendono gli opportuni provvedimenti tecnici. La Thorn però ha fatto le cose semplicissime e sensate. In sostanza i forcellini sono nella posizione giusta e nessun tipo di aggiustamento è richiesto: si fissa lì, punto.

Bici da viaggio Thorn
Un forcellino estremamente semplice e robustissimo che incastra letteralmente in un sol punto il mozzo senza alcuna possibilità di sganciamento in orizzontale a garantire la giusta tensione della catena che è una delle attenzioni più importanti che si devono avere con il Rohloff.

Bici da viaggio ThornOvviamente, essendo costruito intorno al cambio nel mozzo il forcellino opposto non è uguale perché ha un altro compito. Anche in questo caso il punto di fissaggio del mozzo è fisso e non sono possibili spostamenti, né per idee che vengono ma soprattutto per tutta la strada che c’è da percorrere.
Altro elemento distintivo e unico è la forcella a doppio ponte robustissima e che assorbe moltissimo sugli sterrati. Nessun fronzolo, nessuna ricerca dell’eleganza fine a sé stessa tanto che per i parafanghi sono a disposizione addirittura i bulloni. I freni sono dietro alla forcella in modo da non ostacolare il portapacchi o gli accessori che si vogliono mettere davanti durante il viaggio. I cavi molto grossi corrono in guaine agganciati in tantissimi ed indistruttibili ugelli chiusi.

Bici da viaggio Thorn

Anche per la Nomad è previsto il collassamento totale in caso di trasporto attraverso il sistema S&S che abbiamo già trovato nelle recensioni precedenti. Ecco come risulta la bici collassata:
Bici da viaggio Thorn

Bici da viaggio ThornL’ottimo inguainamento dei cavi negli ugelli chiusi, che abbiamo considerato prima, non consente di “tagliare” i cavi come fa la Co-motion con una autentica trovata. Tra le due scelte preferisco comunque per un viaggio una soluzione come quella della Thorn che consentirà a chiunque di percorrere migliaia di km senza che i cavi dei freni o della tramissione siano in qualche modo a contatto con fango e acqua, a totale copertura della affidabilità anche di questa componente importantissima, soprattutto in presenza di un cambio nel mozzo.

Bici da viaggio Thorn
Le  guaine proteggono i cavi lungo tutto il percorso anche nella parte delicatissima sotto il movimento centrale dove, di solito, assistiamo all’applicazione di protezioni in plastica a separare il cavo nudo dal telaio.

Bici da viaggio Thorn

Anche la Nomad ha il movimento centrale eccentrico che permette un aggiustamento ottimale della posizione dei piedi e della tensione della catena. E’ possibile intervenire con grande semplicità anche in viaggio con una chiave o addirittura con un normale cacciavite.
Bici da viaggio Thorn
E siccome hanno costruito tutto intorno al Rohloff si sono fatti pure la guarnitura di grande qualità con dei denti lunghissimi che sono vere leve per la catena.

Bici da viaggio ThornLa potenza dei freni a disco è insuperabile, ma non hanno sicuramente, in un viaggio di mesi a cui la Nomad è destinata, l’affidabilità e la facilità di manutenzione di normali freni da bicicletta: sull’altare dell’affidabilità hanno sacrificato anche questo. Il progettista della Nomad e degli altri modelli della Thorn è Andy Blance pluricicloviaggiatore che testa personalmente quello che la Thorn produce.
Evidentemente sa cosa vuole: poche cose robuste, affidabili e protette al massimo dai nemici numero uno di ingranaggi e cavi: polvere e fango. E sa pure cosa ci vuole per il portapacchi. Abituati ai gironzoli della Tubus, fatti con il braccino corto, con poco appoggio e diversi rinforzi, di fronte a questo portapacchi si può rimanere negativamente colpiti come se fosse banale o addirittura fragile. In realtà ha quello che serve veramente al viaggiatore. Innanzitutto un appoggio lungo e largo sempre sottovalutato da altri. Inoltre le due frecce verticali trasferiscono il peso in un solo punto che è, come abbiamo visto, robustissimo.

