Dopo aver pedalato da Trieste a Landol, si inizia a scoprire ciò che il Carso Sloveno ha da offrire ai cicloturisti con questo percorso da Landol a Narin.
Questa tappa non è lunga (solamente 46,7 km), ma è piena di cose da vedere; è consigliabile quindi partire presto la mattina e prendersi tutta la giornata per pedalare, con molte pause nei luoghi d’interesse.
Mappa
Qualche parola sul percorso in generale: come potete vedere dal profilo altimetrico, il percorso è vallonato, con diverse salite e discese, che sono tuttavia sempre brevi e poco ripide. Si pedala sempre lungo strade asfaltate secondarie, con pochissimo traffico, o lungo strade sterrate in ottime condizioni; c’è un solo tratto di poche centinaia di metri con fondo dissestato, che segnaliamo nel testo. Date le molte deviazioni e scorciatoie, è fondamentale seguire la traccia GPS.
Da Landol al castello di Predjama
Dopo una sostanziosa colazione nella Lipizzaner Lodge di Landol, si esce dal villaggio in direzione nord-ovest. Subito un curioso manufatto introduce una parte importante del folklore locale: la leggenda di Jakob, e di come abbia ucciso il drago che viveva nelle grotte di Postojna facendogli mangiare una pelle di pecora riempita di calce viva; quando il drago bevve dopo il suo pasto, la calce si espanse dentro il suo stomaco, uccidendolo.
Tornando indietro di qualche metro, si prende la sterrata a sinistra che poi piega decisamente verso nord, inoltrandosi lungo colline boscose. I 500 metri successivi allo scollinamento sono l’unico tratto in tutto il viaggio nel Carso Sloveno con fondo sconnesso: se non vi sentite sicuri meglio scendere di sella e procedere a piedi.
Ben presto si arriva in vista del castello di Predjama, che sembra scolpito nella roccia retrostante. Altre leggende vengono narrate intorno a questo posto, come quella secondo cui il castello poteva resistere a lungo agli assedi grazie a rifornimenti che arrivavano attraverso la grotta che si trova alle sue spalle.
Postumia: le grotte e il museo del Carso
La strada 913, che a volte si abbandona per procedere lungo facili sterrati paralleli ad essa, porta a Postumia (Postojna). Qui la grande attrazione sono ovviamente le grotte, che attirano turisti da tutto il mondo.
Non mancate di dedicare un po’ di tempo anche alla visita del museo del Carso a Postumia: è un’ottima introduzione alla particolare geologia che caratterizza queste terre, oltre che alla cultura e tradizioni locali.
Qui si cominciano a vedere riferimenti a “qualcuno” di cui sentirete molto parlare esplorando il Carso Sloveno: l’orso bruno, qui in una simpatica versione vendicativa.
Verso il lago che scompare
Si esce da Postojna verso sud, in direzione di Bisterza (Ilirska Bistrica), lungo la strada 6 che ben presto si abbandona, affidandosi ancora una volta a tranquille strade locali.
Ormai dovrebbe essere ora di pranzo: l’agriturismo Grad Prestranec, sulla collina a ovest dell’omonimo villaggio, offre ottimi piatti (la specialità del posto è l’Angus) a prezzi popolari; i gestori vanno molto orgogliosi anche del loro centro di equitazione, con cavalli di razza islandese.
Si riprende a pedalare verso sud. Nei pressi di Slovenska Vas una breve deviazione porta a vedere una delle particolarità del Carso Sloveno: un lago che a volte c’è, e a volte lascia spazio a una verde pianura, come nel periodo in cui è stata scattata questa foto, a inizio maggio:
Molti laghi in Slovenia hanno questa caratteristica, in quanto l’acqua tende ad andare rapidamente sottoterra tramite degli inghiottitoi. Descrivendo un grande arco verso est, si continua a pedalare fra campagna e piccoli villaggi. Una casa grande come quella nella prossima foto è un’eccezione: sarà appartenuta a una famiglia molto numerosa.
Il Parco di Storia Militare
Poco dopo aver superato San Pietro del Carso (Pivka in sloveno, dal nome del fiume che si attraversa più volte pedalando da queste parti) noterete sulla sinistra dei grandi edifici bianchi a ridosso di una collina: sono delle caserme costruite dall’esercito italiano fra le due guerre mondiali, quando questi territori erano parte del Regno d’Italia. Ora ospitano il Parco di Storia Militare. Partecipate a una visita guidata per riflettere sulle armi di distruzione in mostra, risalenti soprattutto al periodo Yugoslavo; il focus principale del Parco di Storia Militare è il racconto degli eventi che hanno portato all’indipendenza della Slovenia nel 1991, con una breve insurrezione che ha avuto presto successo.
L’arrivo a Narin
Continuando in discesa, si arriva ben presto alla strada 622 che si segue verso sinistra (sud) fino al bivio per Narin. Qui si trova l’agriturismo Pri Andrejevih, a gestione familiare: la quasi totalità degli ingredienti usati per preparare l’ottima cena è a chilometro zero; d’estate, potrete godere anche della piscina all’aperto per un meritato relax dopo una giornata alla scoperta del Carso Sloveno in bici.
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