Essere ciclisti significa essere avvezzi ai sacrifici, tra i quali si può annoverare il dover rinunciare a una birra con amici. Alcol e pratica sportiva infatti non vanno proprio a braccetto e chiunque pratichi con regolarità uno sport (anche non il ciclismo) tende a eliminarlo completamente. Si deve quindi togliere la birra dalla propria dieta oppure possiamo concederci una pinta ogni tanto? In questo articolo vedremo cosa dicono gli esperti.
Indice
Birra: storia, caratteristiche e proprietà
La birra è una delle bevande fermentate più antiche del mondo, con testimonianze certe che risalgono al 3500 AC, in Mesopotamia. Gli archeologi credono che l’invenzione della birra sia parallela con quella del pane, poiché gli ingredienti sono molto simili. Resti archeologici in Egitto e nella Valle del Tigri e dell’Eufrate infatti testimoniano l’esistenza di antichi panifici-birrifici.
La birra è una bevanda prodotta attraverso la fermentazione alcolica del lievito Saccharomyces con malto d’orzo. Il malto viene immerso in acqua calda, sprigionando degli enzimi che creano un mosto zuccheroso che può essere aromatizzato con luppolo o altri additivi. Il mosto aromatizzato viene poi mescolato al lievito, che avvia la fermentazione alcolica, dove la componente di anidride carbonica viene espulsa e si ottiene così il prodotto finito.
Di birre ne esistono migliaia di versioni differenti: chiara, rossa, scura, doppio malto, Weizen, bianca, non fermentata e moltissime altre ancora. Essendo una bevanda a bassa gradazione alcolica, la birra viene spesso considerata “positiva” per l’organismo. Chimicamente la birra è infatti ricca di vitamine del gruppo B (tra cui la B12, molto importante per chi adotta un regime alimentare vegano) e maggiore è la quantità di malto utilizzata, più elevate sono le percentuali di vitamine presenti. Inoltre sono presenti numerosi sali minerali, come fosforo, potassio ,magnesio, zolfo, fluoro, sodio, rame, manganese, zinco, alluminio e ferro.
Studi scientifici hanno dimostrato che un consumo moderato di birra aiuta a diminuire il colesterolo LDL (quello considerato “cattivo”) e ad aumentare il colesterolo HDL (considerato “buono” per il sistema cardiovascolare), oltre ad avere un impatto anche sulla possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2 (o diabete adulto). Studi svolti dall’Università di Madrid hanno dimostrato come la birra possa prevenire anche l’insorgenza del tumore alla vescica ma questo aspetto è da considerarsi legato all’effetto diuretico dato dall’elevata percentuale di acqua, circa l’85%, di cui è composta. In sostanza la birra ha la medesima proprietà diuretica dell’acqua. Grazie alla stimolazione della diuresi, la birra aiuta l’eliminazione delle tossine attraverso l’urina.
Essendo comunque una sostanza alcolica, le proprietà benefiche si rivelano positive solo a fronte di un consumo moderato, che l’OMS stabilisce in massimo 33cl al giorno (un bicchiere di birra). Un’assunzione più alta non apporta benefici ma solo problemi, per via dell’affaticamento del fegato nella riduzione ed elaborazione dell’alcol, oltre alle tristemente famose ricadute sullo stile di vita e la condotta personale.
Birra e ciclismo: un binomio possibile?
Per noi ciclisti amanti della birra, è possibile coniugare una pinta fresca, magari con i compagni di uscite, alla pratica sportiva?
La risposta è stata data da una ricerca dell’American College of Sport Medicine, l’ente di controllo e salvaguardia delle attività sportive statunitensi. I ricercatori dell’ente hanno infatti testato una serie di atleti di endurance (soprattutto maratoneti), facendo assumere loro delle dosi di alcol definite sia prima che dopo l’attività sportiva.