Bici da viaggio Thorn

Sono sempre un po’ restio a dare dati tecnici circa spessori, portata materiali eccetera, in quanto la mia attenzione si indirizza, soprattutto in questa serie di report, sulle intenzioni e sul modo di lavorare delle diverse aziende biciclistiche  che stiamo recensendo e lascio al lettore andare sul sito per tutti i particolari sul materiale, i componenti…ma farò una Bici da viaggio Thorneccezione con questo portapacchi. Ha una portata di oltre 40 kg, ma aggiungendo l’adattatore nella foto, che permette di usare uno spessore superiore di vite e un appoggio più largo, se ne possono aggiungere altri 20. Per viaggi  di mesi occorre portare estate e inverno e il sig. Andy che lo fa ogni tanto, lo sa che un portapacchi da 40 kg esaurisce i problemi per viaggi di pochi giorni ma che arrivare a 60 kg di bagaglio non è impensabile per viaggi intorno al mondo. Fin’ora penso siano solo loro ad averci pensato: non ho mai capito come mai aziende che producono telai superperformanti di ogni genere e specie non sappiano costruirsi un portapacchi dedicato, che nella sostanza è un telaietto anche molto semplice.
Ho inoltre sempre pensato che i Low rider siano un po’ limitati, ma soprattutto  anche fragili per il tipo di applicazione. Anche qui la Thorn mi ha sorpreso con un portapacchi anteriore assai più robusto dei low rider della Tubus e di molte aziende concorrenti. Il sistema a doppio braccio orizzontale è una novità assoluta, pensata per il solito fine della affidabilità e robustezza.

Bici da viaggio Thorn

Rimango sempre meravigliato che, arrivati qui, non si pensi mai ad un appoggio orizzontale come ha fatto invece la Surly con il suo dedicato.
La Nomad risulta essere una bicicletta essenziale, non ha ugelli sparsi ovunque e forcellini multifunzione, per permettere alla fantasia dei cicloviaggiatori di esprimersi a piacimento: c’è tutto quello che serve in completa affidabilità. Va da sé che viene consegnata solo completa.
Come con i dischi e il portapacchi anteriore con appoggio la Nomad non ha un gran feeling con le sospensioni che ha solo su un modello per chi non ne può fare a meno.
All’interno della produzione Thorn esistono ovviamente altri modelli ma questa è la bicicletta di punta.

Bici da viaggio Thorn

Modello Sherpa

Bici da viaggio Thorn
Ovviamente non esistono solo quelli che vogliono un Rohloff e mai e poi mai farebbero un viaggio di diversi mesi nelle terre di nessuno. Con lo stesso telaio e filosofia, e una forcella senza il doppio ponte la Thorn accontenta anche questi clienti che se ne vogliono andare a spasso in Inghilterra. E per chi invece non vuole il Rohloff ma desidera andare per mari e per monti lontani ha pure il modello Explorer con tanto di forcella a doppio ponte e tutta la affidabilità tipica Thorn a costi contenuti. Esistono ovviamente una marea di accessori che questa azienda rende disponibili…ma non chiedete dischi e sospensioni.

Bici da viaggio Thorn
E’ un marchio che mi è piaciuto molto nella filosofia: mentre costruiscono stanno già viaggiando loro. E’ il modo migliore per incontrare cicloviaggiatori e le loro esigenze.

Commenti

  1. Avatar felino ha detto:

    c’è n’è soltanto una in cima ai miei pensieri: la thorn. per come è fatta la bici ma sopratutto per come lavorano quelli della thorn che vendono direttamente le loro bici senza marketting e marchettari di ogni ordine e specie.
    poi viene la surly nei diversi modelli, anche se di marketting se ne intende il prodotto è molto valido

  2. Avatar Eraldo ha detto:

    Ciao, Felino. Piacere di conoscerti. Mi sono
    imbattuto nelle tue recensioni per puro caso
    in quanto cercavo una bici da viaggio ed
    ecco che sono piombato qui. Innanzitutto mi
    complimento per la cura e la semplicità con
    la quale scrivi (non usi paroloni difficili e ti
    può facilmente capire anche un bambino.
    Complimenti davvero). Ti scrivo in quanto
    cerco una bici mooooolto semplice ma allo
    stesso tempo robustissima che non si
    distrugga mai. Leggendo qui ho notato che,
    forse, questa bici possa fare al caso mio ma
    tu hai scritto che non ha ammortizzatori.
    Ecco che volevo un consiglio da parte tua
    perché proprio non so cosa scegliere. Lo so
    che magari anche una koga potrebbe andare
    bene ma la escludo perché troppi optionals
    non fanno per me (i prodotti che mettono
    di serie non sono male ma se vuoi la qualità
    vera, devi pagare e, quando cominci a
    personalizzare una bici, senza accorgertene
    arrivi a dei costi assurdi. Bene, io voglio una
    bici che trasmetta robustezza, affidabilità e
    sicurezza solo a guardarla. Quale bici ti
    senti di consigliare a una persona come me?
    Una bici che posso usare per tutto e cioè
    dalla passeggiata in città (sanpietrini ecc) al
    viaggio di qualche giorno e anche di mesi.
    Una bici semplice da manutentare e che sia
    anche adatta a portare pesi superiori 40 kg.
    Una bici molto resistente alla corrosione e
    ben protetta da pioggia e fango. Una bici
    con la B maiuscola. Certamente tu saprai
    consigliarmi al meglio vista l’esperienza
    che hai come viaggiatore e non solo.
    Ciao e grazie per la cortese attenzione.
    Un saluto anche a tutti quelli che partecipano
    alle tue recensioni.