I risultati hanno dimostrato che l’assunzione di alcol il giorno precedente a una gara o a un allenamento molto intenso non ha alcun effetto benefico. Non vi è infatti alcuna associazione tra l’assunzione di alcol e un miglioramento dell’attività sportiva dovuta all’assunzione e all’elaborazione degli zuccheri presenti nelle bevande alcoliche. Al contrario assumere alcol il giorno prima di un evento importante altera l’equilibrio termodinamico del corpo. La capacità termoregolatrice dell’organismo viene alterata dall’alcol, con effetti sulla sudorazione, che in caso di eventi in giornate molto calde possono portare alla disidratazione precoce e quindi obbligare l’atleta ad assumere più acqua, costringendo i reni a un superlavoro.
Diverso è invece l’effetto dell’assunzione di bevande a bassa gradazione alcolica (come la birra) dopo una gara o un lungo allenamento. L’elevata quantità di acqua favorisce la diuresi, facilitando l’eliminazione delle tossine prodotte dall’allenamento. La presenza di minerali aiuta la reintegrazione dei sali dispersi con la sudorazione. Inoltre l’assunzione di un boccale di birra ha un effetto “placebo” rilassante, poiché viene mentalmente associato al termine della fase di fatica e l’inizio della fase di riposo, con il rilascio da parte del cervello di endorfine calmanti. Ovviamente in questo caso non è la birra in sé a creare questo effetto, bensì lo è il gesto di berla, magari con gli amici per festeggiare.
È dunque possibile assumere birra senza sentirsi in colpa, anche se amiamo andare in bicicletta? La risposta deve essere dettata dal buonsenso: se siete professionisti o ambite a piazzamenti importanti in gara, bere birra non è vantaggioso, poiché comunque vi è un aumento del lavoro del fegato, che deve elaborare l’alcool, oltre a dover già ridurre il lattato ed elaborare il glicogeno. Il possibile effetto è quindi quello di affaticare il fegato, con influssi negativi sulla performance.
Se siete ciclisti “normali”, amate usare la bici per viaggiare, andare in mtb, praticate ciclismo urbano o vi piace sfidare voi stessi nelle sfide di ultracycling, una birra ogni tanto non è un peccato. L’importante è come sempre la moderazione: mai superare le quantità indicate dall’OMS (33cl al giorno). Questa soglia non è una media, bensì è il massimo che possiamo introdurre nel nostro corpo ogni giorno: non vale dunque fare “il pieno” di birra nel weekend e poi comportarsi come monache di clausura il resto della settimana.
Concludendo
La birra è una bevanda che va di pari passo con la storia dell’uomo (alcuni archeologici affermano che l’invenzione della birra e del pane abbia contribuito a dar vita alle prime comunità, trasformando gli esseri umani da nomadi a sedentari) e possiede delle caratteristiche salutari per l’organismo. Rimane comunque una bevanda alcolica, per cui il suo consumo deve restare nell’ambito della moderazione. Eccedere significa fare del male a sé stessi e agli altri (soprattutto ai vostri cari). Detto questo, una birra ogni tanto, per noi ciclisti, non ha nessuna controindicazione (a meno di patologie o allergie). Per cui, la prossima volta che brinderemo con gli amici al termine di un’uscita, possiamo farlo senza sentirci in colpa.
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…una birretta fresca verso fine giro con gl’amici è fantastica !! …La scienza dica pure degli effetti sul corpo…ma quelli sullo spirito sono indiscutibili !!!
Capisco sia un articolo improntato al ciclismo, ma tigliamo alcune CASTRONERIE GIGANTI.
A) La birra doppiomalto non esiste. O meglio, essendo una denominazione di tipo fiscale solo italiana, include birre diversissime tra loro.
B) La birra non fermentata ve la siete inventata voi ora. Se volete potete sponsorizzare l’assunzione di mosto a base di acqua, maltosio e luppolo, senza alcool (che é appunto un prodotto della fermentazione), ma la birra non fermentata non esiste.
Ciao Emanuele
Grazie per la tua precisazione,sicuramente da perSona che lavora nel settore.
Come hai detto tu, l’intento dell’articolo è raccontare il rapporto tra birra e ciclismo e non spiegare come si fa o come è fatta la birra.
Priceviamo a correggere le parti in corrette.
Buone pedalate!
Omar