  3. Avatar felino ha detto:

    qualcosina c’è. ma bisogna capirsi. starebbe in piedi una ditta italiana a costruire telai specifici per il viaggio?. non è difficile dire di no. normalmente in italia una azienda che costruisce bici o fa quelle della sciura maria, o quelle per cipollini. in america e in alcuni stati europei la cultura del viaggio è così radicata che una azienda che ci si dedica come la thorn, viaggiando loro stessi, ha un ritorno economico che la fa stare in piedi e guadagnare. il vuoto che c’è tra le due tipologie in italia è coperto dalla decathlon in qualche modo. dico in qualche modo perchè in buona sostanza adattano un telaio da mtb e con quattro ugelli la definiscono da viaggio. l’unico che ci ha provato un pò seriamente è BRESSAN con terranova e che attualmente è in viaggio e la sta usando lanzaretti. ma anche lì ci provano. se osservi bene , queste aziende superspecializzate, rifiutano per il viaggio, l’ammortizzata, salvo qualche rara eccezione di progetto (la panamericana della tout terrai) o magari di percorso come la patagonia. poi c’è un ciclista a milano, la stazione delle biciclette, che fa costruire il telaio su sue indicazione e ne ottiene una bellissima bici da viaggio . sappi che se chiedi a un telaista una bici da viaggio, il più delle volte la imposterà da corsa e vi aggiungerà qualche ugello. la bici da viaggio deve essere robusta, stabile, sicura e affidabile= peso dai 12 kg in su: questo scandalizza i più…ci vorrà ancora un pò.

    1. Condivido la tua analisi Felino, e vedo spesso prodotti che vengono spacciati per “bici da cicloturismo” senza averne fino in fondo i requisiti. In realtà il cicloturismo si può fare con qualunque bicicletta, dipende dal percorso e dalle aspettative. Fare la ciclabile del Danubio non è come girare in Perù. Io stesso all’età di diciotto anni partii con una bicicletta comprata a 30.000 lire, uno zaino sul portapacchi anteriore e uno sul posteriore, tendina canadese (con i pali in ferro), ecc., raggiunsi il confine dell’Austria con tale attrezzatura e l’esperienza fu fantastica ma mai mi sognerei di dire che quella bicicletta avesse un telaio da viaggio.

      1. Avatar felino ha detto:

        Officina ciclante, ma è fantastico affrontare un viaggio in bici in quel modo. sopratutto il primo. credo che partire in qualche modo, come hai fatto tu, spinto dal desiderio, faccia capire molto più che consultare mille siti. inoltre è un modo molto semplice e assai poco costoso per capire se vale la pena investire. in altre parole: molti prima di affrontare un viaggio si comprano la stradabici, le straborse, la stratenda e poi si accorgono che non fa per loro. credo che una Thorn sia utile considerarla quando, fatto un viaggio in qualche modo, si sa quello che si vuole. un telaio da viaggio rimane comunque fondamentale. quando feci il secondo viaggio avevo una racing rats della cinelli, una similbicidaviaggio. un olandese per farmela capire mi fece provare la su sutra…dopo 100 metri volevo buttare la mia nel Po. la vendetti a 700 euro e comprai una usata a 350 che ho ancora. modello con diversi difetti, ma quando ci sali sopra spariscono e non vedi più niente.

  4. Avatar marioci ha detto:

    Ma una ditta italiana che faccia bici da viaggio proprio non c’è o non l’hai ancora considerata?

  5. Avatar felino ha detto:

    eh siamo di palato fine evidentemente. ne hai qualcuna che non so?

  6. Una alla volta stai analizzando tutte le aziende che avevano suscitato il mio interesse.

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